Tour nei cantieri delle “opere invisibili” del Genio Civile

In occasione della triste ricorrenza della tragica alluvione che nel 2009 sconvolse tutta la zona sud all’estrema periferia di Messina provocando 37 morti, 5 dei quali ancor oggi dispersi, abbiamo invitato il capo del Genio Civile, ing. Gaetano Sciacca a mostrarci lo stato dei lavori di protezione iniziato all’indomani della sciagura.

Il nostro tour inizia da Briga. Qui le auto si lasciano sulla strada provinciale e ci inerpichiamo su per il ripido pendìo. Qua e là piccole sorgenti mostrano come il territorio sia intriso di acqua ma come regge – spiega poi Sciacca – perché le colture intensive drenano magistralmente il terreno. E si arriva alla fine della salita nella prima imponente opera che proteggerà l’abitato di Briga incuneato in un vallone, come mostrano le foto. La strada da cui siamo arrivati in cima alla collina però non spiega il tortuoso percorso dei mezzi pesanti, ruspe, betoniere, camion che – come c’informa Gaetano Sciacca – fanno un giro tortuoso da Pezzolo.

Da Briga si passa a Altolia ed il tempo a disposizione vola terribilmente. Sciacca infatti, che ci accompagna alla guida della sua auto, è continuamente costretto a fermarsi perché la gente vedendolo fa quasi la fila per parlargli. Ancora qualche minuto e finalmente l’abitato di Altolia ci accoglie fra le mostruose testimonianze dell’alluvione i cui segni di fango sono nettamente visibili sui muri. E anche qui è un inerpicarsi sul ripido pendìo lungo il cantiere delle opere invisibili che il capo del Genio civile illustra con termini tecnici tradotti per i profani.

Da Altolia si scende a Giampilieri lungo il costone della collina franato giù verso via Chiesa e che ha travolto ogni cosa. Qui un’imponente opera di protezioni s’alluna per diverse centinaia di metri. Una colata di cemento armato, quasi una muraglia con tecniche di realizzazione e accorgimenti sui quali Sciacca commenta ampiamente descrivendo minuziosamente le motivazioni delle soluzioni adottate.

Infine Scaletta Zanclea, dove l’opera più importante è quella che riguarda il torrente Divieto, ormai tristemente noto. Anche qui una analitica descrizione di materiale e metodi largamente esaustiva. Non è facile immaginare la gran mole di lavoro realizzata per lo studio di fattibilità e la progettazione delle opere “invisibili”, il cui costo – conferma infine Sciacca – non ha sforato il finanziamento complessivo di 40 milioni di euro disposto dalla Regione.
(Lorenzo Ferrigno)