Lunedì via alla demolizione dell’ex inceneritore. Tre associazioni sollecitano le bonifiche

Lunedì via alla demolizione dell’ex inceneritore. Tre associazioni sollecitano le bonifiche

Marco Ipsale

Lunedì via alla demolizione dell’ex inceneritore. Tre associazioni sollecitano le bonifiche

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venerdì 04 Novembre 2016 - 11:38

Erano stati aggiudicati due anni fa e bloccati da un ricorso prima al Tar e poi al Cga. Ora, finalmente, i lavori possono iniziare, dureranno cinque mesi. Vento dello Stretto, Fare Verde e Zda, da sempre in pressing per accelerare la riqualificazione della Zona Falcata, chiedono che si acceleri sul fronte delle bonifiche e invitano la deputazione messinese a parlare con Crocetta e Renzi per la proroga all’Autorità Portuale

Entro fine anno l’approvazione definitiva del Piano regolatore portuale, frutto del Patto per la Falce firmato a gennaio. A giugno la demolizione dell’ex Smeb, a settembre l’inaugurazione del parco Don Blasco, a ottobre la convenzione tra Autorità Portuale e Università per le bonifiche. E lunedì, finalmente, il via alla demolizione dell’ex inceneritore. Il 2016 è stato un anno proficuo per la Zona Falcata, dopo decenni di immobilismo.

L’inceneritore è uno dei simboli della miopia di chi lo ha pensato in un’area ricca di bellezze storiche, culturali e ambientali. Tra cinque mesi (la ditta avrà 145 giorni di tempo per l’esecuzione dei lavori) non vedremo più quello scempio a deturpare la Zona Falcata, pur se tanti altri ne restano. Anche in questo caso, come sempre, le traversie non sono mancate. I lavori sono stati aggiudicati alla ditta Messina Sud di Mili San Marco ben due anni fa, il 14 ottobre 2014, poi è iniziata la consueta contesa giudiziaria che si è chiusa il 26 febbraio di quest’anno con la sentenza del Cga, che ha respinto il ricorso avanzato dalla seconda classificata, la Cosiam di Gela. Eppure ci sono voluti ancora altri 8 mesi prima di arrivare all’avvio dei lavori, per perfezionare il progetto.

Ora, finalmente, il contratto è stato firmato ed è tutto pronto. I lavori consisteranno nella demolizione e lo smaltimento delle strutture esistenti; il ripristino dell’attuale piano di campagna attraverso il colmamento dei vuoti presenti creatisi a seguito degli interventi di smantellamento; il monitoraggio dell’attività. L’importo dell’appalto è di 410mila euro, di cui 326mila soggetti a ribasso ed i restanti per costo del personale e oneri di sicurezza, e la Messina Sud se lo è aggiudicato offrendo un ribasso del 33,1027 %.

Una volta demolito l’inceneritore, anche quest’area andrà bonificata. E’ importante, in tal senso, la convenzione firmata 17 giorni fa da Autorità Portuale e Università. Le bonifiche di tutta la Zona Falcata, infatti, sono propedeutiche all’attuazione di quanto previsto dal Piano regolatore portuale. L’accordo prevede due fasi, la prima di indagine sul livello di inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, e la seconda per gli interventi. Le indagini, fondi a carico dell’Autorità Portuale, inizieranno presto.

Vento dello Stretto, Fare Verde e Zda, da sempre in pressing per accelerare la riqualificazione della Zona Falcata, plaudono all’avvio della demolizione dell’inceneritore ma – sottolinea il consigliere comunale Piero Adamo – “non è prevista la bonifica della vasca sottostante né delle aree intorno. La Regione deve pensare subito alla bonifica di tutta la Zona Falcata, altrimenti si corre il rischio di dover aspettare altri lunghi anni, come accaduto finora. Bene l’accordo tra Autorità Portuale e Università per le indagini sull’inquinamento ma, se non seguono gli interventi, rischia di restare solo uno studio su carta”.

La Zona Falcata è nel Piano regionale delle bonifiche e da Palermo sono stati promessi 30 milioni, una volta che ci saranno i progetti esecutivi successivi alle caratterizzazioni. E ci sono anche altri aspetti. “Il Comune non ha ancora rinunciato, come invece aveva promesso, al contenzioso sulle aree – prosegue Adamo -, tanto che è prevista un’udienza nel prossimo mese di gennaio. Non vorremmo che poi si creassero problemi amministrativi perché l’Autorità Portuale spende soldi su un’area la cui competenza non è definita”.

Focus anche sul tema archeologico. “Abbiamo fatto una ricognizione – dice Ciccio Rizzo, presidente di Fare Verde – e trasmetteremo i dati alla Soprintendenza per la tutela delle aree, compresi i rilievi fatti alla Cittadella nel corso dei lavori preliminari per la demolizione dell’inceneritore. Il sottosuolo è inquinato, soprattutto nella spiaggia antistante. L’obiettivo è quello di realizzare, insieme alla Soprintendenza, altre mostre come quella fatta di recente a Villa Pace”.

Dalla Zona Falcata all’Autorità Portuale, perché la proroga richiesta sembra sarà accordata solo a Salerno. “Ora si svegliano tutti – afferma il presidente di Vento dello Stretto, Ferdinando Croce -, noi avevamo paventato lo scippo già ad agosto 2014 e in questi due anni non è stato fatto nulla per evitarlo. Insisteremo per salvare l’unico ente cittadino in attivo”. Aspre critiche da parte di Adamo al presidente Crocetta. “Ha chiesto la proroga anche per Trapani, che non esiste, diventando poco credibile. Messina ha i numeri per ottenere la proroga ed è stata messa nel calderone con altre. Pd e Dr chiedono un Consiglio straordinario con Crocetta e la deputazione ma il Consiglio si era già espresso sul tema, parlino direttamente coi loro referenti politici Crocetta e Renzi”.

(Marco Ipsale)

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