Aborti: a Messina 35 medici obiettori su 36

Aborti: a Messina 35 medici obiettori su 36

Redazione

Aborti: a Messina 35 medici obiettori su 36

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venerdì 21 Febbraio 2020 - 10:12

L'allarme è del deputato regionale Antonio De Luca (M5S): "Carenza di personale crea disagi. 1 non obiettore in una città di 230 mila abitanti...."

Al Papardo l’unico medico non obiettore è andato in pensione e gennaio mentre al Policlinico, su 23 medici uno solo non è obiettore. Dati che fanno riflettere e che rappresentano lo specchio di una realtà ancora arroccata su posizioni legate al passato. Per le donne messinesi un dato inquietante.

Un non obiettore su 36 medici

A dare l’allarme è il deputato regionale dei 5stelle Antonio De Luca, autore di un accesso agli atti per conoscere il numero dei medici obiettori in città e in provincia. «Dagli atti forniti dalle aziende ospedaliere – spiega De Luca – si evince che al Papardo l’unico dirigente medico non obiettore è andato in pensione nel 2020 mentre al Policlinico, su 23 medici, c’è solo un non obiettore. Considerando che l’Irccs – Piemonte è privo di un reparto di ginecologia e ostetricia, in pratica nelle strutture pubbliche di Messina, una città con circa 230mila abitanti, c’è solo un medico non obiettore su 36».

In provincia meno disagi

Leggermente diversa la situazione in provincia. In base ai dati dell’Asp, a Milazzo c’è un non obiettore su 10, mentre a Sant’Agata sono 3 su 8, a Taormina 3 su 10 e a Patti 2 su 10. De Luca continuerà l’analisi chiedendo accesso agli atti anche nelle altre province siciliane. L’obiettivo è quello di istituire un albo regionale con delle sezioni provinciali per avere contezza delle unità non obiettrici per singola struttura ospedaliera e sopperire quindi alle carenze.

Carenza di personale

«Tutto questo – conclude il deputato – non ritengo sia determinato solo da motivazioni etiche, ideologiche o religiose, ma credo sia una conseguenza diretta anche della carenza di personale. La ristrettezza del numero di medici presenti nelle strutture, diminuiti rispetto al passato, ha determinato un carico di lavoro maggiore su chi non è obiettore, considerando che il numero degli aborti è rimasto costante, con relative conseguenze sulla crescita professionale dei singoli professionisti, costretti gioco forza ad affrontare un numero sempre maggiore di interruzioni di gravidanza. Ciò rallenta di molto, se non addirittura impedisce, la crescita professionale del medico non obiettore, che si ritrova a dover praticare quasi esclusivamente aborti».

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