Bilancio di previsione 2016, diffidato il Consiglio comunale. Il copione è pronto a ripetersi

Il Consiglio comunale avrà trenta giorni di tempo per approvare il bilancio di previsione 2016 . Come annunciato nei giorni scorsi, il commissario ad acta, Antonio Garofalo – che stamattina si aggirava nei corridoi di Palazzo Zanca insieme ai revisori Basile e Zingales – ha formalmente diffidato i consiglieri, dettando i tempi per l’adozione del documento di programmazione.

Il countdown inizierà a scattare dalla prima seduta in programma del Consiglio comunale, ovvero quella di martedì 8 novembre.

Lunedì scorso, il previsionale ha fatto la sua apparizione in commissione, ma si è trattato di un primo confronto tra i consiglieri e l’assessore al bilancio Luca Eller.

I rappresentanti del Civico Consesso saranno chiamati ad esprimersi anche sulla scorta delle relazione redatta dal Collegio dei revisori dei conti. Basile e Zingales hanno reso parere favorevole, ma non hanno mancato di evidenziare criticità e anomalie (vedi qui), prima tra tutte la mancata previsione delle misure indicate nel Piano di Riequilibrio Pluriennale. Resta poi, anche per il 2016, il nodo dei servizi a domanda individuale e quella copertura minima del 36% da parte dell’utenza prevista dalla legge che il Comune di Messina continua a non rispettare e che ha già comportato per l’ente una sanzione di oltre 2 milioni di euro.

Nei prossimi giorni, i consiglieri dovranno fare luce su questi ed altri aspetti evidenziati dai revisori dei conti nella loro relazione, anche se ormai la votazione del bilancio è diventato più un fatto politico che tecnico, con uno schema visto e rivisto: il centro-destra sempre pronto a sostenere gli atti finanziari presentati dalla giunta "per senso di responsabilità"; il Pd che fa opposizione, votando no a prescindere; Cambiamo Messina dal Basso che dice sì per “fede”; Sicilia Futura che da un alto attacca le politiche finanziarie dell’amministrazione Accorinti, dall’altra garantisce i numeri in Aula; Ncd che non ha una linea chiara né unitaria, con la Faranda che ha da tempo ha assunto una posizione molto critica e Crisafi raramente in Aula a supportare la capogruppo; e l’Udc che sfugge alle proprie responsabilità disertando i lavori d’aula. Insomma, il solito copione, che si ripeterà anche per il previsionale 2016.

Danila La Torre