La rivolta dei sindaci a Palermo, ma Crocetta non c’è: “Assenza vergognosa”

Sono stati i primi in Italia, ma la rivolta dei sindaci siciliani potrebbe essere soltanto l’inizio. Armati delle fasce tricolori e dei gonfaloni hanno sfilato in corteo a Palermo, in nome della dignità di Comuni ridotti allo stremo dai continui tagli di Stato e Regione. Non a caso ha aderito alla protesta il presidente nazionale dell’Anci Piero Fassino, sindaco di Torino. Hanno sfilato in 300, tra sindaci, assessori, presidenti dei consigli comunali, consiglieri, provenienti dai Comuni, piccoli e grandi di tutta l’isola. Dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando al primo cittadino di Scaletta, passando per Zambuto di Agrigento, decine di fasce tricolori hanno ribadito il no ai tagli. E in Sicilia c’è un motivo in più ed un’urgenza in più: la riforma delle province e l’istituzione delle Città Metropolitane che di fatto rischia di cancellare 200 piccoli comuni. Un disegno di legge, già trasmesso all’Ars, varato dalla giunta senza alcun confronto con l’Anci o i partiti o i diretti interessati.

E’ assai improbabile che la bozza Valenti diventi legge così come è adesso, ma il corteo di questa mattina, che ha attraversato le vie del centro per fermarsi davanti alla Regione, è stato un messaggio inequivocabile: “il governo regionale e l’Ars non possono pensare di continuare ad ignorare gli Enti locali. Né è più possibile risolvere i problemi della spending review sottraendo risorse ai Comuni”.

Ma anche stavolta la risposta è stata la stessa: Crocetta non li ha incontrati, scatenando le proteste dei presenti. Anche all’Ars la delusione è stata grande. Così alla fine si sono riuniti in assemblea per decidere le prossime mosse e aspettare la convocazione di Crocetta, probabilmente per martedì prossimo.

Eppure di carne al fuoco ce n’è tanta, dai tagli dei trasferimenti statali e regionali fino alla sospensione dell’Imu, che era ossigeno per i Comuni, per non parlare delle riforme istituzionali che la giunta sta varando senza neanche interpellare gli interessati.

“Prendiamo atto dell’assenza di Crocetta – ha commentato Paolo Amenta, vicepresidente dell’AnciSicilia e sindaco di Canicattini Bagni – Ancora una volta il presidente dimostra disinteresse verso gli amministratori locali stretti dalle difficoltà finanziarie e dalla mancanza di trasferimenti che attanagliano i comuni. Sono amareggiato a nome dei miei colleghi ancora di più perché molti di noi lo hanno sostenuto in campagna elettorale”.

I sindaci hanno avuto un brevissimo incontro con l’ormai quasi ex assessore Luca Bianchi, in procinto di dimettersi. Il rammarico è stato generale, l’assenza di Crocetta, che da ex sindaco di Gela conosce bene le difficoltà dei primi cittadini, ha pesato, nonostante le giustificazioni addotte.

Siamo rammaricati- ha detto l’assessore alle politiche sociale di Saponara Fabio Vinci- ci saremmo aspettati da Crocetta un altro comportamento. E’ vergognoso che siamo noi amministratori dei Comuni a dover pagare le conseguenze della spending review e non potere garantire assistenza agli anziani, ai disabili, servizi adeguati”.

Al fianco dei sindaci diversi deputati ed esponenti dei partiti. Sulla riforma si farà quadrato, ma il problema reale ed urgente è quello dei Fondi, primo fra tutti il Fondo Enti locali che non è stato ripristinato.

“Un'assenza vergognosa che conferma ancora una volta la siderale distanza tra le istituzioni e la gente- ha commentato il M5S con Salvatore Siragusa- I sindaci rappresentano i cittadini, sono la prima istituzione, quella direttamente a contatto con la popolazione, e la protesta di oggi trova il nostro appoggio. Non fa quindi onore al presidente Crocetta la sua assenza odierna. E' ormai chiaro che gli interessi che intende tutelare non sono quelli di tutti i siciliani.

“Sono accanto alla lotta sacrosanta dei sindaci siciliani che vedono sempre più in pericolo l'economia delle proprie amministrazioni, anche per colpa di un governo regionale assolutamente inadempiente e immobile, visto che è occupato a farsi i dispetti con parte della propria maggioranza" rincara la dose Nino Germanà, deputato Pd “ Tagliare le risorse agli enti locali, non significa risparmio per la spesa pubblica poiché ogni taglio va a discapito di un servizio. Cercar di mantenere il servizio stesso, per le amministrazioni, significa invece utilizzare fondi che la stessa amministrazione non possiede, dunque il crack economico. Un paio di grossi Comuni del nord dell'Italia hanno già dichiarato fallimento. Non vogliamo che accada anche in Sicilia”.

La proposta dei deputati del Grande Sud Vincenzo Vinciullo e Bernadette Grasso (quest’ultima è anche sindaco di Rocca di Caprileone) è quella di incrementare di 25 milioni di euro il Fondo per gli Enti locali “Gli attuali 280 milioni non sono infatti comunque sufficienti per una maggiormente equilibrata distribuzione delle risorse. Inoltre dovremo reperire altre somme e la soluzione ideale sarebbe il recupero dei 110 milioni di trasferimento che lo Stato ha tagliato. Proponiamo l’istituzione urgente di un tavolo programmatico per ottenere da Roma la compensazione per queste entrate ridotte”.

La rivolta c’è stata, l’amarezza anche. Vedere 300 amministratori in corteo restare senza risposte immediate o comunque trovare la “porta” del governatore chiusa non è una bella immagine. Loro, i sindaci siciliani strozzati dai tagli e dalla crisi, sono stati i primi a protestare in Italia. Presto ce ne saranno altri.

Rosaria Brancato