Derivati: per il Comune una partita persa in partenza. E con Dexia la guerra legale va avanti

Derivati: per il Comune una partita persa in partenza. E con Dexia la guerra legale va avanti

Danila La Torre

Derivati: per il Comune una partita persa in partenza. E con Dexia la guerra legale va avanti

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venerdì 28 Ottobre 2016 - 14:28

L’amministrazione “brinda” alla chiusura dell’accordo con Bnl, ma resta il contenzioso con l’istituto bancario che ha sede a Roma. L’esperto Cannizzaro: «Non gli daremo tregua, perché siamo convinti delle nostre ragioni»

Se il capitolo dei contratti di finanza derivata è stato definitivamente chiuso con Bnl, grazie alla transazione sottoscritta tra il Comune e l’istituto bancario (vedi articolo in pagina), resta invece aperto con Dexia Spa. La guerra legale con la banca che ha sede a Roma dunque va avanti e in ballo per Palazzo Zanca ci sono oltre 12 milioni di euro di perdita, che si aggiungerebbero ai 4,2 milioni di euro già versati, per un danno complessivo di 16.590.823,70 milioni di euro. Numeri da capogiro illustrati stamattina nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sala Falcone- Borsellino, alla presenza del sindaco Renato Accorinti, dell’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Signorino, dell'avvocato Nino Parisi, e dell’esperto comunale in materia di contabilità locale, strumenti e servizi finanziari, Giuseppe Cannizzaro. Quest’ultimo, dopo aver spiegato che sino ad oggi Dexia ha chiuso le porte a qualsiasi ipotesi di accordo, ha assicurato: «Non gli daremo tregua, perché siamo convinti delle nostre ragioni».

Cannizzaro, che dal 2013 segue dal punto di vista strettamente tecnico la complicata vicenda dei derivati, e l’avvocato Parisi, che si occupa della parte legale sin dai tempi dell’amministrazione Buzzanca, sono certi di poter dimostrare che dai quei contratti sottoscritti tra il 2002 e il 2007 non solo il Comune non avrebbe mai potuto avere alcun vantaggio concreto , ma addirittura ne avrebbe avuto un danno certo a fronte di una rendita garantita per gli istituti di credito . C’è di più: nell’affare derivati, Bnl e Dexia oltre ad essere parti contraenti sono anche i consulenti a cui le amministrazioni del tempo si erano rivolte per avere consigli e rassicurazioni in materia di finanza derivati. Consulenti tutt’altro che disinteressati, evidentemente.

Il sindaco Accorinti e l’assessore Signorino considerano l’accordo raggiunto con la Bnl una carta importante da giocarsi anche nella causa con Dexia e sono fiduciosi di poter provare – grazie alla perizia di Cannizzaro, più volte ringraziato dal primo cittadino per l’importante lavoro svolto – che nella stipulazione dei contratti di finanza derivata una delle due parti ha “barato”, e non può essere certo chi non ne avrebbe mai avuto un ritorno economico. L’unico vantaggio per il Comune di Messina è stato infatti una iniziale liquidità da dover però restituire.

A proposito della transazione chiusa con la Bnl, nel corso dell’incontro con i giornalisti sono stati resi noti i dettagli. In concreto, l’istituto bancario rinuncia ai flussi “insoluti” (le rate non versate dal Comune a partire dal 2009), ai relativi interessi e al versamento delle rate future fino a tutto il 2017, per un totale di 6,2 milioni di euro, oltre ad interessi. Il Comune, da parte sua, restituisce in 20 anni, a partire dal 2018 e fino al 2036, un importo inferiore di 115.000 euro rispetto a quanto aveva ricevuto dalla banca nel periodo 2003-2009, determinando una condizione più favorevole rispetto a quanto avrebbe ottenuto nel caso in cui il giudice avesse annullato tutti i contratti. Ambedue le parti rinunciano al contenzioso, risparmiando le ingenti spese connesse a un giudizio su cui era chiamato ad esprimersi il Tribunale inglese.

«Avere riaperto una partita compromessa da un giudizio pesante della Cassazione che aveva determinato l’archiviazione del procedimento penale è un vero miracolo» , ha detto il sindaco Accorinti , che ha poi aggiunto: «La transazione che firmiamo è ancora più favorevole rispetto a quanto avremmo potuto ottenere con l’annullamento dei contratti, caso in cui avremmo dovuto restituire l’intera cifra ricevuta più interessi e rivalutazioni, per un totale che si può stimare in più di 7 milioni. In caso di sconfitta avremmo probabilmente dovuto pagare complessivamente anche oltre 13-14 milioni. Sono risultati importantissimi che annullano una ipoteca enorme sulla testa dei cittadini»

L’assessore Signorino ha invece commentato: «Abbiamo raggiunto un risultato importantissimo , non solamente si elimina ogni danno economico a carico del Comune, ma con l’accordo su tempi e modalità di pagamento si riduce di oltre 3 milioni il peso del piano di riequilibrio».

Adesso l’accordo dovrà essere esaminato dal punto di vista contabile dal Collegio dei Revisori dei Conti, per poi essere sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale.

Danila La Torre

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