Atm nella Multiservizi, i dubbi dell'Orsa: "E' un controsenso che penalizza lo sviluppo societario"

Atm nella Multiservizi, i dubbi dell’Orsa: “E’ un controsenso che penalizza lo sviluppo societario”

Atm nella Multiservizi, i dubbi dell’Orsa: “E’ un controsenso che penalizza lo sviluppo societario”

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martedì 19 Maggio 2015 - 08:30

Il sindacato preoccupato del futuro societario chiede un incontro all'amministrazione e si prepara alla protesta . Nel mirino anche il mancato riconoscimento dal 2011 ai dipendenti di alcuni adeguamenti economici contrattuali, nonostante un recente pronunciamento del giudice del lavoro di Messina dia torto all'azienda trasporti.

La Multiservizi inizia a creare dissenso. E se per l’amministrazione Accorinti la riorganizzazione delle partecipate comunali passa dalla costituzione della grande società in cui, nelle intenzioni, dovrebbero confluire i servizi rifiuti, acque e trasporti, c’è chi alza la voce per manifestare dubbi e perplessità nei confronti di un’operazione di cui ad oggi si sa poco o nulla. Nelle intenzioni dell’amministrazione e del segretario Antonio Le Donne, padre della Multiservizi, è tutto chiaro e lineare, ma la realtà ad oggi appare ancora molto nebulosa. E così il sindacato Orsa ha deciso di giocare d’anticipo e di dire la sua dichiarandosi contrario all'ipotesi di far confluire l’Atm nella costituenda società Multiservizi .

"Per un'azienda trasporti l'ipotesi di confluire in una Multiservizi è un controsenso – dichiara Michele Barresi segretario Orsa Trasporti – che rischierebbe di penalizzare ogni sviluppo societario futuro proprio nel momento in cui si vedono primi segnali di ripresa".

Per il sindacato la recente delibera con cui questa Amministrazione ha aperto la strada ad una rivoluzione nel mondo delle società' che gravitano in orbita comunale getta le basi a modifiche strutturali che coinvolgono centinaia di lavoratori e di cui ben poco ad oggi è dato sapere, mentre richiederebbe invece da subito un immediato confronto chiarificatore con le parti sociali e non il semplice rinvio allo studio dei "soliti esperti" .

“Per quanto riguarda l'Atm – secondo Barresi – il percorso interno di risanamento intrapreso da poco più di un anno e di cui oggi si vedono i primi risultati manifesta chiaramente quanto da sempre sostenuto dal sindacato Orsa in merito alla necessità di mantenere interamente pubblica la natura della società di trasporto, a dimostrazione che non occorre la presenza del privato per fare quello che un'oculata gestione della cosa pubblica può svolgere in house”.

Il sindacato non cela il timore per il fatto che anche i trasporti finiranno nel calderone della Multiservizi, della quale ancora questa amministrazione non ha chiarito quale sarà la natura giuridica.

“Di certo – dichiara Barresi – questo non può e non deve spianare la strada a forme occulte di privatizzazione a cui questo sindacato ed i lavoratori si opporranno con ogni forma di protesta possibile. Annacquare inoltre l'Atm in un calderone vasto e variegato come una Multiservizi rappresenterebbe una controtendenza ed un errore strategico”. Il motivo di queste perplessità risiede nel fatto che i servizi che l’amministrazione intende far confluire nella grande società non sono uguali né assimilabili e questo porterebbe il rischio tangibile che l'Atm verrebbe penalizzata rispetto alle altre realtà del panorama nazionale dove al contrario la tendenza è di valorizzare le specificità puntando a più ampie collaborazioni tra aziende di trasporto, magari sotto forme consortili, ma mantenendo l’identità del trasporto pubblico. Per questo l’Orsa chiede un urgente incontro all'amministrazione di Palazzo Zanca in modo da mettere in chiaro i punti salienti di questa operazione.

Il sindacato però punta anche l'attenzione anche su un altro nodo da sciogliere al più presto: il mancato riconoscimento degli adeguamenti economici previsti dal contratto di lavoro, conseguenza di una errata applicazione addebitabile alla vecchia Dirigenza Atm della legge "Brunetta 122/2010. “L'azienda di via La Farina ancora oggi sembra intenzionata a non procedere al riconoscimento di tali spettanze, che ammonterebbero a circa 100 mila euro, non corrisposte in maniera illegittima a numerosi dipendenti dell'Atm sin dal mese di settembre 2011, e questo nonostante una recente sentenza favorevole ai lavoratori del giudice del lavoro di Messina (vedi articolo correlato). Così facendo – dichiara Barresi – si costringeranno i lavoratori e il sindacato a nuovi inutili contenziosi legali che inevitabilmente comporteranno altri esborsi per le casse dell'Atm ed un sicuro danno erariale”.

Sindacato e lavoratori chiedono che l’azienda rispetti l’esito di una sentenza che di fatto riconosce quegli arretrati ai dipendenti e se la soluzione non arriverà al più presto non esiteranno ad incrociare le braccia per quello che probabilmente sarà il primo sciopero dell'era Foti all'Azienda Trasporti Messina.

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