Il Renzi's day: Masterplan, G7 e Referendum. "Il Ponte? Sì, ma dopo le priorità"

Il Renzi’s day: Masterplan, G7 e Referendum. “Il Ponte? Sì, ma dopo le priorità”

Rosaria Brancato

Il Renzi’s day: Masterplan, G7 e Referendum. “Il Ponte? Sì, ma dopo le priorità”

Tag:

sabato 22 Ottobre 2016 - 22:01

La firma del Patto per Messina Metropolitana, il comizio per il sì al Referendum. Dopo la tappa a Taormina per il G7 il premier è arrivato in città per una visita di poco più di un'ora. Ad attenderlo le istituzioni all'Università e la folla al Palacultura.

In poco più di un’ora ci ha messo dentro tutto: referendum, Italicum, pensioni, Patto per Messina, Ponte, G7. Una macchina da guerra, che in 12 ore ha attraversato la Sicilia, iniziando la giornata del 22 ottobre a Palermo, con l’inaugurazione dell’Anno Accademico, per poi spostarsi a Trapani, quindi la tappa di Taormina, poi l’Università di Messina per firmare il Masterplan e concludere al Palacultura con un bagno di folla per il sì al Referendum.

L’ultima volta di Renzi a Messina risale all’estate del 2013, Piazza Duomo, campagna elettorale per le amministrative. Adesso, 3 anni e mezzo dopo, firma quel Patto che porterà alla Città Metropolitana 323 milioni di euro nel primo biennio, per raddoppiare in quelli successivi (se saremo in grado di realizzare i progetti).

In poco più di un’ora il premier incassa l’incontro a Taormina per il G7 del 26 e 27 maggio 2017 e la firma del Patto per Messina. Lo fa senza battere ciglio, ben sapendo che ha dato con queste due mosse un segnale chiarissimo di attenzione per il nostro territorio.

La prima tappa è Taormina. Ieri via twetter Renzi aveva lanciato il logo per il G7. Oggi si sofferma con il sindaco, la giunta e i giornalisti per ripetere: “Fuori dall’Italia tutti dicono che la Sicilia è mafia. Io dico no. E ho deciso di organizzare il G7 qui. E quando l’ho detto in Toscana gli altri sindaci mi hanno fatto l’applauso”.

Neanche il tempo d’incassare anche gli applausi di Taormina che il presidente del Consiglio arriva in una Messina blindata. L’organizzazione del premier ha fatto di tutto per evitare qualsiasi tipo di contatto diretto di Renzi con la stampa e con chiunque volesse contestare (contro il referendum, contro il ponte, piuttosto che contro la riforma della scuola). Non ce ne vogliano gli organizzatori locali ma la visita di Renzi, per volere dello staff del presidente, è stata letteralmente blindata per evitare che anche un solo giornalista locale si avvicinasse per porre una domanda o un contestatore provasse a far vedere un cartello NO ponte. E questo non è certo un buon segnale.

Ad accoglierlo un’Aula Magna alla presenza di tutta la politica, dai consiglieri di circoscrizione via via fino ai consiglieri comunali, ai sindaci, ai deputati, ai vertici delle istituzioni regionali, assessori, il presidente Crocetta, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.

Il premier ha scelto come “location” per la firma di un Patto che per il nostro territorio sarà una piattaforma di lancio per lo sviluppo proprio l’Ateneo ed infatti è stato il Rettore Pietro Navarra ad aprire gli interventi ricordando che “L’università è il luogo in cui, per sua natura, viene progettato il domani”. Il Masterplan altro non è che il domani di Messina Metropolitana.

Eppure nel dicembre 2015 Messina era rimasta fuori dall’elenco delle Città Metropolitane inserite nel Masterplan. Solo l’intervento della deputazione messinese, dai Pd Tommaso Currò ed Ernesto Carbone, all’Udc Gianpiero D’Alia, agli Ncd Enzo Garofalo e Bruno Mancuso, ha portato all’inserimento di Messina. Ma non è finita lì perché i successivi 9 mesi sono stati un continuo pressing, grazie anche alla piena collaborazione del sottosegretario De Vincenti per arrivare a questo traguardo. Siamo arrivati per ultimi, ma il traguardo è stato raggiunto con grande partecipazione. Ed è quanto ha ricordato Accorinti che, maglietta Free Tibet (evitando quindi quella No ponte per scongiurare incidenti diplomatici col premier dopo le dichiarazioni a La Zanzara), ha evidenziato la condivisione tra i 108 comuni “Il Sud è stato abbandonato per 150 anni, abbiamo continue emergenze, ferrovie disastrate, infrastrutture inesistenti. Oggi è un grande traguardo, ma io lascerò un pro memoria…..”.

Il primo pensiero Renzi lo ha rivolto ai sindaci, a quelli che nel Patto per Messina vedono davvero l’opportunità per crescere ed uscire da situazioni drammatiche: “Penso ai sindaci delle piccole comunità, luoghi di straordinaria bellezza o di particolari difficoltà. Quando fui eletto sindaco ricordo un cittadino che mi disse: “Ricordati che la sera sei l’ultimo che deve spegnere la luce”. Per fortuna non è così ma è l’immagine del buon padre di famiglia, quando parliamo di bene pubblico parliamo essenzialmente di tutto ciò. Siamo alla firma di un importante accordo. La differenza rispetto al passato è che così il governo controlla i sindaci, i sindaci controllano il governo e i cittadini controllano se tutto funziona”.

Dal Masterplan Renzi è poi passato all’analisi dei rapporti con L’Europa sulla questione migranti: “L’Italia non accetterà di vedere finanziamenti per quei paesi che poi hanno alzato i muri. L’Europa si fa con il dialogo non con i muri. Il 2017 sarà importante per la provincia di Messina anche per il G7, abbiamo scelto di spostarlo qui quando qualche malevolo personaggio europeo ha detto che la Sicilia è terra di mafia. La Sicilia è un crogiuolo straordinario di culture, è il simbolo dei nostri tempi. Sarebbe bello che l’Università potesse aiutarci anche nella costruzione di incontri ed eventi perché pensiamo sia cruciale l’aspetto educativo e accademico, dalla crisi non usciamo mettendo insieme tre algoritmi ma facendo una grande scommessa culturale”.

Mentre Renzi parlava ad amministratori, politici e rappresentanti delle Istituzioni, poche centinaia di metri più in là il Palacultura si andava affollando per il discorso sul sì al Referendum. Anche lì però giornalisti resi "innocui" e non a portata di domanda….

Ed è lì che, lasciando i panni del premier, Renzi ha fatto da anfitrione, trascinando la folla del Palacultura con l’abilità del politico e di chi sa stare sulla scena, tra una battuta e un sorriso, tra una replica ed un applauso.

In sala nessuna forte contestazione, ma la platea più di ogni altra cosa chiedeva di sapere cosa Renzi pensi davvero sul Ponte.

In realtà il premier non ha risposto chiaramente. E quel che ha detto lo ha detto a fine comizio, prima del brano di Jovanotti e dei selfie di rito.

“So che non v’importa parlare di referendum ma di lavoro e sviluppo. So che i vostri figli vanno via. Ma andare via non è una brutta cosa. Andare via può essere bello se sai di poter tornare. L’Italia è stata tra le economie più in crescita dal 1946 al ’92. Poi più nulla. Noi vogliamo cambiare. E lo vogliamo fare con questo Referendum. Quando si sono resi conto che stavamo cambiando davvero il Paese allora si sono svegliati tutti e hanno detto no”.

Renzi si è a lungo soffermato sulle ragioni del sì “dovete scegliere, o sì o no, non c’è una terza opzione, come …ritenta sarai più fortunato”. Ha replicato a chi dalla sala gli chiedeva di Banca Etruria, vitalizi, pensioni, ed ha lanciato una stoccata ai 5Stelle: “Ci hanno paragonato a Pinochet, dicendo che si rischia la deriva autoritaria. Ma Pinochet ha portato la dittatura, migliaia di persone uccise, torturate. Questo attacco non è contro di me, ma contro il Paese”.

Infine quel che tutti chiedevano, una dichiarazione sul Ponte: “La situazione delle infrastrutture è devastante. Per andare da Trapani a Palermo in treno è drammatico. Dobbiamo portare l’alta velocità anche qui. C’è al Nord, stiamo finendo la Salerno-Reggio Calabria, faremo la Napoli-Bari. E’ evidente che si deve fare, ma prima dobbiamo completare questa fase. Non è possibile che nessuno dice nulla quando spendiamo 6 miliardi per la Torino Lione e poi quando si tratta del Sud non ci sono soldi”.

Insomma, per Renzi il Ponte è sì ma dopo. Dopo le priorità sul fronte infrastrutturale. Il premier ha quindi lasciato tra gli applausi e le note di Jovanotti la sala senza vedere, né al Palacultura né all’Ateneo i manifestanti fuori dai due siti, tenuti a distanza da cordoni di sicurezza. I no al Ponte si sono uniti ai No al referendum ed i no alla riforma della scuola. Ma Renzi non li ha neanche visti. Così come non ha visto i cronisti perchè non c'è stata alcuna conferenza stampa.

Chi invece ha saputo dare al premier quella risposta in termini di numeri che si aspettava è il centro-sinistra.

Il Palacultura affollato è un segnale di forte presenza di un centro-sinistra che sta costruendo senza Genovese e si prepara alle sfide del 2017 senza la sindrome del figlio del dio minore o complessi d’inferiorità

Il Pd ha dato dimostrazione di esserci e di esserci insieme agli alleati. Non si è estinto con la trasmigrazione in Forza Italia dei genovesiani.

In sala il Pd di Ernesto Carbone, Tommaso Currò, Francesco Palano Quero, Alessandro Russo, Antonella Russo, dei giovani dem, insieme alle forze del gruppo di Beppe Picciolo, all’Udc di Gianpiero D’Alia, ad Ncd di Nino Germanà, sta iniziando a fare prove di alleanza. Far trovare al premier un Palacultura pieno di giovani, 3 anni e mezzo dopo la sua ultima visita e dopo 3 anni e mezzo scanditi dalla sconfitta elettorale, dalle inchieste e dalle fughe, è stato un primo grande risultato. E Renzi sicuramente se ne è accorto.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. È EVIDENTE che Renzi vorrebbe farlo stu ponti.”Presidè u facemu stu ponti?”Lo impone la logica,il buonsenso,il senso di giustizia,l’esigenza”divina” di riparare ad una scandalosa sperequazione infrastrutturale che condanna la nostra comunìtà alla rassegnata condizione di schiavitù e subalternità culturale ed economica.Ma quando lo stesso popolo colonizzato( imbecille al 90% secondo Eco e Cipolla inclusi intellettuali,professori,artisti,non immuni anch’essi da manipolazione del pensiero,elegge a proprio rappresentante una”maglietta NoPonte”,sceglie di autocastrarsi assecondando il”pensiero unico” indotto dal sistema mediatico-razzista antimeridianale della grande stampa e TV delC/ Nord,cosa ci si poteva aspettare di più ieri da Renzi? NEMESI

    0
    0
  2. È EVIDENTE che Renzi vorrebbe farlo stu ponti.”Presidè u facemu stu ponti?”Lo impone la logica,il buonsenso,il senso di giustizia,l’esigenza”divina” di riparare ad una scandalosa sperequazione infrastrutturale che condanna la nostra comunìtà alla rassegnata condizione di schiavitù e subalternità culturale ed economica.Ma quando lo stesso popolo colonizzato( imbecille al 90% secondo Eco e Cipolla inclusi intellettuali,professori,artisti,non immuni anch’essi da manipolazione del pensiero,elegge a proprio rappresentante una”maglietta NoPonte”,sceglie di autocastrarsi assecondando il”pensiero unico” indotto dal sistema mediatico-razzista antimeridianale della grande stampa e TV delC/ Nord,cosa ci si poteva aspettare di più ieri da Renzi? NEMESI

    0
    0
  3. La folla quale folla ? Mandate i video .
    La verità sarà il 4 Dicembre ,vedremo tutta quella folla di votanti per il SI.In città c’è il passaparola andiamo tutti a votare per il No andranno a votare persone che non votano da oltre 20 anni.D’Alia ormai a 4 voti Germanà forse viene votato dalla sua famiglia ,Picciolo ormai è diventato Piccolo e il Pd viene votato da 4 amici al bar.Mandate i video di tutta questa folla .

    0
    0
  4. La folla quale folla ? Mandate i video .
    La verità sarà il 4 Dicembre ,vedremo tutta quella folla di votanti per il SI.In città c’è il passaparola andiamo tutti a votare per il No andranno a votare persone che non votano da oltre 20 anni.D’Alia ormai a 4 voti Germanà forse viene votato dalla sua famiglia ,Picciolo ormai è diventato Piccolo e il Pd viene votato da 4 amici al bar.Mandate i video di tutta questa folla .

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007