Fabio Mazzeo: niente t-shirt o mutande, Messina ha bisogno di un sindaco

Fabio Mazzeo: niente t-shirt o mutande, Messina ha bisogno di un sindaco

Rosaria Brancato

Fabio Mazzeo: niente t-shirt o mutande, Messina ha bisogno di un sindaco

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venerdì 06 Aprile 2018 - 06:55

La proposta di candidatura a sindaco che arriva dai "big" ad ogni elezione, il commento sulla campagna elettorale che sta per iniziare, i nomi in campo. E altro ancora, compresi sassolini nelle scarpe....

La prima volta è accaduto nel 2005, con Rinascita Messina. In quelle settimane gli venne proposta la candidatura a sindaco. Poi il candidato fu Luigi Ragno. La seconda volta nel 2013 ed in questo caso poi si candidò Enzo Garofalo. Puntuale come un orologio svizzero anche stavolta, cinque anni dopo, i big del centro-sinistra gli hanno proposto la candidatura. In tutti e tre i casi la proposta arriva non ad inizio di un percorso ma alla fine. La domanda è perché mai se tutti, da destra a sinistra gli riconoscono le qualità da candidato vincente non costruiscono questa candidatura in tempo ma la usano come coniglio dal cilindro, come colpo a sorpresa?

Fabio Mazzeo, giornalista professionista, una carriera tra Messina e Roma, innamorato pazzo della città, attualmente responsabile della comunicazione dell’AIFA (associazione nazionale del Farmaco) sembra destinato ad essere un candidato “incompiuto”, una carta vincente che non viene messa su tavoli nei quali i giochi sono sempre fatti e i giocatori sono sempre gli stessi. Ma perché?

“Iniziamo dalla prima candidatura, quella del 2005- ricorda- Noi di Televip, con te, Emilio Pintaldi, gli altri colleghi di redazione abbiamo rappresentato un modello di anti-potere che negli anni 1998-2005 a Messina non aveva uguali. Andare contro Buzzanca e Genovese oggi è facilissimo. La nostra redazione lo ha fatto quando sembrava impossibile, quando non c’era facebook, quando il clima era un altro. Rinascita Messina voleva essere un progetto che nasceva civico ma con la presunzione di diventare politico. Io all’epoca mi ostinai a dire NO a Lombardo e Pistorio che pensavano di puntare su di me per colonizzare Messina. Mi promisero in cambio una candidatura alla Camera se avessi portato l’MPA, dissi no”.

Alla fine il candidato del centro destra fu Luigi Ragno, che perse al ballottaggio con Francantonio Genovese. Quest’ultimo decadde in seguito ad un ricorso elettorale ed arrivò un commissario, poi, nel 2008 fu eletto Buzzanca che si dimise per candidarsi alle Regionali e nel 2013 il centro destra bussò nuovamente alla porta di Mazzeo.

Io avrei rappresentato l’alternativa tra Felice Calabrò, visto come il genovesiano e Accorinti lo sprovveduto. Invece Enzo Garofalo s’intestardì nel voler candidarsi. A quel punto non aveva senso una quarta candidatura”.

E arriviamo al 30 marzo 2018 quando stavolta ad avanzare la proposta sono stati i leader della coalizione di centro sinistra, Navarra e Picciolo. E stavolta Mazzeo ha detto no. Con gentilezza ma ha rifiutato.

Ci ho pensato 3 giorni, me lo hanno chiesto con modi garbati, mettendomi a disposizione strumenti importanti e grandi libertà di manovra. Però la proposta è arrivata tardi. Se mi fosse stata fatta a dicembre, a gennaio, avremmo avuto il tempo di costruire un percorso, di spiegare ai messinesi perché votarmi. E’ difficile essere ragionevoli in un mondo di pazzi, tra uno che sale su una sedia e grida “Ciamp, pis no uor” e uno che si mette in mutande o porta le pecore a piazza Cairoli. Io avrei scelto una SQUADRA con le persone giuste, che a Messina ci sono e sono tante. Però o sono costrette ad andarsene o se restano troppo spesso vengono prese a calci nel sedere da chi ha il potere. Troppo tardi a fine marzo far attecchire il seme della ragione in una campagna elettorale che sarà indecente. In questo momento storico mi sento svantaggiato a combattere contro chi per ottenere visibilità è disponibile a mettersi in mutande. Non ho il fisico adatto”.

Per Mazzeo la vittoria del M5S era ampiamente prevedibile “il popolo tra un bulletto che provoca il potere e il potere gestito come privilegio, si schiera dalla parte del bulletto pensando che momentaneamente sia la migliore risposta”, quanto alle altre candidature in campo la sua posizione è chiara da tempo, perché attraverso il blog ed i post su facebook è intervenuto in tutti questi 5 anni.

Accorinti per me è stata una mazzata: un esempio di pacifista che si riscrive la biografia e, arrivato al potere, si trasforma antropologicamente e diventa un pessimo esempio di potere. Gli accorintiani, per quattro anni arroccati nella difesa dell’indifendibile mentre si trasformavano da persone di pensieri a persone che hanno cominciato a raccattare tutto quello che potevano, passando attraverso i soldi da pensiero ad azione. Faccio un esempio: Tonino Cafeo, autorevole esponente della sinistra evanescente, dopo anni di insulti rivolti alla mia persona sui social ha avuto per una sola volta da parte mia la risposta che meritava. La sua reazione? Non mi ha sfidato a un dibattito pubblico, come avrebbe fatto fino al 2013. Mi ha citato in giudizio per le mie frasi, mi ha semplicemente chiesto soldi, non scusa o spiegazioni o un confronto aperto. Soldi, vuole soldi. Questa la trasformazione di una classe che si definiva di sinistra, anarchica e aperta e che sta finendo, ingloriosamente, in cambio di quattro spicci. Della stagione di Accorinti salvo solo la sua elezione. Vuol dire che in città c’è gente viva. E meriterebbe rispetto. E non un sindaco che il primo giorno arriva al Comune in bicicletta e predica pace ma poi dimentica le periferie, la dimensione della dignità che solo lavoro e sviluppo, e decoro e decenza possono portare. Accorinti aveva dalla sua parte gente come Saro Visicaro e Antonio Mazzeo, che non è mio parente. Invece di dialogare con loro si è ritrovato invischiato in una dubbia melassa dimenticando la storia di libertà che persone come Saro e Antonio hanno rappresentato per intere generazioni. Messina ha tante storie di buona politica e tante di uomini liberi. Accorinti ha prodotto la proliferazione di predicatori e ora in campagna elettorale ne avremo tanti. Ad esempio De Luca, raggruppa con gli strumenti di cui dispone anziani e disoccupati, parla un linguaggio basico e per farsi capire si fa riprendere in mutande. Si dichiara fuoriclasse dell’amministrazione dopo essere stato sindaco di Fiumedinisi, che ha 1300 abitanti, meno di quelli che abitano nella via di Paradiso dove vive mia madre. E’ come dire che siccome hai vinto il torneo della parrocchia puoi giocare al posto di Messi e Cristiano Ronaldo”.

Accorinti, De Luca e il M5S dovranno dividersi la stessa fascia di elettorato, quella della protesta e rischiano di depotenziarsi a vicenda. “ Anche Trischitta è in quel campo ma nella sua generosità è sincero, è una persona buona e un politico appassionato. Puoi non condividere quello che dice, e personalmente non lo condivido quasi mai, ma conosce la città come pochi”

Nel 2015 Mazzeo ha cambiato residenza e non è più a Messina e spiega che la riporterà in riva allo Stretto dopo le elezioni e solo se non vincerà Accorinti.

Non accetto di avere la residenza in una città che nel 2018 ha servizi essenziali ridotti all’osso, scuole pericolanti, strade indecenti per sporcizia e che si allagano al primo acquazzone, emergenza rifiuti e dibatte cinque anni sull’opportunità di fare un chilometro di isola pedonale. Le mie foto sulla passeggiata della Fiera preda degli arrostitori di carne fecero il giro d’Italia e Messina è la città che ha il record assoluto di assenza d’acqua. Accorinti è stato il peggior sindaco d’Italia e della storia della città. E considerati alcuni recenti predecessori non era facile ottenere questo triste primato”.

E su Bramanti e Saitta? C’è chi attribuisce a Mazzeo l’etichetta di centro destra e chi di centro sinistra.

Dicono che sono di centro destra perché sono stato capo ufficio stampa del Pdl e poi che sono passato al centrosinistra per avere occupato il ruolo di capo ufficio stampa al ministero della Salute con Beatrice Lorenzin. Nel 2008 andai alla Camera come giornalista nel gruppo del Pdl dopo avere votato Veltroni. Io non sono il lavoro che faccio. La professione non è la vita. I calciatori non giocano nella squadra per cui tifavano da bambini. Il lavoro alla Camera nasce da un grande dolore, mi avevano preso la televisione… non mi fecero fare neanche l’ultimo editoriale, non ho potuto portare con me neanche i quadri che erano nel mio ufficio. Da quel dolore ho avuto la fortuna di andare alla Camera e lì il capogruppo era Brunetta, con il quale litigai. In quel periodo la Lorenzin era in Forza Italia, imparammo a conoscerci ed a stimarci e quando diventò ministro mi chiamò a lavorare con lei

Si ma su Bramanti e Saitta?

Bramanti è un manager capace, molto determinato. Non è un politico ma in questi anni ho imparato a conoscerlo e sa raggiungere gli obiettivi. Deve scegliere bene i compagni di viaggio, con coraggio. Io credo che la sua candidatura sia di prestigio, ma non può affermare di non volere i partiti e chiedere i voti alle strutture. La politica è compromesso, anche in campagna elettorale. Credo che bisognerebbe riabilitare parole come compromesso, oggi tutto sembra inciucio e sporco. Il compromesso non va bene se sposta in basso il livello di moralità. Altrimenti è un valore, migliora le cose, le rende opportune per tutti. Fossi in Bramanti cercherei il consenso dei partiti, le forze sane che ci sono in ogni gruppo appassionato di politica. Deve fare una squadra forte. Quanto al centro sinistra Antonio Saitta è un nome eccellente. Oggi i social hanno fatto credere che davvero uno vale uno e chiunque può fare il sindaco. Saitta è il migliore tra i candidati perché saprebbe poi fare bene il sindaco. Navarra, dopo aver fatto benissimo il rettore, sarebbe stato un grande sindaco. Sono convinto che non si accanirà nell’idea di trasformare il PD nel partito dell’università. L’università deve essere libera dalla politica e la politica un terreno che appartiene a tutti e non condizionata da un’enclave. Chi diventa sindaco deve rappresentare il mondo di tutti. Antonio Saitta è espressione della città perché è inserito e stimato in tanti ambienti, deve però abbandonare qualche angolo che lo fa apparire spigoloso e sorridere di più. Voglio molto bene ad Alessandro Russo e Francesco Palano Quero ma basta con questi distinguo o finiranno per diventare da “renziani” “renzini”. Chi sceglie di far politica ha l’obbligo di fare squadra. Per fare una battuta direi che anche in questa elezione ci sono state due certezze: Mazzeo forse candidato e Russo che se ne va da un’altra parte. Fossi in Saitta la prima telefonata la farei a Russo per spiegargli che un partito sceglie secondo logiche a volte ingiuste ma c’è spazio per tutti. Certo da Accorinti a Saitta passeremmo da un sindaco che non distingue una delibera da un ferro da stiro a uno che sa come si fanno le cose. Mette a disposizione una grande esperienza”.

Come deve essere il futuro sindaco?

L’uomo solo al comando può vincere l’elezione ma mai amministrare bene. Per essere un bravo sindaco devi coinvolgere le persone giuste, una squadra forte che rappresenti le varie anime di cui la città si compone, un gabinetto composto da giuristi e burocrati seri. Serve una grande classe dirigente, un grande capo di gabinetto ed un grande segretario generale. Se vuoi attrarre investimenti devi avere una burocrazia all’altezza. Auspico il ritorno di normalità e decenza. Mi auguro che il prossimo sindaco soddisfi il desiderio di chi, come me, avrebbe preferito lavorare e invecchiare lì dove è nato. Partire, se lo fai per bisogno, è la sconfitta personale e anche la sconfitta dell’intero sistema. Messina non ha bisogno di un altro Masaniello né di un sindaco che si candida al Nobel della Pace. Portare lavoro e servizi efficienti. E se serve darò una mano. Non bisogna essere sindaco per imporre idee e dare forza. L’umiltà non è quella cosa parlata di cui Messina si è accontentata negli ultimi cinque anni.”

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Ben ricordo come Fabio Mazzeo fu (mal)trattato qualche tempo fa. E ricordo pure quanto scarsa, se non inesistente, fu la solidarietà nei suoi confronti. Condivido i suoi grossi dubbi sulle candidature del Masaniello e del Carmelitano scalzo. Ma non sono così ottimista come lui sugli altri candidati citati. Speriamo bene.

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  2. Martamartamarta 6 Aprile 2018 16:13

    Una persona per bene che ci riprova quando sa già di non potercela fare.Saitta, come la prossima Barrile che dopo aver ritirato la propria candidatura sembra essere pronta a ripresentarla,servono solo a togliere voti agli avversari del magnifico prof. Bramanti.Altro mistero che non comprendo, come un grande uomo di scienza,che ha da poco raggiunto l’apice che più apice non si può,entrando nel Consiglio Superiore di Sanità, si proponga a sindaco di una città incasinata come Messina,senza capire nulla delle leggi che regolano l’urbanistica,i servizi urbani e tutto quello che concerne la sfera urbana.Come mai il grande professore,al confronto tv di ieri pomeriggio su RTP, si è fatto rappresentare dal più esperto politico messinese on. Germanà?

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  3. Eh già Fabio Mazzeo non si critica.

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