Controlli interni e gestione amministrativa di Palazzo Zanca, nuova stangata della Corte dei Conti

Una nuova bacchettata dalla Corte dei Conti. L’ennesima. Stavolta sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura contabile siciliana sono finiti la regolarità della gestione di Palazzo Zanca e il sistema dei controlli interni, cioè la verifica del rispetto delle regole contabili e dell’equilibrio di bilancio dell’ente. E, come già era accaduto per il 2013, anche per il 2014 il responso della Corte dei Conti boccia sonoramente la gestione, tutta accorintiana, della macchina amministrativa comunale, confermando quelle criticità già rilevate nel 2013 e durante altri controlli finanziari.

Sono sei gli ambiti esaminati dalla Corte dei Conti e in tutti emergono gravi inadempienze a cui l’amministrazione Accorinti e il segretario/direttore generale Antonio Le Donne non hanno saputo porre rimedio: controllo di regolarità amministrtivo-contabile, controllo di gestione, controllo strategico, controllo sugli equilibri finanziari, controllo sugli organismi partecipati, controllo di qualità dei servizi.

Un quadro desolante emerso dalla relazione che Palazzo Zanca aveva trasmesso a Palermo lo scorso 12 maggio 2015 e che è stata al centro di un’adunanza che si è svolta presso la Sezione di Controllo della Corte dei Conti siciliana lo scorso 18 dicembre. A rappresentare il Comune c’era il segretario generale Antonio Le Donne che, come si legge nella relazione finale, ha tentato di fornire riscontro ai rilievi, spiegando però che le misure organizzative per affrontare le criticità emerse siano state approntate in via definitiva nel 2015. Le Donne ha difeso l’operato dell’amministrazione accorintiana scaricando le responsabilità sul passato ed evidenziando le condizioni in cui si trovava il Comune al momento dell’insediamento della nuova amministrazione. Sempre secondo il segretario generale le prime azioni messe in campo per verificare la massa debitoria, per ridefinire l’organigramma e riorganizzare l’ente e i servizi pubblici hanno già dato dei frutti: «Oggi vengono pagati puntualmente sia gli stipendi che i corrispettivi alle partecipate, sono stati predisposti tutti gli schemi di contratto di servizio ed è stato approvato il piano di razionalizzazione delle partecipate per la costituzione di una Multiservizi». Sulla programmazione e il controllo ha evidenziato che «è stata approntata l’organizzazione interna relativa al personale ed è stata individuata la struttura organizzativa che verrà dotata di un software di gestione integrato ad hoc. Infine, sui controlli sulla qualità ha spiegato che «l’amministrazione si è adoperata per la valutazione del gradimento dei servizi e che il sindaco ha nominato l’organismo indipendente di valutazione».

Argomentazioni che però non hanno fatto cambiare idea al presidente della Corte Maurizio Graffeo e ai colleghi magistrati Licia Centro e Gioacchino Alessandro, che hanno anzi confermato tutte le criticità pur prendendo atto degli sforzi profusi dall’ente.

Vediamo dunque quali sono stati i rilievi principali evidenziati dalla Corte dei Conti.

Sul controllo di gestione si segnala il «sostanziale mancato svolgimento di tale controllo che compromette la possibilità di verificare che lo svolgimento dell’attività amministrativa risulti indirizzata nel rispetto dei precetti di efficacia, efficienza ed economicità, che costituiscono i parametri indispensabili per un’azione amministrativa rispettosa delle regole di buona amministrazione».

Il Comune di Messina non ha saputo neanche svolgere il controllo strategico: «Allo stato non esiste alcuna forma strutturata di controllo, non potendosi in tal senso intendere il generico riferimento alla costante ed informale relazione tra struttura di controllo e organi di vertice dell’ente». Per la Corte dei Conti dunque «non risulta possibile verificare in modo sistematico, rispetto agli obiettivi predefiniti, i risultati raggiunti. Tale mancata verifica impedisce inoltre di considerare anche gli aspetti economico-finanziari, i tempi di realizzazione, le procedure operative impiegate e le necessarie rilevazioni sulla soddisfazione degli utenti e sulla qualità dei servizi offerti».

Un altro inadempimento considerato grave è la mancata predisposizione di un sistema di controllo sulle società partecipate. Su questo fronte la legge impone la necessità di individuare obiettivi gestionali per ciascuna società e predisposizione di un idoneo sistema informativo in grado di rilevare i rapporti finanziari tra Comune e partecipata, la situazione contabile, gestionale e organizzativa, i contratti di servizio, la qualità dei servizi resi e il rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

L’ultimo rilievo riguarda infine la «mancata adozione di un sistema di rilevazione della qualità dei servizi resi, sia direttamente che indirettamente, con l’ausilio di organismi esterni, valutando il grado di soddisfazione degli utenti».

Alla luce di tutte le criticità evidenziate la Corte dei Conti ha trasmesso la delibera anche alla Procura regionale della Corte dei Conti e si riserva ulteriori valutazioni per le successive attività di competenza. Ciò che resta è sicuramente un’altra sonora bocciatura dell’operato dell’amministrazione Accorinti che, stando a quanto ha evidenziato Le Donne, adesso ha messo in campo le azioni necessarie per uscire da questo vortice di inadempienze, ma che di certo per l’anno 2014 incassa un voto più che negativo.

Francesca Stornante