Gentile signor Cas: percorrere l’autostrada è un viaggio ai confini del masochismo

Gentile signor Cas, torno a scriverLe a distanza di un anno, e lo faccio a nome del Cvic, “Comitato Vittime innocenti del Cas“, ormai pronto a rivolgersi ad Amnesty International ed all’Onu per segnalare un trattamento ai limite del sadismo.

Ma prima di rivolgerLe, dal nostro piccolo di umili cittadini, l’ennesimo, quanto inutile, appello a rispettare i nostri diritti umani, Le segnalo un comunicato di fuoco che il capogruppo regionale dei Dr Beppe Picciolo ha reso noto annunciando venti di guerra: “Chi sbaglia deve pagare, chiediamo la rimozione di qualche dirigente sprovveduto che con decisioni scellerate continua a colpire al cuore il sistema del trasporto gommato. I lavori di rifacimento del “tappetino” vanno fatti con tempestività ed in orari notturni, con un preventivo avvertimento all’utenza mentre nessuna comunicazione è stata data ed anche questo è scandaloso”.

Come se non bastassero le pene dell’inferno che da 4 anni gli automobilisti sono costretti a patire nel tratto dal casello di Villafranca fino al Boccetta, con punte massime di sofferenza nel viadotto Ritiro, sono arrivati anche quest’anno,con una puntualità da far sgomento, i lavori estivi lungo lo stesso tratto. Ogni estate, con puntualità scientifica, la già insopportabile situazione viene aggravata dall’apertura di nuovi cantieri, con la contestuale riduzione ad una sola corsia di altri chilometri, senza che si veda un solo operaio, senza avvisare gli utenti e sempre di lunedì, quando si registra il picco massimo di pendolari.

“E’ davvero scandaloso che qualcuno al Cas possa dormire sulle disgrazie dei messinesi- continua Picciolo- Posso capire la necessità d’intervenire per la messa in sicurezza del viadotto Ritiro ed anzi va un plauso per la diligente azione propositiva del nuovo direttore generale Salvatore Pirrone, ma non è concepibile che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra. Da oggi è acclarato che l’anarchia governa sovrana al Cas e qualsiasi dirigente, senza dar corso ad una tempestiva comunicazione, possa tranquillamente permettersi di creare danni incalcolabili, sia economici che fisici ai cittadini, chiudendo pezzi di carreggiata senza alcun coordinamento e senza che ci siano operai al lavoro h24. Chiederemo tramite un’interrogazione all’Ars di conoscere i provvedimenti che i vertici del Cas intendono porre in essere nei confronti di chi ha pensato di strozzare, senza contestualmente iniziare i lavori, una delle più importanti vie di fuga. Se i lavori devono essere fatti si facciano in orari notturni e celermente senza mortificare ulteriormente una Comunità che sta morendo di ignavia ed abbandono”.

Fin qui il deputato regionale dei Dr Picciolo incappato come migliaia di automobilisti in una delle innumerevoli “trappole” che, quasi scientificamente, scattano in estate quando le famiglie messinesi si spostano nella zona tirrenica. Per fortuna in fila c’era anche il direttore generale Pirrone che ha potuto verificare di persona quello che da 4 anni patiscono i messinesi. Se un giorno restasse imbottigliato nel girone infernale anche il governatore Crocetta o l’assessore regionale alle infrastrutture Pizzo, qualora riuscissero a sopravvivere con i nervi saldi e senza conseguenze per la circolazione cardiaca e la stabilità mentale, non c’è dubbio che la situazione sarebbe definitivamente risolta in un nanosecondo.

Gentile signor Cas, mi rivolgo a Lei col cuore in mano a nome del Comitato Vittime innocenti e che di anno in anno si fa sempre più numeroso al punto che si sta ipotizzando una class action in stile Julia Roberts con pacchi di fascicoli di diagnosi di centinaia di automobilisti finiti in terapia dopo tre mesi trascorsi nella piazzola di sosta. “Dottore mi aiuti, sono uscito da casa per andare al lavoro la mattina di lunedì 3 agosto, ho lasciato moglie e bimbi e non sono più riuscito a tornare a Rometta. Sono trascorsi 3 anni e mia moglie pensa che io sia scappato con la segretaria”. Invece il poveretto è ancora lì, con la barba lunga e la macchina in panne. L’unico vero miracolo è che non ci sia stata la tragedia, perché se per anni metti in fila nella sola unica corsia, fermi per ore ed ore migliaia di mezzi, è un tentato omicidio, anzi è un omicidio premeditato. Tutti sopra lo stesso centimetro quadrato non è una forma di sicurezza, è una strategia assassina. Quando resto immobile dentro la galleria o nel viadotto senza vie di fuga insieme a tir, pullman, e penso che quel piccolo tratto sopporta da anni lo stesso peso, mi convinco che è una follia. Ma non sono un ingegnere, un esperto, un luminare della scienza e men che mai un alto dirigente. Sono solo una vittima del Cas che muore letteralmente di paura quando arriva sul viadotto. Non si tratta di disagi imprevedibili, ma noti e che si ripetono uguali anno per anno senza che venga fatto nulla. Anzi, in estate li si peggiora con l’apertura improvvisa di cantieri nei quali non si vede anima viva, nei quali non si lavora di notte e che sembrano creati da una mente sadica o distante anni luce dalla realtà e dalla compassione umana. In nessun altro luogo d’Italia avvengono simili cose e le si consentono per anni di seguito.

Gentile signor Cas immagino che adesso dirà: la colpa è vostra perché non usate il treno, il deltaplano, il teletrasporto, il gommone, la mongolfiera, i pattini, l’astronave, il sottomarino, l’auto blu col lampeggiante, l’ambulanza, il pedalò, il pensiero. Infatti il Comitato vittime dal Cas sta raccogliendo le firme per acquistare un aereo e organizzare voli charter da Divieto al Boccetta. Stiamo inoltre organizzando, grazie ai volontari, punti di ristoro e di soccorso dove ci saranno equipe di specialisti in grado di fronteggiare ogni tipo di malore. Ci saranno anche 18 meccanici e 12 psicoterapeuti nonché due maestri yoga che faranno la spola tra il casello e le gallerie per aiutare con la meditazione chi è imbottigliato. Le saremmo grati se volesse anche consentirci l’autorizzazione ad allestire bancarelle per la vendita di creme solari, bottiglie d’acqua, cappelli di paglia, ventagli e cd.

Anche quest’anno qualcuno chiederà inutilmente la riduzione di un pedaggio che sa di sonora presa in giro. Pagare per soffrire sembra quasi un’estorsione. Dovremmo essere noi risarciti un tot a chilometro.

Se il Cda del Cas fosse un’amministrazione regolarmente eletta dai cittadini, non c’è dubbio che la mozione di sfiducia sarebbe stata votata per acclamazione e a furor di popolo senza possibilità di futura rielezione. Ma si tratta di nomine volute dalla politica. Mentre i siciliani si avventurano nell’incubo di un viaggio sulla Messina-Palermo, i vertici del Cas incassano tra rimborsi e indennità quasi 100 mila euro l’anno. Non sembra corretto né opportuno che una simile disastrata situazione venga corrisposta con cifre così alte. Probabilmente il governo regionale è soddisfatto del vostro operato. Probabilmente il governo regionale non ha mai vissuto neanche per 3 minuti queste esperienze. Invitiamo pertanto il dg Pirrone che ha avuto un assaggio di quel che patiamo,ad iscriversi al Comitato Vittime innocenti del Cas e a trascorrere allegramente con noi ogni giorno dalle due alle tre ore in fila. All’inizio avrà qualche crisi isterica, colpi di caldo, tachicardia, perderà appuntamenti importanti per la carriera, avrà guasti al motore e spenderà una fortuna in benzina e calmanti, ma con il tempo, stia tranquillo, ci si abitua. Perché a Messina siamo così, un gregge mansueto che non protesta mai.

Rosaria Brancato