Nel “gioco delle sedie” Perna è rimasto in piedi per far spazio ad Eller. A lui le chiavi della giunta

“Dimettermi? Non ci penso proprio”. Era il 22 ottobre 2015 e l’allora assessore alla cultura Tonino Perna, in quei giorni dato per vicino all’addio, smentiva categoricamente qualsiasi passo indietro (leggi qui). Non sapeva che invece si era appena innescato quel meccanismo che, sei mesi dopo lo ha portato, come da copione, a lasciare libera quella poltrona destinata al sostituto di Signorino al bilancio. Non sapeva quel 22 ottobre che, come nel “gioco della sedia”, quello che un tempo facevano gli adolescenti, quando la musica finisce e tutti si siedono, sarebbe rimasto in piedi solo lui.

Pochi giorni prima di quel 22 ottobre infatti, l’assessore Perna, che non aveva mai nascosto le sue perplessità per la gestione delle vicende legate al bilancio, aveva sponsorizzato e portato al Comune l’esperto Cuzzola. L’idea era piaciuta talmente tanto che si era fatta strada l’ipotesi di un ingresso del super consulente in giunta. Ma Perna comprese presto che a far spazio a Cuzzola, nelle intenzioni del resto della squadra, doveva essere proprio lui. La soluzione individuata avrebbe visto fuori Perna, dentro Cuzzola al bilancio e Signorino spostato allo sviluppo economico. Ovviamente il reggino non ci stava a restare col cerino in mano, da qui la dichiarazione: “dimettermi? Non ci penso affatto. E’ vero ho proposto io il nome di Cuzzola come possibile supporto. La situazione è difficile, c’è bisogno di qualcuno come lui. Lo stesso Signorino lo ammette, non può fisicamente affrontare tutte quelle deleghe ed il bilancio che è la delega più importante. Ci siamo resi conto che è necessario un rinforzo. Ma noi assessori siamo tanti, non è detto che debba essere io a fare un passo indietro”.

Non sapeva l’allora assessore Perna che la sua uscita di scena sarebbe stata rinviata di qualche mese. Già ad ottobre al suo nome veniva affiancato in uscita anche quello dell’assessore Patrizia Panarello. Non a caso entrambi gli “ex” rappresentano l’anima originaria della candidatura di Accorinti, Cambiamo Messina dal basso. Nell’Accorinti bis è quasi del tutto scomparsa l’ala CMdB, perchè Perna e Panarello sono stati sostituiti con Eller e Ursino che tutto sono tranne che figure di riferimento del movimento (e neanche dell’ala Indietrononsitorna). Nell’Accorinti 2.0 si può dire che lo “0” in termini numerici rischia di diventare il peso dell’area CMdB, rappresentata solo da Ialacqua e Pino, e quindi dimezzata.

Tornando all’ottobre scorso Perna non pensava affatto di dimettersi, ma soprattutto non riteneva di dover “sacrificarsi” per lasciare spazio a chi avrebbe dovuto prendere la delega al bilancio. Del resto la delega alla cultura, senza un euro in cassa, non ha mai rappresentato un problema per la giunta, né si può dire che vi siano stati motivi di scontro tra Perna e i colleghi. Nessuno inoltre fuori o dentro il Palazzo ha mai chiesto le dimissioni di Perna. Né si può dire che con l’ingresso di Daniela Ursino le cose potranno cambiare, giacchè continuerà ad essere un assessorato senza soldi e affidato alla buona volontà. Se dunque l’assessore Perna non aveva alcuna intenzione né motivazione per dimettersi, perchè è fuori dalla giunta? Cosa cambierà tra la sua gestione e quella della neo entrata in giunta? Tra l’altro, e non è un dettaglio, Perna ha chiesto ed ottenuto di poter affiancare la Ursino fino al 30 aprile, quando inizierà la Settimana della cultura. Dunque che fretta c’era di sostituirlo dal momento che resterà fino all’1 maggio? La verità è che serviva una casella vuota, serviva con urgenza ed era quella da destinare al bilancio. La Panarello era da tempo in rotta con il resto della giunta e le sue deleghe dovevano comunque essere distribuite. Per far spazio ad Eller serviva una “poltrona libera”. Chi meglio di Perna che col cerino in mano era rimasto sin da ottobre con l’aggravante che negli ultimi 2 anni a più riprese ha minacciato di abbandonare?

Se è vero quanto dichiarato da Accorinti e cioè che tutti gli assessori hanno rimesso le deleghe e lui ha poi deciso in “splendida solitudine” è altrettanto vero che il “predestinato” da un paio di mesi era proprio Perna, che avrebbe consentito una soluzione tutto sommato indolore. Nel gioco delle sedie, quando la musica si ferma chi resta in piedi è fuori dal gioco. Perna, che a dimettersi non ci pensava neanche lontanamente è quello rimasto in piedi per far spazio ad Eller. Come da copione.

In conferenza stampa ha rilasciato quella frase sulla Corte dei Conti: “una sottrazione di democrazia”, che ha fatto balzare sulla sedia Eller, Signorino e chiunque mastichi di diritto ed economia, ma credere fino in fondo alla storiella del “volemese bene” in giunta sarebbe da ingenui.

L’Accorinti 2.0 è lontanissima dalla prima versione dell’amministrazione e le distanze con il movimento si fanno sempre più ampie. Non a caso la Panarello non era presente alla conferenza stampa. Non a caso l’assessore Cacciola, che non è un accorintiano della prima ora ma è “figlio” delle logiche elettorali del ballottaggio è diventato vicesindaco per “seconda scelta” (dopo De Cola). E sempre non a caso chi per quasi 3 anni è stato il cardine e il simbolo dell’Accorinti 1, cioè Guido Signorino nell’Accorinti bis perde peso e ruolo. Credere a questa seconda storiella, quella della rotazione del vicesindaco, raccontata dal sindaco in conferenza stampa, sarebbe da sprovveduti.

L’uomo forte dell’Accorinti bis si appresta ad essere Luca Eller, il superesperto approdato in riva allo Stretto da Sesto Fiorentino appena 4 mesi fa, su proposta del direttore generale Le Donne. In tasca una tessera del Pd, un bagaglio di notevole competenza a livello nazionale in materia di bilanci ed alle spalle l’esperienza di un anno come assessore al bilancio a Sesto Fiorentino. Ad Eller il sindaco consegna le sorti economico finanziarie del Comune e le strategie future, con deleghe pesantissime: bilancio, programmazione, risanamento finanziario, tributi, patrimonio, personale, aziende partecipate, provveditorato, economato, controlli interni.

Anche per questo non possiamo credere alla storiella che nulla è cambiato rispetto allo spirito del 2013. Sarebbe da ingenui.

Rosaria Brancato