I dipendenti del CUS senza stipendio da 31 mesi, scrivono al CUSI ed al prefetto Trotta

I dipendenti del CUS senza stipendio da 31 mesi, scrivono al CUSI ed al prefetto Trotta

Emma De Maria

I dipendenti del CUS senza stipendio da 31 mesi, scrivono al CUSI ed al prefetto Trotta

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mercoledì 30 Gennaio 2013 - 18:47

Un documento nel quale si rilevano i limiti della gestione commissariale con particolare riferimento all’assemblea dei soci CUS convocata dai Commissari Cama e Melai per il prossimo 6 febbraio.

Sono trascorsi tre anni dal commissariamento del CUS di Messina, tre anni di una gestione straordinaria che avrebbe dovuto rilanciare le sorti del Centro Sportivo Universitario sia sotto il profilo aziendale sia sotto il profilo organizzativo.
A distanza di tre anni però la condizione dell’Ente di Viale Regina Elena sembra ancora incerta e senza prospettive: una condizione di stasi che ha spinto cinque dipendenti dell’Ente sportivo universitario ad indirizzare una lettera al presidente del CUSI – Roma Leonardo Coiana, al Rettore Francesco Tomasello, al Prefetto Stefano Trotta ed al Procuratore della Repubblica Lo Forte.
Un documento nel quale nero su bianco si pone l’accento e si rilevano i limiti della gestione commissariale con particolare riferimento all’assemblea dei soci CUS convocata dai Commissari Cama e Melai per il prossimo 6 febbraio.
Convocazione assemblare che prevede all’ordine del giorno tematiche concernenti costituzione degli uffici assembleari, bilancio consuntivo 2012, relazione finanziaria sulla gestione commissariale, situazione attuale e prospettive future per il CUS, determinazione numero componenti del Consiglio Direttivo, elezioni del Presidente e dei componenti del C.D., elezioni del presidente e dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti e Programma attività per l’anno 2013.

La convocazione assemblare però non tiene in alcun modo conto della condizione nella quale, ormai da cinque mesi, vive il personale dipendente del CUS Messina.

L’Odg infatti da ampio spazio alla rimodulazione degli assetti societari ma allo stesso tempo tralascia la questione dipendenti.

Una scelta che appare ai dipendenti CUS incomprensibile ed immotivata: “Ancora una volta siamo costretti ad esprime la nostra indignazione in merito alle soluzioni gestionali sin d’ora adottate dai Commissari Cama e Melai attualmente alla guida del Centro Universitario Sportivo – scrivono – i quali ancora oggi non ritengono di dover assumere alcun provvedimento a sostegno dell’Ente, nonostante il palese fallimento di questa gestione commissariale”.

Gli autori del documento in particolare si rivolgono al Presidente del CUSI e sottolineano come la nomina del Commissario Cama sia stata ratificata su indicazione del rettore Francesco Tomasello, rilevando come la sua opera avrebbe dovuto essere finalizzata ed impiegata all’attuazione di un piano di rientro economico e di riorganizzazione dello sport universitario.

Sempre secondo gli autori del documento, il rinnovamento della nomina Commissariale per un ulteriore biennio avrebbe dovuto poi ripristinare normalità gestionale e rinnovo degli organi statutari Ordinari: “Il Commissario Cama, così come previsto nella delibera di nomina del 4 Febbraio 2010, ha relazionato con cadenza trimestrale l’andamento economico gestionale dell’Ente coadiuvato attivamente dal Direttore Amministrativo del CUSI e dal vice Commissario CUS Messina Dott. Sergio Melai”.

Fatti alla luce dei quali i dipendenti del CUS Messina puntano il dito ed accusano il Centro Universitario Sportivo Italiano: “Responsabile – scrivono – di questa vergognosa gestione commissariale”.

“Prima dell’arrivo dei Commissari al CUS Messina – spiegano – l’Ente proponeva attività e servizi di vario genere riservati non solo agli studenti universitari, ad esempio atletica leggera, basket, baseball, hockey, rugby, scacchi, karate, nuoto, pallanuoto, softball, tennis tavolo e tiro con l’arco attività a cui si affiancavano aerobica, body building, danza moderna, fitness insieme a corsi di perfezionamento ed attività motoria di base per i più piccoli. Oggi dopo tre anni di gestione Commissariale si registra invece un radicale ridimensionamento di gran parte di quelle attività che hanno fatto la vera storia del Centro Sportivo”.

Un ridimensionamento inspiegabile per i dipendenti CUS: “In questi tre anni di commissariamento – spiegano – nelle casse dell’Ente sono giunte, a vario titolo, ingenti provenienti da enti pubblici e privati, ciò nonostante il disavanzo gestionale ha subito un ulteriore incremento”.

Elementi che spingono i lavoratori ad interrogarsi rispetto agli obiettivi che la gestione commissariale avrebbe dovuto perseguire e raggiungere: rilancio e riorganizzazione dello sport universitario ed elaborazione ed individuazione di un piano finanziario credibile che potesse rilanciare l’Ente.

“I commissari, sin dall’insediamento alla guida dell’Ente, avevano aspramente criticato ed addebitato le responsabilità del crack finanziario alla vecchia gestione ed al sistema che la sosteneva.

Una lotta al vecchio sistema che si è voluto ingaggiare attraverso l’aumento della quota sociale circa 150 euro, finalizzata a disincentivare i vecchi soci, che però ha determinato un notevole ridimensionamento degli iscritti”.

Un’incongruenza che diviene palese, secondo gli autori del documento indirizzato al presidente del CUSI, quando, a distanza di tre anni, la quota sociale di iscrizione torna all’importo originario tra i 10 ed i 15 euro, restituendo così ai vecchi soci la possibilità di essere reintegrati: “E’ opportuno ricordare come il Presidente Piero Jaci per oltre quarant’anni – sottolineano – sia stato sostenuto e rieletto da quegli organi statutari, oggi invitati dai Commissari a provvedere alla nomina del nuovo Presidente, concreto appare dunque il rischio di riconsegnare il Cus Messina nella mani della vecchia gestione”.

Sul banco rimane aperta la questione legata al ritardo delle mensilità maturate, circa 31, dai dipendenti CUS: “L’inadeguatezza dei Commissari ci ha obbligato ad avviare le
procedure legali per il recupero dei crediti vantati; dal 29 Agosto scorso siamo stati costretti a proclamare l’astensione dal lavoro per poter tutelare i nostri diritti, subendo oltre a danni di matrice economica anche quelli legati ad un inevitabile stress psicofisico”.

Dai dipendenti si leva poi un accorato appello al presidente del CUSI: “Ancora una volta chiediamo vengano attivate quelle procedure necessarie affinché – concludono – si possa porre fine ad una vicenda grottesca e vergognosa”.

Emma De Maria

Un commento

  1. Si vabbè…e sti signori fino ad ora come sono sopravvissuti?

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