Alla Caritas la gestione del rifugio: "Vogliamo gente che si sporca le mani"

Alla Caritas la gestione del rifugio: “Vogliamo gente che si sporca le mani”

Eleonora Corace

Alla Caritas la gestione del rifugio: “Vogliamo gente che si sporca le mani”

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lunedì 17 Febbraio 2014 - 13:02

Don Gaetano Tripodo, direttore della Caritas, e padre Francesco Pati, dell'associazione Santa Maria della Strada, esultano per l'apertura del nuovo dormitorio e proseguono la loro opera di assistenza in favore dei più sfortunati

“Vogliamo gente che sa sporcarsi le mani”. Non usa mezzi termini Padre Francesco Pati – da tutti conosciuto come Padre Pati – a cui è stato affidato il compito di dirigere il dormitorio per senza tetto “Casa di Vincenzo” inaugurato questa mattina. Padre Pati è il responsabile dell’associazione Santa Maria della Strada a cui fa capo la Caritas Diocesana di Messina, sulle spalle sue e dei suoi volontari cadrà in larga parte l’onere di gestire il posto e gli ospiti che di volta in volta dovranno usufruirne, per questo l’ecclesiale è così drastico nei termini, per mettere subito in chiaro che il volontariato non è e soprattutto non può essere un passatempo, ma un impegno serio assunto nella massima consapevolezza dei doveri a cui si dovrà corrispondere. “Se pensate di poter venire qui a fumare una sigaretta per poi andarvene a casa, vi sbagliate di grosso”, esclama Padre Pati rivolto ai presenti all’inaugurazione e tramite loro al resto della città. astenersi perdi tempo, dunque, quelle che servono sono persone che “sanno di doversi sporcare le mani e che non si impressionano di fronte ai cattivi odori, che siano di vomito o di urina e soprattutto sappiano trattare sempre e comunque queste persone con dignità, poiché il nostro compito è, appunto, quello di far vivere dignitosamente questa gente. Si può anche vivere per strada, ma non per questo si deve perdere il proprio statuto di persone. Da quando abbiamo aperto l’Help Center alla stazione abbiamo fatto grandi progressi, e questo di oggi è un altro, fondamentale, traguardo”. Padre Pati spiega che i membri dell’associazione cattolica garantiranno ogni notte un presidio di due persone nel rifugio e una squadra che girando per le strade cittadine, suggerirà ai clochard di recarsi alla “Casa di Vincenzo” un posto dove – spiega sempre il parroco – “possono entrare e andar via quando vogliono. Possono vomitarsi addosso, scegliere di fare la doccia o meno, lavare i vestiti o no. possono fare quello che vogliono. L’unica cosa che verrà richiesta è che nessuno usi violenza su un’altra persona”.

La Caritas Diocesana di Messina è da sempre in prima linea nell’assistenza degli ultimi, anche per quanto riguarda i senza tetto, con dieci case d’accoglienza attive sul territorio, aveva offerto la disponibilità di accogliere un centinaio di migranti quando con l’accoglienza in un palazzetto sportivo prima e l’innalzamento della tendopoli poi hanno fatto esplodere il problema dell’ospitalità ai rifugiati nella nostra città. “Da parroco devo ringraziare, per tutte le attività in soccorso del prossimo che riusciamo a fare, il mio Vescovo, poiché è grazie ai contributi che ci manda la Curia che possiamo continuare ad impegnarci per gli altri”. Grande soddisfazione per l’apertura del dormitorio è stata espressa anche da Padre Gaetano Tripodo, il Direttore della Caritas Diocesana di Messina. “Questo è un inizio che può essere l’alba di una crescita di umanità per l’intera città” ha dichiarato Padre Tripodo, aggiungendo anche un elogio per la cura con cui è stata arredata la “Casa di Vincenzo”, nei limiti delle disponibilità economiche di cui i volontari hanno potuto usufruire: “C’ è bisogno dei dettagli, che non sono un lusso, ma sono fondamentali, perché dimostrano la nostra disponibilità ad accogliere gli altri. Spero che dopo oggi non si spengano i riflettori su questo posto e le problematiche sociali che pone, solo allora Messina conoscerà una vera crescita sociale , culturale e soprattutto di umanità”. A proposito di “particolari”, i membri della Caritas e i volontari che hanno aiutato nei lavori si sono premurati di fornire ai venti letti che ospiteranno altrettanti senza tetto, lenzuola di cotone e non usa e getta.

4 commenti

  1. Angelo Silipigni 17 Febbraio 2014 13:41

    Francesco Pati è un grande! Ha smesso di fare il prete che dice messa e predica per scendere in campo e stare accanto a chi ha bisogno.

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  2. Più volte avevo auspicato l’apertura di un dormitorio pubblico per i senza tetto e sono contenta che finalmente ci sia, specialmente conoscendo padre Pati, che è persona attiva e coerente.
    Ora però spero che si abbiano finalmente le nuove graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari,che si acquistino case anche da privati,e che a Messina non ci siano più famiglie costrette a vivere in baracche

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  3. Lodevole iniziativa.

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  4. Ma perchè la prima “notte” non la passavano quì i nostri amatissimi Calogero La Piana e il suo “carissimo” Vicarissimo e monsignorissimo Carmelo Lupò? Erano sicuramente impegnati nella visita pastorale dove invece di incontrare le varie comunità (baraccati, poveri, disperati, peccatori ecc. ecc.)incontrano soltanto quei pochi che incaricati personalmente dal parroco di turno fanno vedere solo lucciole per lanterne. Se non si va nelle periferie e non ci si ferma dinanzi alla sofferenza e alle lacrime è tutta una farsa. Non imbavaglate lo Spirito altrimenti è meglio che vi ritirate dietro le quinte dove probabilmente troverete un letto caldo e cibo in abbondanza.

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