Dall’Horcynus Festival il lancio di un’iniziativa sperimentale

Integrazione, lavoro, rilancio, è questo il trinomio chiave dell’iniziativa presentata ieri, nel corso della seconda giornata dell'Horcynus Festival. L’idea è quella di favorire l’inserimento sociale e lavorativo dei migranti nei comuni sempre più disabitati dell’entroterra messinese, così da ripopolare aree abbandonate, rilanciando tradizioni e produzioni locali.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione di Comunità di Messina che, con il suo segretario generale, Gaetano Giunta, ospite della manifestazione, ha lanciato un messaggio di cooperazione ed accoglienza.
“Il tema per l’edizione 2014 del Festival è Mediterraneo in Costituzione”, ha esordito Giunta. “In Costituzione perché vanno ripensati i modelli economici, sociali e di relazione tra Stati su cui si basano oggi i rapporti tra la sponda Nord e Sud del nostro mare. È un percorso lungo, che però può essere pensato e sperimentato da subito, percorrendo strade concrete. Oggi, in attesa del parere positivo del Ministero dell’Interno, lanciamo insieme alla Prefettura di Messina un’idea. Da un lato pensiamo alla Sicilia sopraffatta da flussi migratori di proporzione epica, da sbarchi di gente che fugge da guerre mai finite. L’assistenza che viene loro garantita, nonostante l’impegno delle istituzioni, è spesso al di sotto delle condizioni di dignità minima. Dall’altro lato pensiamo alle fragilità del nostro territorio. I paesi dell’entroterra, in provincia di Messina e nel resto della Regione, sono spopolati, sono paesi “demograficamente tristi”, con età media alta e scarso ricambio generazionale. Sono paesi che si desertificano, insieme alle loro campagne. In una logica di cooperazione, due fragilità possono costituire una risorsa: la proposta che stiamo lanciando va nella direzione dell’accoglienza diffusa dei migranti in zone che subiscono abbandono da parte della popolazione, così da trasformare l’attuale rete assistenziale e i relativi fondi, dalla debole efficacia, in capitale di capacitazione per lo sviluppo umano del nostro territorio. Così che queste persone possano ripopolare i nostri paesi e riavviare attività lavorative all’interno di filiere di economia civile”.
“L’idea”, conclude Giunta, “è che l’accoglienza possa restituire fertilità e generatività alle nostre terre e che le nostre terre possano essere accoglienti per i migranti”.
“Il Prefetto Stefano Trotta ha cominciato a valutare questa iniziativa a maggio, accogliendola con favore”, ha proseguito dal palco del Festival il viceprefetto aggiunto, dottoressa Caterina Minutoli. “In primo luogo perché propone un modello di accoglienza diverso, più umano, nei confronti dei migranti. Piace inoltre alla Prefettura perché rappresenta l’occasione per valorizzare quei centri che più degli altri subiscono la crisi e si spopolano e desertificano a causa delle opportunità sempre più ridotte, perdendo la propria identità e la propria storicità. Il Prefetto aveva inoltre già sondato durante visite istituzionali la disponibilità di alcuni comuni del territorio già sede di centri SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Tra questi Rodì Milici, Montalbano Elicona, Castroreale e Casalvecchio Siculo. C’è inoltre il parere favorevole della sezione Piccoli Comuni dell’Anci”.
“Il progetto è adesso all’attenzione del Ministero dell’Interno”, ha aggiunto il viceprefetto Minutoli, “e da contatti informali ci risulta un favore di massima. Restiamo in attesa degli sviluppi, ma ripeto che siamo parecchio favorevoli all’iniziativa”.
Gabriele Quattrocchi