L’Amam cerca due Direttori: bando per pochi intimi, in barba a tutte le direttive del Comune

Un avviso di mobilità interaziendale per reclutare il Direttore generale e un direttore tecnico. L’Amam è in cerca di due nuove figure dirigenziali e ha scelto di seguire la strada prevista dalla legge e dalle recenti disposizioni della giunta Accorinti. Almeno così sembra sulla carta. Esattamente lo scorso 22 febbraio l’azienda di viale Giostra ha recapitato alle tre sorelle partecipate Ato3, Messinambiente, Innovabic e alla casa madre Comune l’avviso con cui ha annunciato l’avvio delle procedure per reclutare i due nuovi dipendenti, che avranno un incarico della durata di tre anni, attraverso la mobilità interaziendale fra società partecipate del Comune. Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di strano, se non fosse intanto che di questo avviso non è comparsa traccia da nessuna parte, né sul sito Amam, né su quello di Palazzo Zanca, e considerati anche i tempi stringatissimi: solo 7 giorni di tempo per candidarsi ai due ruoli dirigenziali per chi dovesse avere i requisiti all’interno delle altre partecipate comunali. A proposito dei requisiti ecco che salta subito fuori un’altra anomalia: si chiede la Laurea in Ingegneria civile idraulica per chi aspira alla poltrona di Direttore generale, quella attualmente impegnata da Luigi La Rosa. Un requisito che non compare da nessuna parte e che non dovrebbe rappresentare un limite per la selezione del Direttore generale. Andando ancora avanti le sorprese aumentano e basta sfogliare lo Statuto dell’Amam per scoprire che la nomina del Direttore generale spetta all’Assemblea dei soci dell’Amam, quindi il Comune che la possiede al 100% e in regime di “in house providing”, cioè attraverso quel controllo analogo su tutte le scelte societarie. In parole povere spetterebbe all’amministrazione Accorinti dettare le regole. E invece l’Amam di Leonardo Termini ha deciso di fare tutto da sola, iniziando un percorso che potrebbe portare all’assunzione di due nuove figure dirigenziali proprio nel momento in cui si deve concretizzare quella maxi operazione di mobilità che porterà all’Amam quasi 600 lavoratori tra Messinambiente e Ato3. Dunque la domanda sorge spontanea: “Perché non aspettare la costituzione di questa mini-Multiservizi?”. Considerato soprattutto che in questi mesi si sono consumati tutti i passaggi burocratici più importanti per dare il via libera al passaggio di lavoratori e servizi. Invece si assiste, da un lato, ad un impantanamento totale che di certo non sta facendo bene ai servizi di igiene ambientale, dall’altro all’evidente fretta nel far partire queste procedure di selezione che potrebbero portare all’Amam due dirigenti dall’esterno, quindi due assunzioni ex novo, visto che i rumors dicono che nelle altre partecipate non ci sono figure con i requisiti inseriti nell’avvio di mobilità confezionato dall’Amam.

E in tutto ciò il Comune tace. Domani scade il primo termine di questa selezione e a Palazzo Zanca non si è mossa una foglia. Nonostante ci siano ancora tanti altri passaggi che non appaiono molto chiari e che riguardano proprio gli atti prodotti in questi mesi dall’amministrazione Accorinti. Atti che l’Amam richiama ma che disattende in ogni punto. Perché basterebbe leggere la delibera di giunta del 9 ottobre 2014 sulla mobilità tra partecipate, poi l’ordinanza del 31 marzo 2015 sulla razionalizzazione delle stesse partecipate, poi ancora il provvedimento del 14 luglio 2015 con cui il Consiglio comunale ha modificato lo statuto dell’Amam istituendo il controllo analogo, infine l’atto di indirizzo della giunta del 9 dicembre 2015 sui vincoli assunzionali delle partecipate, per rendersi conto che l’Amam non può decidere da sola di avviare una procedura di assunzione di personale.

Con tutti questi atti l’amministrazione Accorinti ha messo nero su bianco quale dovrebbe essere la strada. Il primo passaggio risale ad un anno e mezzo fa quando era stata definita la mobilità per ex Feluca ed ex Ato3. Per i primi ci fu un lieto fine nel giro di poche settimane, gli Ato3 invece sono rimasti appesi al filo fino ad oggi e quella mobilità che di fatto era nata per loro non si è ancora compiuta. Nel frattempo sono stati messi a punto molti altri adempimenti burocratici e sono state indette decine di riunioni e tavoli tecnici, ma nulla. Infine l’atto di indirizzo del 9 dicembre, quello ignorato anche da Innovabic. Secondo quel documento, l’Amam ha facoltà di assumere, ma prima si devono compiere determinati passaggi, tutti ben elencati: approvazione da parte del Consiglio comunale del provvedimento relativo alla nuova ricognizione in ordine alla sussistenza dei presupposti per il mantenimento delle società a partecipazione pubblica anche sotto il profilo della convenienza economica deliberato dalla giunta lo scorso 31 marzo; definizione dei contratti di servizio; presentazione di apposito piano industriale a validità triennale corredato del piano del fabbisogno del personale che dev’essere impronato al principio di riduzione dei costi del personale; regolarità nell’approvazione dei bilanci di esercizio. Ad oggi di tutto questo non è stato fatto nulla.

Adesso l’Amam sembra aver solo fretta di assumere i due dirigenti, a prescindere da quali saranno i futuri progetti per la società e ignorando le tante irregolarità di questa procedura. L’amministrazione Accorinti ha il potere di bloccare tutto. Se non lo farà evidentemente sarà favorevole ad altre due assunzioni, in un momento economicamente così delicato e in una società che dovrà accogliere circa 600 dipendenti.

Francesca Stornante