“Le Dune” vanno demolite, una delibera di Giunta chiede l’uso della Caserma Bisconte

All’ipotesi di requisire il Villaggio Turistico Le Dune per utilizzarlo ai fini dell’accoglienza ai migranti, proposta dalla Giunta Comunale nonostante l’ingiunzione di demolizione emessa dalla Procura della Repubblica per abusivismo, la Prefettura ha sentenziato parere negativo, mentre il Viminale non ha mai risposto. Per questo l’ordinanza, pronta in tutti i suoi complicati aspetti giuridici, non è stata firmata dal Sindaco Renato Accorinti, dal momento che la sorte dei rifugiati di maggiore età è di competenza esclusiva del Ministero degli Interni. Intanto, però, il Dipartimento Attività Edilizie e Repressione Abusivismo ha inviato delle notifiche di demolizione rivolte, proprio, al complesso alberghiero di Mortelle. Nelle ben diciassette ordinanze – ovvero dalla N.20 alla N.37, firmate dal dirigente Antonella Cotroneo e dal coordinatore Roberto Bicchieri e inviate alla ditta IN.TUR. iniziative turistiche srl e a Antonino Marchese in quanto “responsabile abuso” – viene sottolineato che “visto il diniego di concessione in sanatoria dell’Ufficio Condono, ritenuto che le opere descritte e individuate sono state realizzate in violazione alle norme di cui all’art. 14 della L. 28/02/1985 N.47” si ordina: “la demolizione dei lavori abusivamente realizzati e il conseguente ripristino dello stato dei luoghi, con l’avvertenza che in caso di inottemperanza si procederà d’ufficio, ponendo le spese a carico della ditta autrice dell’abuso”.

Ai tempi delle proteste di migranti e società civile a causa delle condizioni di accoglienza al palazzetto del centro sportivo PalaNebiolo e con le prime tende montate nel campo da baseball limitrofo, ad inizio del Novembre 2013, il Sindaco Renato Accorinti, prima di impugnare come alternativa da proporre la requisizione del Villaggi Turistico Le Dune era andato appositamente in Tribunale e aveva parlato del caso con due Procuratori. Adesso – silenzio del Viminale a parte – l’ordine di demolizione diramato dallo stesso Palazzo Zanca rischia di non far tornare i conti. Allontana lo spettro del cortocircuito logico, però, il segretario/direttore generale del Comune, Antonio Le Donne che spiega come le procedure di demolizione dello stabile e l’ipotesi dell’accoglienza ai migranti proposta a suo tempo dall’amministrazione siano due cose diverse.

“La magistratura – spiega Le Donne – ha aperto un provvedimento d’indagine a carico di alcuni dirigenti del Comune di Messina perché non avrebbero messo in opera, con la dovuta rapidità, la demolizione che era stata a suo tempo decisa dalla Procura. Ritardi simili sono un problema perché se non si mette in opera la demolizione l’interessato può continuare l’attività nel luogo incriminato. Il nuovo dirigente sta, invece, accelerando le procedure notificando le ingiunzioni di demolizione. Le ingiunzioni sono una procedura necessaria, ma non è detto che il privato le accetti e le esegua. A quel punto il Comune requisisce il fabbricato con il consenso del Consiglio Comunale e poi decide cosa fare”. Dunque il Comune in questi casi ha solo due strade: o la demolizione o l’acquisizione. Il privato può cercare di opporsi con un ricorso presentato entro sessanta giorni dalla notifica delle ingiunzioni di demolizione. Le notifiche di demolizione più che collidere con l’ordinanza di requisizione sembrerebbero, a questo punto, sovrapporsi, essendo due facce della stessa medaglia di differente natura: una politica, l’altra giuridico-burocratica.

Nel frattempo, oggi stesso – o male che vada questo Giovedì – la Giunta approverà una delibera con la quale l’amministrazione esprime l’interesse di utilizzare l’area della Caserma di Bisconte per vari motivi, non solo per l’accoglienza dei migranti.Il Sindaco e il Segretario Generale sono andati a Roma in “missione” il mese scorso, dal momento che il Viminale – successivamente alla disponibilità del Ministero della Difesa che a fine anno ha offerto a quello dell’interno l’uso della struttura – ha chiesto al Comune se era interessato ad utilizzare l’area e gli edifici annessi.

L’area della Caserma non più utilizzata di Bisconte fa gola già da tempo al Comune. Già l’ex assessore all’urbanistica Corvaja progettava di costruirvi un centro di Protezione Civile, una volta che l’area fosse stata assicurata al patrimonio comunale. Da quando il Ministero della Difesa ha messo a disposizione la Caserma in disuso per l’accoglienza ai migranti, suoi rappresentanti insieme a Prefettura, Quesrtura, Brigata Aosta e Vigili Del Fuoco hanno effettuato due sopralluoghi che hanno rivelato la necessità di interventi di restauro più o meno massicci, a seconda dello stato di abandono della struttura. E se qualcuno, a Palazzo Zanca, ipotizza la realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia proprio nell’area della vecchia Caserma, la zona, letteralmente immensa, se trasformata in un centro per l’accoglienza ai rifugiati non avrebbe nulla da invidiare al Cara di Mineo, per estensione e per capacità di capienza. (Eleonora Corace)