Galleria Vittorio Emanuele: riflettori accesi su Cosap e sul giallo del condominio

Galleria Vittorio Emanuele: riflettori accesi su Cosap e sul giallo del condominio

Rosaria Brancato

Galleria Vittorio Emanuele: riflettori accesi su Cosap e sul giallo del condominio

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lunedì 27 Aprile 2015 - 22:05

Il 5 maggio tornerà a riunirsi il tavolo tecnico per la riabilitazione e valorizzazione della Galleria Vittorio Emanuele. Nel frattempo si riaccendono i riflettori sui maggiori ostacoli al percorso: il regolamento per l'imposta sull'occupazione suolo e il giallo del condominio che non c'è. Si allarga il fronte dei consiglieri comunali che chiedono fatti immediati e si registrano due interrogazioni su Cosap e condominio.

La riabilitazione e valorizzazione della Galleria Vittorio Emanuele sarà un progetto “partecipato” e condiviso, prova ne è che sin dalla prima riunione del tavolo tecnico, nell’estate 2014, fino a quella della scorsa settimana, hanno partecipato tutte le parti coinvolte, quindi non solo le istituzioni, i progettisti, i consiglieri comunali che hanno sollecitato l’iter, ma anche i titolari dei locali ed i proprietari degli immobili (vedi articolo allegato). Dopo la presentazione del progetto da parte degli architetti Celona e Bertolami, si è dato tempo ai presenti fino al 5 maggio per portare all’attenzione del tavolo tecnico ulteriori proposte,integrazioni, suggerimenti da apportare al disciplinare del regolamento.

Così i titolari dei locali ed i proprietari degli immobili sono già al lavoro per eventualmente fornire un ulteriore apporto a quello che, dopo anni di battaglie, sta diventando un sogno che si concretizza, sia pure lentamente. Gli ostacoli da superare sono tanti, ma il macigno è il problema della tassa per l’occupazione suolo, che ha visto impegnati gli esercenti “sopravvissuti” in una titanica azione per superare ogni forma di intoppo, nell’assoluto disimpegno e disinteresse dell’amministrazione comunale che da un anno, pur a conoscenza del caso, non ha fatto nulla per risolverlo.

Se quindi il tavolo tecnico per la valorizzazione della Galleria, richiesto nel giugno 2014 dai consiglieri comunali Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello con l’obiettivo di attivare quel “percorso condiviso” per la rinascita del sito sta portando i primi frutti messi nero su bianco dagli architetti Celona e Bertolami, la prima grana da affrontare è quella del regolamento Cosap e del condominio.

Nel corso della seduta della scorsa settimana sono emersi due elementi: lo spazio pedonale interno alla Galleria è una strada, denominata via Vittorio Emanuele III (quindi l’area è di competenza del Comune pertanto valgono le stesse norme cosap che per il resto della città) e l’ambiente interno, ovvero lo spazio di transito pedonale, è di proprietà del Comune,dopo la cessione a titolo gratuito nel 1934. Al Comune spetta la manutenzione della volta,la via interna,la pubblica illuminazione. Un terzo aspetto emerso, per la verità sin dalla prima seduta, quella del 24 giugno 2014 è quello relativo all’esistenza, anzi inesistenza, del fantomatico condominio. In quella sede infatti il dottor Caizzone del dipartimento patrimonio dichiarò che nel ’34 il Comune acquisì proprietà e regolamento di condominio ma che attualmente il dipartimento “non aveva contezza dello scioglimento del condominio”. A chiarire il caso è stato l’architetto Bertolami sottolineando come “il condominio non esiste più da tempo”.

In attesa che il progetto di riabilitazione prenda forma c’è l’urgenza di chi da mesi combatte per vedere affermato il diritto all’autorizzazione all’occupazione suolo, senza dover incorrere in continue multe o essere costretto alla chiusura,come purtroppo continua ad avvenire.

Sul regolamento Cosap e sul giallo del condominio si stanno quindi nuovamente accendendo i riflettori dei consiglieri comunali attraverso due interrogazioni.

Già nei mesi scorsi Zuccarello ha presentato proposte per le modifiche alla Cosap ed ha posto all’attenzione degli assessori Signorino, Cucinotta e Pino il caso dei commercianti della Galleria. Ma adesso, proprio i fatti emersi dal tavolo tecnico rendono non più rinviabile la risoluzione della vicenda.

Ecco perché si sta allargando il fronte per il rilancio della Galleria.

Il consigliere Pd Nicola Cucinotta ha quindi presentato un’interrogazione, insieme ai colleghi di partito Donatella Sindoni, Daniele Zuccarello e Benedetto Vaccarino ed ai consiglieri Udc Libero Gioveni, Mariella Perrone e Carmelina David, puntando soprattutto all’urgenza della vicenda cosap.

“Lo stato di degrado della Galleria- si legge- è stato ignorato per troppo tempo da un’amministrazione comunale che in un preoccupante, raccapricciante ed insolente silenzio, ha lasciato un gioiello di rarissimo valore nell’abbandono, nonostante avrebbe dovuto garantirne il decoro, la manutenzione, la sicurezza e la vivibilità, già dal suo insediamento”. Alla luce di quanto emerso, e cioè che lo spazio pedonale è una strada comunale e che il Comune è proprietario dell’area interna e che solo i prospetti interni sono di proprietà privata i consiglieri rincarano la dose.

“Considerato che gli esercizi commerciali si vedono oppressi dall'applicazione pedissequa di un discutibile divieto, che arreca disagi gestionali con consequenziali danni sotto il profilo economico, causa l'impossibilità di offrire un servizio, come avviene invece in altri luoghi di ritrovo e ristoro, e nelle altre due Gallerie italiane intestate ai Re, di Milano e Napoli; Considerato che l’area calpestabile interna risulta a tutti gli effetti una strada denominata Via Galleria Vittorio Emanuele III ed è quindi suolo pubblico e in quanto tale le autorizzazioni dovrebbero essere rilasciate alla stregua delle altre strade cittadine; e chi lavora nella Galleria non può più rimanere ostaggio di un groviglio d’interpretazioni del Regolamento Cosap, che causa il mancato ottenimento dell’autorizzazione, con la paradossale conseguenza che nonostante la determinazione di voler mettersi in regola e partecipare alla valorizzazione del sito, debba puntualmente incappare in spiacevoli sanzioni fino alla chiusura dei battenti. Alla luce di tutto ciò, vista la preoccupazione che la doverosa operazione di restauro possa richiedere tempi biblici, con la presente, chiediamo al sindaco se intende intervenire con tempestività nel porre in essere, realmente e senza slogan, prima dell’arrivo della stagione estiva, tutte le iniziative atte alla valorizzazione della Galleria , se intende farsi carico di emanare un atto di Giunta che dia al Dirigente del Dipartimento Patrimonio indirizzi adeguati per la concessione di autorizzazioni all’utilizzo del suolo pubblico all’interno della Galleria, nel rispetto della normativa vigente e del regolamento condominiale al fine di consentire finalmente ai pochi esercenti sopravvissuti l’esercizio della propria attività”.

Nel frattempo i consiglieri Cucinotta, Zuccarello e Sindoni stanno predisponendo, nelle more, un proposta da portare all’attenzione del Consiglio comunale e che prevede “l’ integrazione e modifica dell’art.5 c.4 lettera “I” del Regolamento Cosap, che esclude dall’applicazione dello stesso, la Galleria Vittorio Emanuele e/o altri casi similari”.

Ad accendere i riflettori sul condominio è il consigliere comunale di SiAmo Messina Piero Adamo, (che già, come presidente della Commissione cultura,ha sottolineato sin dalla prima seduta la necessità di “scommettere” sul grande pregio storico, architettonico del sito per iniziative di tipo culturale ed ha dato massima disponibilità ad ogni collaborazione), insieme al consigliere di circoscrizione Daniele Travisano. Gli esponenti di SiAmo Messina ricordano come “nella intrecciata ed annosa vicenda che ha visto e vede contrapposte le istanze dei privati con i pareri di alcuni dirigenti dell’Ente, sembra assumere valore dirimente l’assenza di un regolare condominio. La Galleria V. Emanuele III è stata realizzata dalla Società Anonima Imprese Edilizie sull’isolato 323 del Piano Regolatore, e ceduta gratuitamente al Comune, il quale ne accetta il trasferimento con deliberazione n.2021 del 15/09/1934; con la stessa deliberazione, l’Amministrazione ha accettato il regolamento contrattuale di condominio del 5/5/1934; alla suddetta proprietà comunale sono stati attribuiti 79.900 mm in riferimento all’intero condominio; il Codice Civile prevede che “quando i condomini sono più di otto, se l'assemblea non vi provvede, la nomina di un amministratore è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dell'amministratore dimissionario” (art. 1129 c.c.). Chiediamo quindi che l’Amministrazione ponga in essere tutte le iniziative legali al fine di determinare la costituzione di un regolare condominio e ciò al fine non solo di agevolare il percorso di regolamentazione della concessione del suolo pubblico ma anche al fine di regolamentare con chiarezza e trasparenza la partecipazione alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria del bene”.

La palla passa adesso all’assessore Pino che ha ereditato la vicenda dal suo predecessore Cucinotta,il quale l’aveva a sua volta ereditata da Signorino,senza che in questi passaggi il caso sia stato affrontato in modo definitivo. Ma adesso che il disciplinare di regolamento si appresta a diventare reale un provvedimento dovrà inevitabilmente essere preso. In caso contrario si arriverebbe al paradosso di una Galleria riqualificata e valorizzata ma “vivacizzata” da locali abusivi….e da saracinesche abbassate.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Nicolò D'Agostino 28 Aprile 2015 05:44

    Tante volte pulita… tante volte imbrattata…

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  2. Nicolò D'Agostino 28 Aprile 2015 05:44

    Tante volte pulita… tante volte imbrattata…

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  3. DOT.SA BRANCATO OTTIMO IL RIFERIMENTO EX ART. 1129 CC, LEGGE 2012, N. 220 ENTRATA IN VIGORE IL 18-06-2013, MA SIAMO ALLE SOLITE. IL PROBLEMA NON E’ L’ART. O LE NORME, E’ L’ENTE PUBBLICO. MI SPIEGO. QUALSIASI ENTE PUBBLICO, SIA COMUNE O ENTE DI GESTIONE TIPO ALET, ALER IACP, MAI OTTIMI PROPRIETARI, ANZI PESSIMI. CON LA RIFORMA DEL CONDOMINIO SONO DIVENTATI, DICIAMO, PIU’ RESPONSABILI. PARLO IN LINEA GENERALE. TUTTI I BENI CHE APPARTENGONO A ENTI SONO TENUTI IN CATTIVO STATO E PESSIMA GESTIONE. “CONCESSIONE DEL SUOLO” SIGNIFICA DIRITTO DI SUPERFICIE? CUCINETTA, SIGNORINO E PINO, MA L’HA EREDITATO DA ADAMO ED EVA’ QUESTO PROBLEMA SERIO? SIGNIFICA CHE PASSANO GLI ANNI E MESSINA E’ TALE TRAFICAMENTE IMPANTANATO FERMA, INCAPACE DI REAGIRE.

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  4. DOT.SA BRANCATO OTTIMO IL RIFERIMENTO EX ART. 1129 CC, LEGGE 2012, N. 220 ENTRATA IN VIGORE IL 18-06-2013, MA SIAMO ALLE SOLITE. IL PROBLEMA NON E’ L’ART. O LE NORME, E’ L’ENTE PUBBLICO. MI SPIEGO. QUALSIASI ENTE PUBBLICO, SIA COMUNE O ENTE DI GESTIONE TIPO ALET, ALER IACP, MAI OTTIMI PROPRIETARI, ANZI PESSIMI. CON LA RIFORMA DEL CONDOMINIO SONO DIVENTATI, DICIAMO, PIU’ RESPONSABILI. PARLO IN LINEA GENERALE. TUTTI I BENI CHE APPARTENGONO A ENTI SONO TENUTI IN CATTIVO STATO E PESSIMA GESTIONE. “CONCESSIONE DEL SUOLO” SIGNIFICA DIRITTO DI SUPERFICIE? CUCINETTA, SIGNORINO E PINO, MA L’HA EREDITATO DA ADAMO ED EVA’ QUESTO PROBLEMA SERIO? SIGNIFICA CHE PASSANO GLI ANNI E MESSINA E’ TALE TRAFICAMENTE IMPANTANATO FERMA, INCAPACE DI REAGIRE.

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  5. CERTEZZA DEL CONDOMINIO? DEVONO ESSERCI ASSEMBLEE REGISTRATI PRESSO UFFICI COMPETENTI O SINGOLI CONDOMINI RISULTANTI NEGLI ATTI DI ACQUISTO DELLO SCIOGLIMENTO. AVVENIRE, SE UN SINGOLO ACQUISTA TUTTO L’ISOLATO, PERIMENTO TERREMOTO, GUERRA, SCOPPIO, INTERVENTO AUTORITA’ GIUDIZIARIA TRAMITE RICORSO DI ALMENO 1/3 DEI CONDOMINI ART. 61 E 62 DD.AA.CC., ASSEMBLEA AI SENSI DELL’ART. 1136, 2 COMMA. VEDASI CAS. CIV. 23-01-2012, N. 867. SCIOGLIMENTO CONDOMINIO TRIB. NAPOLI 02-08-1974, TRIB. ROMA 23-11-1968, TRIB. VENEZIA 25-10-1960. LO SCIOGLIMENTO DEVE AVVENIRE IN FORMA FISICA E NON AMMINISTRATIVA CAS. 01-12-2010, N. 24380. CERCARE NEGLI ARCHIVI SE VI E’ ASSEMBLEA O INTERVENTO DELL’A.G. CHE HA DECRETATO LO SCIOGLIENTO. SUPPOSIZIONI NON ESISTONO

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  6. CERTEZZA DEL CONDOMINIO? DEVONO ESSERCI ASSEMBLEE REGISTRATI PRESSO UFFICI COMPETENTI O SINGOLI CONDOMINI RISULTANTI NEGLI ATTI DI ACQUISTO DELLO SCIOGLIMENTO. AVVENIRE, SE UN SINGOLO ACQUISTA TUTTO L’ISOLATO, PERIMENTO TERREMOTO, GUERRA, SCOPPIO, INTERVENTO AUTORITA’ GIUDIZIARIA TRAMITE RICORSO DI ALMENO 1/3 DEI CONDOMINI ART. 61 E 62 DD.AA.CC., ASSEMBLEA AI SENSI DELL’ART. 1136, 2 COMMA. VEDASI CAS. CIV. 23-01-2012, N. 867. SCIOGLIMENTO CONDOMINIO TRIB. NAPOLI 02-08-1974, TRIB. ROMA 23-11-1968, TRIB. VENEZIA 25-10-1960. LO SCIOGLIMENTO DEVE AVVENIRE IN FORMA FISICA E NON AMMINISTRATIVA CAS. 01-12-2010, N. 24380. CERCARE NEGLI ARCHIVI SE VI E’ ASSEMBLEA O INTERVENTO DELL’A.G. CHE HA DECRETATO LO SCIOGLIENTO. SUPPOSIZIONI NON ESISTONO

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