La disfatta di un'intera coalizione, per Calabrò "qualcuno non ha creduto abbastanza"

La disfatta di un’intera coalizione, per Calabrò “qualcuno non ha creduto abbastanza”

Francesca Stornante

La disfatta di un’intera coalizione, per Calabrò “qualcuno non ha creduto abbastanza”

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lunedì 24 Giugno 2013 - 22:51

Delusione, sorpresa, un pizzico di rabbia. Tante le sensazioni raccolte nel lungo pomeriggio che ha segnato la sconfitta dei grandi partiti a Messina. Il centrosinistra dovrà riflettere sugli errori, Felice Calabrò è stato un fiume in piena una volta giunto in via Primo Settembre.

Al primo turno non ce l’ha fatta per 59 voti. Oggi Felice Calabrò era riuscito ad aumentare i consensi a suo favore ottenendo 43.017 voti con il 47,33% delle preferenze. Ma non è bastato. Renato Accorinti ha più che raddoppiato il risultato uscito fuori dalle urne il 9 10 giugno e con 47.866 voti è stato eletto Sindaco di Messina. Il candidato del centro-sinistra ha atteso il risultato a casa, insieme a due dei suoi figli perché il terzo era al grest estivo. E’ arrivato al comitato elettorale intorno alle 18, a risultati ormai ufficiali, è stato accolto da un lunghissimo applauso di amici, supporters, sostenitori. Sorridente, nonostante tutto, Felice Calabrò ha incassato la sconfitta con la sobrietà che lo ha contraddistinto in questa campagna elettorale.

Finalmente vado a correre”, dice non appena riesce a superarare la folla. “Sono sereno e tranquillo, non ho alcun rimpianto o rammarico, ho fatto tutto secondo la mia volontà, non cambierei nulla delle mie scelte. Se mi metto alla guida devo guidare io, lo faccio da quarant’anni. Evidentemente questo non è piaciuto a qualcuno”. E’ un fiume in piena Felice Calabrò che augura a Renato Accorinti ogni bene. “Faccio i miei migliori auguri, onore a chi ha vinto e che Dio lo assista. Va bene così, la città ha voluto questo. La coalizione avrebbe potuto fare di più, avrebbe dovuto credere un po’ di più come ci ho creduto io, ho dato tutto me stesso, è chiaro che qualcosa non ha funzionato, è montato nelle ultime due settimane un voto di antisistema, spero che nessuno se ne debba pentire”. Nessun rimpianto neanche per quel ricorso non fatto dopo l’esito del primo turno “il mio amore per Messina mi ha portato a decidere così, adesso la nostra stella polare resta la città, io continuerò a fare politica all’interno del mio partito perché sono un dirigente del Pd, sarò presente se Renato darà alla città quelle soluzioni di cui ha bisogno. Mi dispiace per le cattiverie che hanno alimentato le ultime due settimane di campagna elettorale, si è voluta un impostare una campagna contro gli spettri e questo non ci ha fatto bene”.

Adesso però il Pd e l’intera coalizione dovranno passare alle riflessioni perché è evidente che qualcosa non ha funzionato tra il primo turno e il ballottaggio. Forse non tutti hanno lavorato nel verso giusto, di certo ha pesato il mancato effetto traino delle liste e questo è ancor di più il segnale che tutti i candidati della coalizione hanno “abbandonato” il loro candidato. Il più deluso e a tratti arrabbiato è Patrizio Marino, segretario cittadino del partito, ha quasi gli occhi lucidi quando Felice arriva al comitato e lo abbraccia. “Rassegnerò immediatamente le mie dimissioni perché troppe cose non sono andate bene. Le primarie hanno avuto un impatto negativo, tutti sono stati presenti quando c’era da tirare Felice per la giacca, ma il patto di lealtà non è stato rispettato da nessuno. Oggi però è il momento di festeggiare Accorinti, all’interno si discuterà dopo”.

Già dalle prime ore di questo pomeriggio iniziato alle 15 alla chiusura delle urne l’umore nel comitato elettorale non era dei migliori. Man mano che arrivavano i dati che davano in vantaggio Accorinti in quasi tutte le sezioni le facce si scurivano, mentre scorrevano le immagini della festa che quasi subito era invece iniziata in via XXIV Maggio nel quartier generale di Cambiamo Messina dal Basso. Da domani dovrà iniziare un’attenta analisi del voto. Un risultato inaspettato per tutti, lontano da ogni previsione, soprattutto alla luce di quelli che erano stati i numeri di due settimane fa.

Per l’assessore regionale del Pd Nino Bartolottala città ha scelto il cambiamento radicale e sottolineo radicale perché Felice avrebbe rappresentato il cambiamento concreto con le basi per governare. E’ la vittoria del voto contro, del voto contro tutto e tutti. Credo che parte dell’elettorato che ha votato Accorinti sia cresciuto negli anni, insieme alle sue battaglie, il resto è arrivato in queste settimane. A noi è mancato il voto d’opinione oltre all’effetto liste che di fatto ci ha penalizzato. Ad Accorinti è andato proprio quel voto di opinione che quando si muove è come un fiume in piena impossibile da arginare”.

Per il deputato regionale del Pd Franco Rinaldi “la gente ha preferito Accorinti, non siamo stati abbastanza convincenti, è una sconfitta non solo per Felice ma per l’intera coalizione. Ritengo che Accorinti avrà serie difficoltà a governare con solo 4 consiglieri di maggioranza e credo che manchino a questo gruppo le competenze amministrative su quelli che sono i nodi cruciali, penso all’Amam, a Messinambiente, all’Atm, al dissesto, vedremo come li vorrà affrontare. La nostra struttura ha retto bene, ciò che non ha tenuto è stato il consenso. Alla luce dei fatti ha prevalso la protesta, è facile dire no, è più difficile sedersi e risolvere i problemi. Siamo pronti a dare una mano ma il populismo non ci appartiene”.

Il deputato dei Democratici Riformisti Marcello Greco ha puntato il dito contro alcuni esponenti politici della coalizione che evidentemente non si sono spesi per supportare in modo adeguato il candidato Felice Calabrò. Il riferimento sembra indirizzato al leader dell’Udc Giampiero D’Alia.

Non si è visto per tutta la giornata il leader del Pd Francantonio Genovese che, al contrario di due settimane fa, non ha raggiunto il comitato. Tra rabbia, delusione dispiaceri, qualche momento di tensione in strada al passaggio dei supporters di Accorinti e malumori per la presenza dei renziani messinesi al quartier generale di Cambiamo Messina dal Basso si è chiusa con la disfatta l’avventura iniziata quasi tre mesi fa per Felice Calabrò.

Un risultato che da ogni parte in via Primo Settembre è stato letto come la vittoria dell’antipolitica, della protesta, di quel cambiamento che forse non porterà alla città ciò di cui ha bisogno. Il dato però, inconfutabile, è che davvero Renato Accorinti è riuscito ad abbattere a mani nude una portaerei e di questo, già da domani, il Pd, l’Udc, il Megafono del Presidente Crocetta, i Democratici Riformisti, il leader del Pd Francantonio Genovese, il Ministro Giampiero D’Alia, il Presidente della Regione Crocetta, i deputati regionali Picciolo, Greco, Rinaldi, Panarello, l’assessore regionale Bartolotta, il presidente dell’Ars Ardizzone, dovranno tenerne conto. Messina ha scelto. I partiti ne prendono atto e cercheranno di capire dove hanno fallito.

6 commenti

  1. stendiamo un velo pietoso, e pensiamo a lavorare per il bene della città!

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  2. Hanno fallito in tutto, in primis nell’amministrazione della città permettendo a persone come Amata di essere assessore della Giunta comunale.

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  3. L’ON.le Franco Rinaldi invece di dichiarare che il Nuovo Sindaco non puo governare con solo 4 consiglieri , perche invece non da concretamente una mano alla risoluzione dei problemi della citta ?. Mi sembrerebbe giusto e responsabile. L’on-le Rinaldi perche’ non si chiede come e’ e chi l’ha portato alla regione. Caro Franco , non ti ricordi quando venti anni fa scendevi al ritrovo Trinacria con i pantaloni da mimetica e da vecchio fascio ?.

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  4. Caro Rinaldi se c’è uno che non ha perso è proprio Felice Calabrò. Avete perso tu, tuo cognato, quell’altro giuda del nostro ministro messinese, tutti quei pagliacci che dopo aver firmato il patto delle primarie lo hanno disatteso e tutti quei galoppini che hanno tirato i remi in barca subito dopo essersi assicurati l’elezione al consiglio.

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  5. Io credo che la sconfitta di Calabrò, ma più in generale della coalizione, abbia radici nell’avere dimostrato l’incapacità di dare soluzione, in questi anni, ad almeno qualche problema della Città. Molte chiacchere e pochi fatti. Inoltre è stata deplorevole la vicenda con i Renziani che il PD ha pagato tra le sue stesse file con una forte spaccatura dell’elettorato di riferimento in centro Città! Poi Accorinti è stato bravo, oltre ogni provisione, complimenti. Ora viene il difficile, tutti sanno quale è l’eredità da cui si parte. Ma se i politici di lungo corso che hanno amministrato in questi anni ci hanno portato a questo punto non si può che fare meglio, anzi molto ma molto meglio! Auguri Messina.

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  6. Non è dato sapere se la coalizione perdente abbia sottovalutato le potenzialità del movimento di Accorinti (cui va il giusto plauso) oppure se la grande macchina elettorale firmata Genovese/D’Alia/Picciolo sia rimasta ferma e perché.
    Io propendo per la seconda ipotesi.
    Ed in questo sono d’accordo con giuseppevinci (anche se non condivido i toni): Felice Calabrò è stato lasciato solo. E su questo, Egli deve fare una profonda riflessione.
    Così come dobbiamo fare tutti i cittadini.
    Il sindaco Accorinti avrà un consiglio comunale che con Lui non ha nulla a che vedere. Le “sciarre” saranno all’ordine del giorno e la città pagherà le conseguenze.
    Alla fine perderemo tutti, io, infatti, al senso di responsabilità di quanti sono stati eletti non ci credo.
    Spero comunque di sbagliarmi, viste le condizioni in cui versa la città e i disagi che vivono tutti i giorni i cittadini.

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