Il grande cuore di Messina nell'ultimo viaggio dei suoi figli Fifì e Nanna. IL VIDEO

Il grande cuore di Messina nell’ultimo viaggio dei suoi figli Fifì e Nanna. IL VIDEO

Il grande cuore di Messina nell’ultimo viaggio dei suoi figli Fifì e Nanna. IL VIDEO

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martedì 19 Giugno 2018 - 13:30

Il silenzio composto, spezzato solo dai rintocchi del campanile del Duomo. I palloncini bianchi che per tutta la mattinata in tantissimi hanno stretto, come a voler tenere per l’ultima volta le mani di Francesco Filippo e Raniero. Per Fifì e Nanna. Per quei due bambini che sono entrati nel cuore di tutti, che sono diventati figli, nipoti, fratelli, amici, di una città che oggi si è fermata per salutarli, per piangerli, per dire addio ai due piccoli principini che una tragedia inspiegabile si è portata via. Messina ha vissuto il suo giorno di dolore fermandosi per quei due bambini che fino a pochi giorni fa vivevano in una famiglia bella, numerosa, felice. Centinaia le persone che si sono ritrovate a piazza Duomo per salutare Francesco e Raniero attraverso quello schermo che per due ore ha abbattuto le pareti della cappella dell’Ignatianum dove si sono svolti i funerali. Messina si è ritrovata comunità, si è unita nel nome di Fifì e Nanna, ha abbracciato con il suo grande cuore papà Gianmaria e mamma Chiara, i fratellini più piccoli che adesso dovranno imparare a camminare da soli, senza Francesco che si prendeva cura di tutti loro e che ha insegnato a tutti noi che cos’è il vero amore tornando indietro per il suo Raniero. In piazza Duomo il silenzio ha regnato sovrano per più di due ore. Tanto sgomento e incredulità nelle parole di chi ha sentito il dovere di esserci, di chi ha lasciato casa e lavoro per Fifì e Nanna, di chi ha pianto per quei due bambini che oggi tutti avevamo la sensazione di aver sempre conosciuto. Come se fossero due di famiglia. Due vicini di casa. Due compagni di scuola dei nostri figli. Si è fermato anche il campanile che alle 12 non ha regalato l’Ave Maria per lasciare che nella piazza risuonassero solo i nomi di Francesco e Raniero, raccontati attraverso le parole di chi li ha davvero conosciuti e ha avuto la fortuna di percorrere un pezzo di vita al loro fianco. E’ stato difficile trattenere le lacrime quando un’amica di Raniero dall’altare dell’Ignatianum gli ha chiesto di andarla a trovare nei sogni, o quando il migliore amico di Francesco gli ha chiesto di svegliarlo da questo incubo perché no, non può essere successo davvero, perché «dobbiamo continuare a litigare, a giocare, a prenderci in giro e perché non ti dicevo spesso che ti voglio bene ma te lo dico adesso perché mi mancherai sempre, perché dovevamo viaggiare, sposarci, far crescere i nostri figli insieme». Il vento che ogni tanto si alzava a squarciare il caldo di una mattinata di inizio estate a piazza Duomo ci ha fatto sentire la carezza di Francesco e Raniero. Con loro la città si è ritrovata unita. Occhi che si sono incrociati forse per la prima volta e che si sono ritrovati complici di un dolore che ha risvegliato appartenenza, unione, amore. E questa è un’altra lezione che ci lasciano due bambini di 13 e 10 anni. Francesco e Raniero oggi hanno vissuto in piazza Duomo nei mille segni scorti durante la celebrazione. Quei due palloncini che si rincorrevano verso il cielo sembravano i due fratelli che giocavano tra le nuvole, gli occhi commossi di un’anziana signora che è rimasta per tutto il tempo in prima fila su una sedia e il bastone accanto, famiglie intere riunite con lo sguardo a tratti smarrito, parole che si fermavano in gola. Una piazza Duomo che ha vissuto a due velocità, con la vita che continuava sullo sfondo, con i bus turistici e i croceristi silenziosi e rispettosi di un dolore che hanno letto negli sguardi di una città che oggi si è stretta nel suo lutto. La città c’era. Le saracinesche si sono abbassate. Nelle prime ore della mattina in via dei Mille, davanti il portone di quella casa in cui Francesco e Raniero hanno perso la vita, in tanti si sono fermati per una preghiera, un pensiero, per portare ancora dei fiori bianchi. Su tutte le vetrine il segno del lutto. Da via dei Mille a tutto il centro, arrivando in ogni strada della città, ogni villaggio, ogni quartiere. Bandiere a mezz'asta in tutti i Palazzi istituzionali, come anche sulle navi della Caronte e Tourist che hanno viaggiato nello Stretto, mentre i lavoratori della società si sono fermati durante l'orario dei funerali.Ovunque i messinesi si sono fermati per quei due figli che non ci sono più ma che da oggi avranno un spazio nel cuore e nei pensieri di chi li ha conosciuti e di chi ha scoperto chi erano per la tragedia che li ha portati via. Un dolore troppo grande ma che è sembrato più sopportabile perché vissuto insieme. Quando le due bare bianche sono state portate fuori dalla chiesa, a piazza Duomo l’applauso finale, commosso, quasi interminabile, come a volerli tenere ancora stretti. E poi i palloncini bianchi hanno preso il volo, una distesa bianca che ha accompagnato l’ultimo viaggio di Fifì e Nanna. Loro due, insieme. Per sempre.

Francesca Stornante

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