Gli alleati da "San Leoluca", il crollo dei 5Stelle,il centro-destra sorride

Gli alleati da “San Leoluca”, il crollo dei 5Stelle,il centro-destra sorride

Rosaria Brancato

Gli alleati da “San Leoluca”, il crollo dei 5Stelle,il centro-destra sorride

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martedì 13 Giugno 2017 - 07:44

Dopo le amministrative è già campagna elettorale per le Regionali del 5 novembre. A sinistra si guarda al "modello Palermo" da seguire per arginare il M5S che esce malconcio dal voto. Il Pd pensa a Pietro Grasso i centristi lanciano D'Alia. Nel centro-destra c'è chi torna a sorridere

Per lui sarà il quinto mandato da sindaco di Palermo (il primo nel 1985, ben 32 anni fa). Ha attraversato stagioni politiche, Prima e Seconda Repubblica, crisi dei partiti, onda dell’antipolitica e adesso si è preso anche il lusso di dettare le condizioni ai partiti “se volete stare con me togliete i simboli dalle liste”. Leoluca Orlando, mentre exit poll e proiezioni tenevano “appesi” ai ballottaggi tutti i candidati delle grandi città, è stato l’unico a sapere di aver vinto alla chiusura delle urne. Rispetto alle percentuali dell’elezioni del 2012 non ha perso un voto.

A San Leoluca e al modello Palermo adesso si rivolgono gli alleati, Pd in testa. Lo stesso Pd che negli anni scorsi lo ha guardato di traverso e che con Crocetta ha cercato di costruire la riforma delle Città Metropolitane contro di lui pur di non dargli più potere. Adesso quel potere sugli alleati, alla vigilia delle Regionali di novembre lui se lo è preso tutto. La “formula palermitana” potrebbe diventare la ricetta anti-5stelle per evitare la disfatta a novembre.

Ho iniziato l’analisi del voto dalla Sicilia perché è qui che ci sarà il prossimo e più vicino appuntamento elettorale (a meno di Politiche anticipate che potrebbero anche tornare in auge dopo i risultati di domenica). La Sicilia è terra di laboratorio politico ma è bene evidenziare come amministrative e Politiche (e Regionali) siano elezioni ben diverse tra loro e sarebbe un errore considerarle un termine di paragone.

Le amministrative 2017 sul piano nazionale consegnano una serie di dati.

1) La batosta del M5S da nord a sud

Appena un anno fa il M5S “espugnava” due grandi città: Roma e Torino, segnando il primo grande risultato della cavalcata. Un anno dopo il M5S è fuori dai ballottaggi in tutte le grandi città, compresa la città di Grillo: Genova, mentre a Parma Pizzarotti dimostra con i voti quel che ha seminato. Andrà al ballottaggio solo in 8 Comuni su 140 (e nessuno di questi è un grande centro). In Sicilia, dove i sondaggi danno i grillini favoriti per le Regionali e dove l’Ars nel 2012 ha visto il gruppo a 5stelle primo partito i risultati sono deludenti. Forello a Palermo è terzo, mentre a Trapani il candidato dei grillini, Marcello Maltese, è quarto. Ma se a Palermo Forello ha scontato il caso delle firme false, le divisioni interne e il fatto di doversela vedere con la corazzata Orlando e con i Coraggiosi di Ferrandelli, a Trapani gli avversari erano azzoppati da due diverse inchieste. Mimmo Fazio, il deputato regionale arrestato per l’inchiesta su Morace si è addirittura piazzato primo e D’Alì, il deputato al quale poche ore dopo la presentazione della lista è stato notificato un provvedimento di obbligo di residenza, è terzo. Al ballottaggio quindi andranno Fazio per il centro-destra e il Pd Savona, che ha recuperato consensi proprio in seguito alle inchieste. Il flop del M5S è legato sia alle divisioni interne (vedi i casi di Genova e Palermo), alle gestioni di Roma (e di recente Torino) che non hanno giovato all’immagine (amministrare logora) ma anche al fatto che le amministrative necessitano di radicamento nel territorio. Non a caso tra le prime reazioni del Pd al voto c’è stato chi ha sottolineato: “Il M5S ha fatto saltare l’intesa sul modello tedesco perché teme i collegi uninominali”, là dove è il candidato che si gioca tutte le carte e non il partito-simbolo. Nel nord ovest il voto di protesta è andato alla Lega. Mentre nel M5S è iniziata la resa dei conti interna Grillo rilancia: il voto alle Regionali ed alle Politiche è diverso. Vinceremo in Sicilia.

2)tornano le sfide classiche “centro-destra” contro “centro-sinistra”

Là dove si va al ballottaggio la sfida è tornata quella tradizionale. Soddisfatto il centro-destra, perché nei casi d’intesa tra Forza Italia e Lega si è raggiunto il risultato. La partita finale sarà il 25 quando le logiche del ballottaggio e cioè del voto “contro” (vedi quanto accaduto a Roma) possono portare al ribaltamento dei risultati del primo turno. La domanda è dove andrà l’elettorato che al primo turno ha votato 5Stelle (e i Pd non sono favoriti…..)

3)Il Pd deve stare attento a non cantar vittoria

I risultati delle amministrative non possono essere considerati con il copia e incolla. Semmai possono suggerire a Renzi che il concetto di “squadra” e coalizione dovrebbe essere il principio ispiratore. Lo stesso risultato di Palermo non è una vittoria del Pd che anzi, ha dovuto togliere il simbolo dalle liste. A Trapani Savona si sta giocando la partita solo perché c’erano due candidati zoppi. C’è da giurare che il 25 inoltre sarà il Pd a finire al centro del bersaglio. Tornando in Sicilia già dalle scorse settimane si è costruito il modello Palermo (candidato supportato da numerose liste) cercando di guardare alle regionali. L’intesa era questa: convergenza su Orlando per poi continuare sulla Regione. Lo stesso penta-sindaco a caldo ha detto: adesso con questo progetto civico si andrà alle Regionali. Nelle ultime settimane si è fatto spesso il nome di Pietro Grasso, ex magistrato attuale Presidente del Senato, quale candidato che potrebbe vedere convergere tutti, dagli ex Udc agli alfaniani e comunque spendibile per un voto di opinione. La Nicolini è stata bocciata sonoramente a Lampedusa (che da domenica notte ha un sindaco Pd).Con l’ipotesi Grasso si eviterebbero inoltre le primarie che rischiano di essere un bagno di sangue e portare anche esiti non corrispondenti alla realtà.

“Squadra che vince non si cambia. Quando dicemmo che l'importante era il progetto e non i simboli, la costruzione di un campo largo, la sintonia tra il governo nazionale e le amministrazioni locali, fummo quasi presi per folli. Missione impossibile sembrava ai piu' quella di mettere insieme tante storie diverse. Alla fine ci siamo riusciti- commenta il sottosegretario Davide Faraone- Hanno prevalso le ragioni dello stare insieme, dentro e fuori il Pd, con i nostri alleati. Dalla sinistra ai popolari, oltre a quelle liste che hanno scommesso gia' da tempo in Matteo Renzi”.

Faraone auspica poi la vittoria di Savona a Trapani per il ballottaggio: “Lla vera campagna elettorale inizia oggi, in tutti i 390 comuni siciliani.”

Soddisfatto il segretario regionale del Pd Fausto Raciti:“ i comuni medi e piccoli hanno premiato i nostri candidati sindaco e le nostre liste. Per quel che riguarda il risultati di Palermo voglio ringraziare la Federazione Provinciale del PD e le forze con cui abbiamo scelto di costruire insieme la lista dei ‘Democratici e Popolari’: Alternativa Popolare e Centristi per l’Europa”.

E i Centristi rispondono all’assist per voce di Marco Forzese, capogruppo Ars: “la nostra formazione politica ha dato un contributo affinché prevalesse la politica al populismo. Chi esce sconfitto in queste amministrative è il movimento Cinquestelle. Da subito dobbiamo preparare la strategia per le regionali di novembre costruendo un percorso per arrivare anche alla designazione dello stesso D'Alia per la presidenza della Regione".

In Sicilia è già campagna elettorale per le Regionali con l’avversario a 5Stelle che da domenica fa un po' meno paura di prima. Guai però a confondere i diversi livelli elettorali e, soprattutto a Roma, pensare che quanto accaduto per le amministrative, con un “voto porta a porta” per il candidato, sia la stessa cosa che per il governo nazionale.

Rosaria Brancato

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