Dopo il sì di Renzi ricomincia la battaglia “secolare” tra i favorevoli e i contrari al Ponte

Dal 5 dicembre in poi, chiuse le urne del Referendum Costituzionale, sapremo se le dichiarazioni di Renzi a favore del Ponte rientrino tra gli spot per il sì oppure siano frutto di una riflessione ponderata. Visto il crescendo rossiniano degli annunci del premier è più probabile la prima ipotesi, ma nel frattempo si riapre il vecchio scontro tra favorevoli e contrari.

Le prime avvisaglie si erano registrate nei mesi scorsi quando il ministro Alfano, insieme al deputato messinese Enzo Garofalo ed agli esponenti Ncd della Sicilia hanno presentato un disegno di legge che riapre il capitolo Ponte sullo Stretto.

Ma le dichiarazioni di Renzi: “se siete pronti noi ci siamo” ai vertici della Impregilo,sia pure leggermente corrette 24 ore dopo a Rtl: “se il ponte diventa strumento per unire da Milano a Palermo e se questo percorso arriva dopo aver fatto la banda larga allora si può. Non ha una missione salvifica ma simbolica”.

Tanto basta per riaprire i cassetti i vecchi discorsi pro e contro e riaprire il fronte di battaglia.

Le reazioni a caldo le abbiamo già pubblicate, Garofalo annuncia che entro Natale i ddl sarà in Aula, mentre gli alleati,da Picciolo a Barbalace salutano con favore l’ipotesi e chiedono l’avvio di un confronto. Poi ci sono i sì con riserva, ovvero,fate prima e anche le infrastrutture,come CapitaleMessina.

Ma 24 ore dopo la battaglia,che sicuramente scandirà i tempi siciliani fino al 4 dicembre, è ricominciata.

Accorinti ha ripreso la maglietta NO PONTE, quella delle sue più grandi battaglie ed ha annunciato che darà filo da torcere a Renzi: “Messina si mobiliterà, abbiamo problemi gravissimi, spero che Renzi non stesse parlando sul serio”.

Il fronte affila le armi e la cosa più bizzarra è che il Pd, per decenni contrario al Ponte, adesso si trova ob torto collo schierato col premier.

L’occasione per sparare a zero contemporaneamente su Renzi e Crocetta è per il M5S troppo ghiotta: “100 mila posti di lavoro, un ponte nuovo nuovo per lo Stretto, pensioni maggiorate di 80 euro e tanti altri miracoli numerici da referendum sono già depositati nel cappello magico del presidente del Consiglio Renzi, avallato dal presidente della Regione Siciliana Crocetta che sostiene ‘non ci metteremo di traverso. Eppure occorrono 10 miliardi di euro per completare la rete viaria siciliana, ferma agli anni ’70; rete ferroviaria ferma all’anno zero, nessun investimento e tagli mostruosi.- scrivono i deputati siciliani,con la messinese Valentina Zafarana in testa-Il Ponte sullo Stretto è già costato oltre 600 milioni agli italiani. Come se non bastasse, Renzi, Crocetta e l’intero Pd dimenticano l’insostenibilità progettuale, tecnica, ambientale ed economica dell’Opera, supportata da diversi studi scientifici”.

Sull’inutilità del ponte, la parlamentare grillina Claudia Mannino annuncia una interrogazione alla Camera, nella quale sarà inserita la “fuffa” del patto per il Sud e delle promesse senza copertura finanziaria. Il comunicato dei 5Stelle si conclude con il lunghissimo elenco delle opere infrastrutturali disastrate,incompiute e malconce dell’isola,tra strade,ferrovie e autostrade.

Terra nostra parla di “ricatto in vista del referendum per raccogliere i consensi dell’elettorato di centro-destra da sempre favorevole al ponte” e ricorda che nel 2014 le incompiute erano 868, ben 176 in più rispetto al 2013.

In casa Forza Italia le dichiarazioni di Renzi sono salutate con favore ma non si cambia idea sul referendum: “Prendiamo atto che Matteo Renzi si ricrede sull’importanza del Ponte- scrive Marco Falcone,capogruppo Ars azzurro- Quando Berlusconi propose la costruzione di questa grande infrastruttura voleva ridurre le distanze tra la Sicilia e il resto d’Italia. Purtroppo la sinistra ha sempre osteggiato il ponte, nella convinzione che l’intervento potesse rappresentare un merito del centrodestra. Oggi Renzi ha cambiato idea, speriamo che non sia solo una trovata a sostegno delle tesi del referendum, perché se così fosse, sarebbe per certo considerato un vuoto chiacchierone”.

A Messina i consiglieri di Forza Italia, che nelle prossime ore voteranno favorevolmente i bilanci ed il Piano di riequilibrio, rispolverano la solita manfrina della sfiducia, buona per tutte le stagioni ma lontana dalle intenzioni reali degli inquilini dell’Aula.

Silenzio al momento dai centristi (D’Alia è sempre stato contrario al Ponte), chi spara a zero è il segretario generale della Cgil Lillo Oceano: “Messina un anno fa è rimasta 21 giorni senz'acqua e dopo un anno al posto dell'acquedotto ha una tubazione provvisoria in plastica. Soffre di un gravissimo rischio idrogeologico, ci sono decine di scuole ed edifici pubblici a grave rischio sismico. Il Comune non riesce ad approvare i bilanci dello scorso anno. Non si garantiscono le mense scolastiche ed il trasporto degli alunni. Le strade sono invase dalla spazzatura. Sapere che il governo annuncia per l'ennesima volta la realizzazione del Ponte senza aver finora destinato le risorse necessarie per avere una ferrovia a doppio binario elettrificata, moderni porti, strade e autostrade degne di questo nome, sembra proprio una presa in giro. Sembra una moderna promessa di brioche quando ci manca il pane”.

Il consigliere comunale Maurizio Rella fa un appello: “Messina, ha detto più volte no con grandi manifestazioni nazionali di grande partecipazione popolare, un grande movimento popolare si è sviluppato È importante a questo punto che ripartano tutte le iniziative da parte dei movimenti protagonisti della battaglia "NO PONTE" .

Infine Alfio Lisi di Free Green Sicilia evidenzia che Delrio, di recente ha dichiarato “il Ponte non fa parte dei progetti del Governo”.

Il Comitato pendolari elenca le opere infrastrutturali in ritardo, incompiute o ancora mai avviate: “La Sicilia aspetta le infrastrutture che in questi ultimi 15 anni sono state annunciate nell’Accordo di programma Quadro del 2001 tra Lunardi e Cuffaro, nel Piano per il Sud , nel Decreto del Fare, nello Sblocca Italia e infine nel Patto per il Sud contenente il Patto per la Sicilia. Si è parlato di investimenti per oltre 10 miliardi per le sole infrastrutture ferroviarie che ad oggi non sono state ancora realizzate e vengono sempre riproposte.

Nel frattempo su 1378 km di ferrovia appena il 14% è a doppio binario e circa 600 km ancora non elettrificate”.

In realtà siamo solo all’inizio di un dibattito che accompagnerà le cronache quotidiane fino al 4 dicembre. Difficile che Renzi sul sì al Ponte incassi anche il sì del centro-destra al Referendum. Gli alleati del premier, Ncd e Udc si sono schierati da tempo per il sì e non sarebbero quindi questi “consensi nuovi”. Anche perché le parole non bastano,soprattutto quando si parla di Ponte in un Paese che di chiacchiere su questo tema ne ha sentite per mezzo secolo.

Rosaria BrancatoDal 5 dicembre in poi, chiuse le urne del Referendum Costituzionale, sapremo se le dichiarazioni di Renzi a favore del Ponte rientrino tra gli spot per il sì oppure siano frutto di una riflessione ponderata. Visto il crescendo rossiniano degli annunci del premier è più probabile la prima ipotesi, ma nel frattempo si riapre il vecchio scontro tra favorevoli e contrari.

Le prime avvisaglie si erano registrate nei mesi scorsi quando il ministro Alfano, insieme al deputato messinese Enzo Garofalo ed agli esponenti Ncd della Sicilia hanno presentato un disegno di legge che riapre il capitolo Ponte sullo Stretto.

Ma le dichiarazioni di Renzi: “se siete pronti noi ci siamo” ai vertici della Impregilo,sia pure leggermente corrette 24 ore dopo a Rtl: “se il ponte diventa strumento per unire da Milano a Palermo e se questo percorso arriva dopo aver fatto la banda larga allora si può. Non ha una missione salvifica ma simbolica”.

Tanto basta per riaprire i cassetti i vecchi discorsi pro e contro e riaprire il fronte di battaglia.

Le reazioni a caldo le abbiamo già pubblicate, Garofalo annuncia che entro Natale i ddl sarà in Aula, mentre gli alleati,da Picciolo a Barbalace salutano con favore l’ipotesi e chiedono l’avvio di un confronto. Poi ci sono i sì con riserva, ovvero,fate prima e anche le infrastrutture,come CapitaleMessina.

Ma 24 ore dopo la battaglia,che sicuramente scandirà i tempi siciliani fino al 4 dicembre, è ricominciata.

Accorinti ha ripreso la maglietta NO PONTE, quella delle sue più grandi battaglie ed ha annunciato che darà filo da torcere a Renzi: “Messina si mobiliterà, abbiamo problemi gravissimi, spero che Renzi non stesse parlando sul serio”.

Il fronte affila le armi e la cosa più bizzarra è che il Pd, per decenni contrario al Ponte, adesso si trova ob torto collo schierato col premier.

L’occasione per sparare a zero contemporaneamente su Renzi e Crocetta è per il M5S troppo ghiotta: “100 mila posti di lavoro, un ponte nuovo nuovo per lo Stretto, pensioni maggiorate di 80 euro e tanti altri miracoli numerici da referendum sono già depositati nel cappello magico del presidente del Consiglio Renzi, avallato dal presidente della Regione Siciliana Crocetta che sostiene ‘non ci metteremo di traverso. Eppure occorrono 10 miliardi di euro per completare la rete viaria siciliana, ferma agli anni ’70; rete ferroviaria ferma all’anno zero, nessun investimento e tagli mostruosi.- scrivono i deputati siciliani,con la messinese Valentina Zafarana in testa-Il Ponte sullo Stretto è già costato oltre 600 milioni agli italiani. Come se non bastasse, Renzi, Crocetta e l’intero Pd dimenticano l’insostenibilità progettuale, tecnica, ambientale ed economica dell’Opera, supportata da diversi studi scientifici”.

Sull’inutilità del ponte, la parlamentare grillina Claudia Mannino annuncia una interrogazione alla Camera, nella quale sarà inserita la “fuffa” del patto per il Sud e delle promesse senza copertura finanziaria. Il comunicato dei 5Stelle si conclude con il lunghissimo elenco delle opere infrastrutturali disastrate,incompiute e malconce dell’isola,tra strade,ferrovie e autostrade.

Terra nostra parla di “ricatto in vista del referendum per raccogliere i consensi dell’elettorato di centro-destra da sempre favorevole al ponte” e ricorda che nel 2014 le incompiute erano 868, ben 176 in più rispetto al 2013.

In casa Forza Italia le dichiarazioni di Renzi sono salutate con favore ma non si cambia idea sul referendum: “Prendiamo atto che Matteo Renzi si ricrede sull’importanza del Ponte- scrive Marco Falcone,capogruppo Ars azzurro- Quando Berlusconi propose la costruzione di questa grande infrastruttura voleva ridurre le distanze tra la Sicilia e il resto d’Italia. Purtroppo la sinistra ha sempre osteggiato il ponte, nella convinzione che l’intervento potesse rappresentare un merito del centrodestra. Oggi Renzi ha cambiato idea, speriamo che non sia solo una trovata a sostegno delle tesi del referendum, perché se così fosse, sarebbe per certo considerato un vuoto chiacchierone”.

A Messina i consiglieri di Forza Italia, che nelle prossime ore voteranno favorevolmente i bilanci ed il Piano di riequilibrio, rispolverano la solita manfrina della sfiducia, buona per tutte le stagioni ma lontana dalle intenzioni reali degli inquilini dell’Aula.

Silenzio al momento dai centristi (D’Alia è sempre stato contrario al Ponte), chi spara a zero è il segretario generale della Cgil Lillo Oceano: “Messina un anno fa è rimasta 21 giorni senz'acqua e dopo un anno al posto dell'acquedotto ha una tubazione provvisoria in plastica. Soffre di un gravissimo rischio idrogeologico, ci sono decine di scuole ed edifici pubblici a grave rischio sismico. Il Comune non riesce ad approvare i bilanci dello scorso anno. Non si garantiscono le mense scolastiche ed il trasporto degli alunni. Le strade sono invase dalla spazzatura. Sapere che il governo annuncia per l'ennesima volta la realizzazione del Ponte senza aver finora destinato le risorse necessarie per avere una ferrovia a doppio binario elettrificata, moderni porti, strade e autostrade degne di questo nome, sembra proprio una presa in giro. Sembra una moderna promessa di brioche quando ci manca il pane”.

Il consigliere comunale Maurizio Rella fa un appello: “Messina, ha detto più volte no con grandi manifestazioni nazionali di grande partecipazione popolare, un grande movimento popolare si è sviluppato È importante a questo punto che ripartano tutte le iniziative da parte dei movimenti protagonisti della battaglia "NO PONTE" .

Infine Alfio Lisi di Free Green Sicilia evidenzia che Delrio, di recente ha dichiarato “il Ponte non fa parte dei progetti del Governo”.

Il Comitato pendolari elenca le opere infrastrutturali in ritardo, incompiute o ancora mai avviate: “La Sicilia aspetta le infrastrutture che in questi ultimi 15 anni sono state annunciate nell’Accordo di programma Quadro del 2001 tra Lunardi e Cuffaro, nel Piano per il Sud , nel Decreto del Fare, nello Sblocca Italia e infine nel Patto per il Sud contenente il Patto per la Sicilia. Si è parlato di investimenti per oltre 10 miliardi per le sole infrastrutture ferroviarie che ad oggi non sono state ancora realizzate e vengono sempre riproposte.

Nel frattempo su 1378 km di ferrovia appena il 14% è a doppio binario e circa 600 km ancora non elettrificate”.

In realtà siamo solo all’inizio di un dibattito che accompagnerà le cronache quotidiane fino al 4 dicembre. Difficile che Renzi sul sì al Ponte incassi anche il sì del centro-destra al Referendum. Gli alleati del premier, Ncd e Udc si sono schierati da tempo per il sì e non sarebbero quindi questi “consensi nuovi”. Anche perché le parole non bastano,soprattutto quando si parla di Ponte in un Paese che di chiacchiere su questo tema ne ha sentite per mezzo secolo.

Rosaria Brancato