Stu Tirone, Cavallaro: “L’amministrazione smetta di comportarsi come un comitato di protesta”

Stu Tirone, Cavallaro: “L’amministrazione smetta di comportarsi come un comitato di protesta”

Danila La Torre

Stu Tirone, Cavallaro: “L’amministrazione smetta di comportarsi come un comitato di protesta”

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venerdì 08 Novembre 2013 - 11:20

Abbiamo incontrato l’amministratore delegato della società, che si dice preoccupato del silenzio istituzionale dell’esecutivo di Palazzo Zanca e della demonizzazione mediatica della Stu Tirone. Per difendere l’immagine della società e la bontà dei progetti, Cavallaro ha anche creato una pagina Facebook

Stu è l’acronimo di società di trasformazione urbana, Tirone lo storico e degradato borgo che sorge ad un passo dal centro cittadino. La Stu Tirone è la società nata su input del Consiglio comunale, che con delibera del 2001 ne avviò l’iter di costituzione, ed è composta da 7 soci privati ( Pizzarotti Spa; Studio FC&RR Associati srl; DE.MO.TER srl; Arcovito Paiolo Costruzioni srl; Quattropartei srl; Trio srl; Ingegenria e finanza srl) e dal Comune di Messina, che detiene il 30% delle quote . I rapporti tra l’ente pubblico ed i soci privati sono regolati dalla Convenzione siglata il 29 ottobre 2004 dall’allora commissario straordinario di Palazzo Zanca, Bruno Sbordone, e dall’attuale amministratore delegato della Stu Tirone, Franco Cavallaro, ai tempi anche vice presidente della del Consiglio d’amministrazione della Società denominata “Il Tirone Spa”.

In base a quell’accordo, l’ente pubblico e i partners privati avrebbero dovuto rendere compatibili il piano industriale , successivi programmi urbanistici e singole opere pubbliche con gli elaborati presentati dal Comune di Messina in sede di presentazione della candidatura alla selezione del Ministero delle infrastrutture per il contratto di quartiere. Con decreto del vice ministro delle Infrastrutture del 2 marzo 2005, Palazzo Zanca ottenne un finanziamento sui fondi del Contratto di quartiere “Il Tirone” per un importo di 8,5 milioni di euro , successivamente rimodulato a 6,3 milioni di euro.

In questi anni di Stu Tirone si è parlato tanto, troppo ma –tra veti istituzionali incrociati, prese di posizioni da parte di esponenti politici , l’inevitabile avvicendamento delle varie amministrazioni alla guida Comune di Messina (gestioni commissariali comprese), proposte di messa in liquidazione della società – nulla di concreto ad oggi è stato realizzato. Da Genovese a Buzzanca passando per i commissari Sinatra e Croce , il progetto Stu è rimasto su carta ed oggi più che mai sembra essere fortemente messo in discussione dall’amministrazione Accorinti , che tuttavia non ha ancora detto ufficialmente cosa intende farne. L’unica certezza è che il Comune di Messina sta cercando il nuovo presidente da piazzare al vertice del Cda.

Il silenzio dell’esecutivo di Palazzo Zanca preoccupa e non poco i soci privati che per bocca dell’amministratore delegato Franco Cavallaro,da noi interpellato nei giorni scorsi, fanno sapere: "Abbiamo bisogno di atti formali che in questo momento non ci sono”. L’allarme dei privati nasce soprattutto dalla demonizzazione mediatica della Stu, a cui non si è sottratta – sin dai primi giorni del suo insediamento – la nuova amministrazione . Cavallaro lancia ad Accorinti ed ai suoi assessori un appello, che suona più come una critica: “Devono smetterla di ragionare come un comitato popolare di protesta ed iniziare ad agire come un soggetto istituzionale” .

I soci privati si dicono pronti a collaborare con l’Amministrazione Accorinti“a patto che non veniamo aggrediti”, precisa Cavallaro, il quale ha anche creato una pagina Facebook per smascherare le 10 bugie sulla Stu Tirone (VEDI LINK IN BASSO).

Secondo l’ad delle società, rientra tra le 10 bugie l’accusa di eccesivo carico volumetrico, tradotto massa di cemento, in una zona considerata particolarmente sensibile dal punto geomorfologico. A tal proposito Cavallaro intende fare chiarezza, sottolineando che “le volumetrie introdotte dal piano sono quelle consentite dal piano e gli interventi consistono in strutture pubbliche (parcheggi, uffici, e commercio) che permetteranno la riorganizzazione urbana del centro, rendendo poco appetibile l’eventuale espansione in aree periurbane”.

L’amministratore delegato della Stu Tirone spiega inoltre che le ipotesi progettuali e sono state via via modificate per renderle ‘compatibili’ con l’ambiente circostante. “Ad esempio – chiarisce Cavallaro – originariamente, nello studio di fattibilità , il centro commerciale si sviluppava dal piano terra su 5 elevazioni e superiormente si sviluppava l’edilizia residenziale pubblica per 4 elevazioni , per un totale di 10 elevazioni (paino terra e nove piani), con un portico intermedio e due piani di parcheggi interrati. In sede di progettazione definitiva , l’edilizia residenziale pubblica è stata si sviluppa su 8 elevazioni (piano terra e 8 piani), di cui due a parcheggi .Il centro commerciale sarà realizzato a parte e avrà tre elevazioni (piano terra con parcheggi e due piani). La volumetria – sottolinea Cavallaro – è così scesa da 6.300 a 2.200”.

Come illustrato nella scheda progettuale, il centro commerciale si innesta , alla quota del vale Italia, sul piano della copertura dell’edificio residenziale , dando vita ad un porticato panoramico sulla città, verso lo stretto. Ma sia questo che gli altri interventi edilizi non convincono , non solo gli ambientalisti ma anche alcune istituzioni , in primis il Genio Civile, che sui progetti della Stu Tirone ha alzato il disco rosso. Nel mirino dell’ingegnere capo Gaetano Sciacca ci sono anche l’ edificio a 9 piani da adibire ad uffici in viale Cadorna, l’edificio residenziale viale Italia con annesso parcheggio e quello a 5 elevazioni destinato ad edilizia residenziale privata di 14 alloggi.

L’ingegnere Cavallaro ed i soci privati non si spiegano il perché di tanta ostilità nei confronti di una progettazione che, a loro modo di vedere , mira a rendere più vivibile una fetta di territorio cittadino, oggi abbandonata a se stesso. Tuttavia, l’amministratore delegato Cavallaro fa capire di non essere ‘innamorato’ di quei progetti e – d’accordo con gli imprenditori che hanno deciso di investire sulla Stu Tirone, si dice aperto a soluzioni alternative e ad eventuali trasferimenti degli intereventi edilizi in altra zona: “Noi siamo potremo messere disponibili, se ragionassimo insieme al Comune in termini propositivi e non distruttivi”. Ma il vero nodo è che in questo momento non esiste alcun dialogo tra l’amministrazione Accorinti ed i partners privati della Stu. “Solo qualche contatto con l’assessore De Cola, il dirigente Amato e l’assessore Signorino , ma nulla di più”, afferma Cavallaro, che aggiunge: “in questo momento siamo fermi, in attesa che da Palazzo Zanca si muovano e ci dicano cosa vogliono fare della Stu”. L’amministratore delegato della Stu ci tiene, poi, a sottolineare che “la società è perfettamente in vita, c’è il bilancio il 2012 che deve essere approvato e nessun debito da coprire. Peccato per chi sperava in una morte naturale della società.”

La società, dunque, è viva e vegeta, ma il suo destino dipende da ciò che vorrà fare l’amministrazione Accorinti. Ad aspettare una riposta definitiva sono sia i soci privati che i cittadini messinesi. (Danila La Torre)

https://www.facebook.com/notes/il-tirone-spa/le-10-bugie-sulla-stu/364381970330991

Un commento

  1. Franco CAVALLARO è duro di comprendonio, non ha ancora capito che la sua STU TIRONE, montagna di cemento armato nel cuore della città, sia m o r t a per sempre. U CAPISTI?

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