Viviamo "dopati": in un clima di perenne campagna elettorale. E la realtà?

Viviamo “dopati”: in un clima di perenne campagna elettorale. E la realtà?

Rosaria Brancato

Viviamo “dopati”: in un clima di perenne campagna elettorale. E la realtà?

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domenica 13 Maggio 2018 - 06:44

A Messina siamo in campagna elettorale da quasi un anno e all'orizzonte da settembre ci saranno già le elezioni per la Città Metropolitana. Intanto a Roma......

Confesso che quando si è avvertito nell’aria il rischio di un ritorno alle urne a fine luglio ho rischiato un infarto. In pochi attimi ho visto svanire nel nulla l’immagine di me felice in ferie al mare per essere sostituita da un’altra immagine in bianco e nero: quella di una tal Biancofiore (figlia di una subcultura politica generata dalle perversioni antidemocratiche del Porcellum e del Rosatellum) che costringeva me, che a dire della signora sono “siciliana povera e fannullona per antonomasia” ad alzarmi per andare votare. L’unico momento di gioia in questo incubo è stato quando gli Exit poll la davano sconfitta e usciva di scena definitivamente dal mondo delle Barbie berlusconiane.

Non ho mai avuto dubbi che una pletora di parlamentari neo eletti non avesse alcuna voglia di tornare al voto ad appena quattro mesi dall’insediamento. Anche se il M5S sta già pensando di cambiare la regola del divieto di andare oltre due mandati (si sa, una poltrona è per sempre), e se tanti nei partiti sono già alla terza o quarta elezione, nessuno avrebbe mai accettato il ritorno al voto. Forza Italia, Pd e Liberi e Uguali inoltre sanno bene che tornare al voto a luglio sarebbe equivalso alla strada per l’estinzione.

Adesso si va verso un governo Lega-M5S ma non sappiamo quanto durerà l’asse e se davvero Salvini e Di Maio andranno d’accordo a lungo. Non sappiamo quanto alcune fasce dei rispettivi elettorati sono lieti del matrimonio. Ma c’è di più: Berlusconi è stato appena riabilitato dal Tribunale di Milano e può ricandidarsi.

Quest’ultimo elemento rende ancora più precario il futuro del governo che sta per formarsi.

Dal giorno in cui il governo Monti è spuntato all’orizzonte degli italiani viviamo in un perenne clima da campagna elettorale. Noi cittadini-elettori siamo ostaggio di questo clima.

Condivido i punti del programma ai quali stanno lavorando Lega e 5Stelle: la riforma della Fornero doveva farsi il giorno dopo della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, misure per il lavoro, rivalutazione degli accordi europei sono importanti.

Abbiamo scongiurato il voto a fine luglio ma viviamo ugualmente in un perenne stato di tensione, un continuo botta e risposta tra leader e partiti. Una gigantesca tela di Penelope cucita di giorno e scucita la notte da frotte di folletti impazziti che hanno a cuore solo il loro posto a Roma. Viviamo sotto il ricatto dell’Europa che ci vuol mettere in castigo e balbettiamo come bimbetti che non hanno fatto bene i compiti.

Tornando a Messina siamo in campagna elettorale dall’estate dello scorso anno. E non illudiamoci: in autunno ci saranno le elezioni per la Città Metropolitana.

Si vive quindi in uno stato molto simile a quello di chi è sotto effetto di stupefacenti. Non riusciamo più a vedere la realtà oltre le spesse lenti della campagna elettorale.

Ogni cosa è tema o di scontro o di spot elettorale, o di lite o di annuncio. Perdi il conto dei tradimenti, dei divorzi, delle inedite storie d’amore, dei sotterfugi, dei tranelli, dei doppi sensi. Ogni cosa è come “dopata”. E il peggio è che ci siamo assuefatti.

In queste settimane avremmo bisogno di un doppio Tempostretto: siamo sommersi da centinaia di comunicati stampa dei candidati sindaco (c’è chi arriva a mandarne anche 3 al giorno), delle coalizioni, dei rappresentanti delle liste, dell’amministrazione uscente e dei singoli assessori uscenti, dei consiglieri uscenti sia di quartiere che comunali, delle associazioni a supporto, delle associazioni contro, delle associazioni che fanno liste, dei candidati nelle liste, dei conoscenti dei candidati nelle liste. Per non parlare dei botta e risposta, replica e contro replica e contro contro replica tra candidati sindaci. Come se non bastasse, se due candidati sindaci litigano tra di loro anche gli altri 4 sentono l’irrefrenabile impulso di dirci cosa ne pensano. Tutti devono dirci cosa pensano su tutto e su tutti.

Abbiamo una tale mole di comunicati stampa che se lo conservassimo potremmo scrivere fino a dicembre 2019.

Tutto questo vivere in una realtà “dopata”, alla fine stanca. Perché è come se qualcuno spostasse l’orizzonte sempre un po' più lontano.

Non avevamo ancora archiviato le macchine del fango per le Regionali che si era già in guerra aperta per le Politiche. Il destino e la peggiore delle leggi elettorali possibili, ha fatto sì che dopo essersi tutti odiati come nei giochi della play station in cui hai solo nemici da far crepare, le urne hanno fatto svegliare l’Italia in un proporzionale puro. Chi si è sparato a vista fino al 4 marzo dal 6 ha scoperto che in fondo sarebbe stato meglio usare il fioretto invece del bazooka.

Sono spuntati i fantasmi del pentapartito e della Democrazia Cristiana. Frattanto a Messina i neo parlamentari non hanno fatto in tempo a festeggiare l’elezione che già era scoppiata la sanguinosa campagna per le amministrative. E da fine giugno sarà aria di elezioni metropolitane……

Intanto a Roma lo spauracchio del voto verrà agitato contro qualsiasi deputato o senatore che si metterà di traverso e non ci sarà più serenità, né da parte di chi governa, né da parte di chi fa “benevola astensione” (un ossimoro che sfugge anche alla logica), né infine di chi fa opposizione.

Abbiamo imparato da Monti in poi che a Roma sono disposti a tutto pur di non andare al voto anticipato. Questo però non significa che il Paese sia governato. Tutt’altro: si fanno i governi per farli vivere nel terrore della precarietà.

Il ritorno alle urne è il convitato di pietra di questi mandati elettorali, l’uomo nero che si minaccia ai bambini che non vogliono mangiare (e ai deputati che non vogliono votare la fiducia). La mattina ti svegli che non sai chi è stato impallinato e da chi e chi ieri si odiava oggi si ama ma domani divorzia.

E la realtà dello spread, dell’Iva alle stelle, delle tasse da sceriffo di Nottingham, della povertà che cresce, tutto questo si trasforma in un gigantesco spot elettorale e tu elettore ti senti come una pallina dentro un flipper.

Ma questo la signora Biancofiore non lo può capire perché nel mondo di Barbie tutto è di plastica, anche la fame.

Rosaria Brancato

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