Quasi pronte le liste: nomi, gossip, cambi di casacca last minute e...

Quasi pronte le liste: nomi, gossip, cambi di casacca last minute e…

Rosaria Brancato

Quasi pronte le liste: nomi, gossip, cambi di casacca last minute e…

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martedì 03 Ottobre 2017 - 07:24

Entro venerdì 6 dovranno essere presentate le liste. Ma a due giorni dallo scadere in alcuni fronti è ancora caos.

C’è chi ha problemi con la “soglia del 5%”, chi non riesce a chiudere la lista a 8 candidati, c’è chi cerca disperatamente le quote rosa, c’è chi è alle prese con continui addii, chi si blinda, chi cambia casacca all’ultimo minuto, chi ha affisso fuori il cartello “sold out”.

Entro mezzogiorno di venerdì 6 ottobre devono essere presentate le liste per le Regionali e in alcuni partiti è il caos. Se nel centro-sinistra c’è ancora il fuggi- fuggi, a destra stanno preparando il carro per chi salterà dentro dopo le urne e stanno per mettere l’eliminacode.

La parola d’ordine un po' ovunque è: toni bassi, niente panico.

In queste ore si stanno completando i nomi, con l’obbligo di rispettare le quote rosa, così che le donne, usate come tappabuchi, in queste ore sono gettonatissime.

Ma a quanto pare il problema, soprattutto nella coalizione del centro-sinistra, è stato la chiusura delle liste più piccole (Megafono, Arcipelago Sicilia, AP) in modo da renderle competitive e far superare lo sbarramento del 5%.

LE LISTE

A far quadrare il cerchio, nonostante il gossip politico facesse rimbalzare notizie di difficoltà in casa D’Alia, è stata AP, che presenterà 8 candidati. Il capolista è il presidente Ars Giovanni Ardizzone, tallonato da Matteo Francilia. In quota Garofalo è candidata Francesca Moraci (Cda Anas), mentre la novità è Salvatore Mammola, componente dell’esecutivo nazionale e regionale di Italia dei Valori. Delle fughe, che continuano, parleremo tra poco.

Problemi per chiudere le liste li hanno Orlando e Crocetta che da anni si guardano in cagnesco ed hanno quindi scartato l’ipotesi avanzata nelle ultime ore di un’unica lista tra Megafono e Arcipelago Sicilia. Sia Orlando che Crocetta in questi 5 anni hanno dato del filo da torcere al Pd, ma pur di far quadrare i conti nei collegi provinciali, stanno chiedendo “prestiti” ai Dem. Ad andare in soccorso di Leoluca Orlando è il sottosegretario alla sanità Davide Faraone che sta spostando su Arcipelago Sicilia quei “pesi medi” del Pd che rischiano di restare schiacciati nelle liste ufficiali del partito, ma possono così avere opportunità di seggi nella lista di Orlando. A Messina, dove il compito di lavorare alla lista di Arcipelago Sicilia è stato affidato al Pd Nicola Barbalace, nello scorso week end si sono registrati momenti di tensione. La notizia che AP a Messina, a rischio chiusura, avrebbe potuto chiedere “asilo politico” con Orlando, aveva scatenato malumori. L’allarme è rientrato subito.

Nessun matrimonio in vista Orlando-Crocetta inoltre, come si legge anche nella nota diramata dal governatore: “Il Megafono c'è e continuerà ad esserci, non solo alle elezioni regionali, ma anche alle nazionali, con un rapporto privilegiato col partito in cui mi onoro di militare – il PD”. Crocetta si dice pronto ad accogliere nel Megafono candidati che provengono da altre esperienze ma non rinuncerà al simbolo che nel 2012 lo ha accompagnato nella corsa alla Presidenza della Regione. “L'idea di trovare un simbolo diverso dal Megafono, non è condivisibile a tre giorni dalla presentazione delle liste, con i nostri candidati già in campagna elettorale nei territori con manifesti e fac-simili stampati”. Crocetta sarà capolista a Palermo, Catania e Messina.

In riva allo Stretto oltre a Ciccio Calanna è data per certa la candidatura dell’assessore regionale ai beni culturali Aura Notarianni.

Nel Pd i giochi non sono per nulla fatti. Il deputato uscente Giuseppe Laccoto, che si era convinto d’aver “ereditato” il partito, incassando anche la segreteria provinciale con Paolo Starvaggi, inizia a sentire il fiato sul collo della corrente accademica che ha ufficializzato la candidatura di Franco De Domenico e si peserà alle Regionali puntando ad un seggio e guardando alle successive Politiche ed amministrative. Con De Domenico c’è una fetta di Pd, come il gruppo Cilento, il sindaco di Savoca Nino Bartolotta, il consigliere comunale Libero Gioveni. Così Laccoto che inizialmente vedeva come una passeggiata di salute la conquista al quinto mandato, adesso deve vedersela a Brolo con Nino Germanà (tornato a Forza Italia) e a Messina con i “prof” a supporto di De Domenico, con Tani Saija che si peserà, con i renziani storici che stanno dirottando le forze su Matteo Sciotto e con il gruppo Panarello che schiera Emanuele Giglia. Sia Sciotto che Giglia presenteranno le loro candidature domani.

Il problema sono le quote rosa che nel Pd come in gran parte delle liste sono ormai viste come un obbligo tedioso, un po' come la cintura di sicurezza per gli automobilisti indisciplinati.

GLI ADDII, I CAMBI DI CASACCA

Come con le sliding doors per ogni porta che si chiude se ne apre un’altra.

Confermato in casa D’Alia, dopo l’ultimo addio di Libero Gioveni (passato al Pd corrente dei prof), anche quello di Daniela Bruno, che sosterrà Musumeci e la lista Diventerà Bellissima ( c’è chi non esclude la sua candidatura). Con lei si sposterà anche il consigliere comunale Andrea Consolo (il gruppo dei centristi a Palazzo Zanca si è col tempo dimezzato da 6 a 3). A Milazzo Giampaolo Piccolo scrive a D’Alia dimettendosi dagli incarichi a livello provinciale e comunale del partito. Piccolo contesta la decisione di far entrare nella giunta Formica in quota centrista il professor Crisafulli che alle amministrative aveva abbandonato l’Udc per schierarsi con gli avversari. Ed a D’Alia contesta d’aver deciso di appoggiare Formica nonostante due anni fa avesse dichiarato: “Abbiamo dimostrato che non abbiamo botteghe da difendere, ma puntiamo a portare avanti una nuova classe dirigente. Dalle parti di Formica si sono concentrati tutti i vecchi grumi del potere milazzese in un incrocio politico trasversale. Un’ammucchiata di gente che vuole assaltare la diligenza del comune”.

Intanto in Forza Italia, mentre Emilio Fragale, colpito da un raptus di grafomania scrive ogni giorno una lettera per spiegare al mondo perché vota Luigi e Musumeci, Genovese senior incassa consiglieri transfughi.

La notizia era nell’aria da mesi ma a soli 3 giorni dalla presentazione delle liste a fare il salto della quaglia è la consigliera comunale Rita La Paglia che fino alla scorsa settimana era data nella lista di Sicilia Futura e adesso invece dice addio a Beppe Picciolo e passa al Gruppo misto. Lei dichiara di essere in una fase di riflessione e non aver deciso ma indiscrezioni politiche la danno tra quanti faranno campagna elettorale per Luigi Genovese, seguendo le orme del collega Pio Amadeo (eletto nel Megafono e dimessosi dal Consiglio una decina di giorni fa). Amadeo è diventato genovesiano di ferro (così come Carlo Abate, anche lui ex Sicilia Futura) Ma Genovese oltre ai nuovi “acquisti” potrà contare sul sostegno di ritorno di Donatella Sindoni, nel frattempo divenuta capogruppo dell’Udc di Cesa ma che, nonostante ciò appare poco interessata alle sorti elettorali dei candidati Udc Saro Sidoti e Cateno De Luca e più attenta alla campagna di Genovese jr.

Mancano comunque altri 2 giorni alla presentazione delle liste e le novità potrebbero non essere finite.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. SEMBRA UNA INSALATA SICILIANA, PARDON RUSSA ALTRO CHE CAPONATA ALLA SICILIA. MA NON VI SEMBRA CHE NEMMENO UNO DI QUESTI MERITA DI ESSERE RIELETTO? SPECIE UNO VERO D’ALIA?

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  2. MA DOVE VOGLIAMO ANDARE?

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