Milazzo, indetto per il 10 agosto lo sciopero dei portuali ex Garibaldi

Milazzo, indetto per il 10 agosto lo sciopero dei portuali ex Garibaldi

Giovanni Passalacqua

Milazzo, indetto per il 10 agosto lo sciopero dei portuali ex Garibaldi

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venerdì 07 Agosto 2015 - 11:00

La decisione dopo la revoca dell'art. 17 della legge 84/94, che consentirebbe alla coop costituita da 27 lavoratori di partecipare alla gara per l'affidamento dei lavori nel porto. E la Flmu-CUB denuncia anche “il palese raggiro dei lavoratori”, sfruttati tramite agenzie interinali

Non c’è pace per i 27 lavoratori della cooperativa Garibaldi, storica impresa del porto di Milazzo. Il sindacato Flmu – CUB ha infatti indetto per il 10 agosto uno sciopero di tutto il personale dipendente delle tre società che, al momento, lavorano al porto: il Gruppo portuale Milazzo, la stessa coop Garibaldi e la COMET dell’imprenditore Ivo Blandina. La protesta scaturisce dalla revoca dell’art. 17 – L. 84/94 notificata con decreto presidenziale n. 12 del 06/02/2015 dall’Autorità Portuale di Messina: con tale revoca, il porto di Milazzo viene privato della continuità del lavoro delle 27 maestranze che da sempre operano in quest’area.

“Dagli incontri presso l’Autorità Portuale di Messina come anche al Municipio di Milazzo” – spiega il sindacalista Enzo Bertuccelli – “nonostante gli impegni assunti dalle parti nel riuscire ad adoperarsi, ognuno nella propria competenza, di agevolare l’emissione di un nuovo bando ex art. 17 L.84/94 in tempi rapidi, nessuno sviluppo positivo è stato raggiunto. Anzi registriamo, purtroppo, il palese raggiro dei lavoratori, utilizzati impropriamente e fuori regola da società interinali, che avrebbero potuto fornire il personale richiesto soltanto nella misura massima di 1 o 1,5 unità lavorative, così come è previsto dai regolamenti in essere che ne limitano l’utilizzo in tale percentuale massima, e che invece utilizzano ormai dalle 12 alle 16 unità in contemporanea nelle attività preposte”.

Ai 27 lavoratori, costituitisi in cooperativa, era stata promessa la possibilità di “riprendersi” il loro porto, partecipando al bando di gara apposito per il quale, grazie alla loro esperienza, sarebbero favoriti. Ma il sindacato denuncia alcune ambiguità: “Nei fatti, con la interessata logica del perditempo” – continua Bertuccelli – “le 27 unità vengono affamate da un improprio utilizzo del lavoro interinale, comodo alle imprese COMET e GARIBALDI, che pagano parecchio meno le attività di movimentazione merci nel porto di Milazzo, e dal disinteresse dell’Autorità Portuale di Messina, che esibisce la volontà di redigere un bando ad personam per 9 unità anziché per un unico soggetto giuridico, il quale sceglie nella propria autonomia il personale da fornire rispetto alla esigenza richiesta delle imprese. Non accetteremo” – ha concluso il sindacalista – “che il personale che da sempre ha operato nella movimentazione delle merci nel porto di Milazzo venga defraudato del diritto al sostentamento delle proprie famiglie. Non permetteremo di importare mano d’opera proveniente da altre realtà e/o professionalità estranee o di comodo a discapito di chi vi ha sempre operato”.

Mercoledì mattina il porto di Milazzo è stato al centro di un consiglio comunale che ne ha discusso le prospettive future all’interno di una diversa Autorità Portuale. Le due ipotesi sono quelli di un accorpamento con Gioia Tauro o Palermo. Quanto all’ipotesi Gioia Tauro, il sindaco Giovanni Formica è stato abbastanza chiaro: “Le prospettive del porto di Milazzo devono restare legate ai porti siciliani. Non ha senso parlare di ipotesi Gioia Tauro. A noi non interessa e se Messina farà questa scelta noi non ci saremo. Meglio puntare su Palermo, che è anche un “porto core”, con tante possibilità anche sotto il profilo delle risorse per la nostra città”. Il sindaco ha concluso richiamando la questione degli ex lavoratori della coop. Garibaldi. “Le vicende di questi nostri concittadini impongono di ricercare soluzioni che consentano loro di mantenere l’occupazione e quindi, in collaborazione con tutti gli operatori portuali, occorre definire un percorso per il loro impiego anche in servizi diversi da quelli ai quali sono stati destinati in passato”.

Giovanni Passalacqua

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