Piemonte-Neurolesi, il Ncd: “Il Ministero sta valutando, ma troppi ritardi a Messina”

Adesso il consenso sul matrimonio Irccs-Piemonte si fa sempre più ampio. All’appello mancava Ncd dopo l’adesione, in corner, dell’amministrazione comunale e della Cgil. Una nota congiunta dei deputati nazionali Enzo Garofalo e Bruno Mancuso e del deputato regionale Nino Germanà completa il quadro dei sì alla battaglia che sul piano siciliano è diventata tardiva perché non sostenuta adeguatamente in tempo ma sul piano nazionale è ancora tutta da giocare. Il ddl Picciolo-Formica secondo i più potrebbe quindi essere la strada da seguire per salvare il Piemonte nei prossimi tre anni prima che scatti l’ora X, quella della chiusura attraverso un lento processo di smantellamento ed eliminazione dei doppioni.

“Siamo in contatto con il Ministero della Salute che sta valutando la fattibilità dell'accorpamento tra Piemonte e IRCCS che riteniamo l’unica strada percorribile per salvare l'ospedale Piemonte- scrivono Garofalo, Mancuso e Germanà-. E' giusto, tuttavia, dire le cose con chiarezza. La competenza in materia di sanità spetta alla Regione Siciliana che, tra l'altro, dal 2013, con l'introduzione della norma che ha previsto i costi standard, ha gli stessi soldi per abitante di tutte le altre regioni d’Italia. Il piano di riordino regionale è in fase di elaborazione da quando assessore in Sicilia era il dott. Russo”

Gli esponenti del Ncd ricordano come si tratti di un lavoro complesso che punta a ridisegnare la rete ospedaliera in base a numero di abitanti e morfologia del territorio e che è stato al centro di diversi tavoli di concertazione.

“Messina- ricordano i tre deputati- che, avrebbe potuto partecipare con una sua proposta, non pare abbia avanzato alcuna richiesta particolare a tempo debito, compresa quella di salvare il Piemonte e i suoi 78 posti. Su questa ipotesi è stato raggiunto l'accordo, è vero, ma purtroppo solo tardivamente.
Troppo semplicistica appare la ricostruzione secondo la quale l'ospedale si chiuderebbe solo per volontà dell'assessore Borsellino. Posto questo dato incontrovertibile è doveroso dare il massimo per riparare il danno”.

Garofalo, Mancuso e Germanà sottolineano come in questo guaio anche i silenzi messinesi, sia di alcuni deputati che dell’amministrazione Accorinti abbiano pesato ed inciso sulla situazione attuale. Insomma ci sono responsabilità tutte locali.

“Oggi il ritardo può essere colmato solo attraverso strade non facili da percorrere ma noi ci siamo attivati perché è chiaro che non assisteremo inermi a uno strappo che la cittadinanza messinese non vuole.. Così siamo in contatto con i dirigenti ministeriali, ai quali abbiamo chiesto la verifica di una possibilità di salvare l’antico presidio di Messina centro, e pare che l'ipotesi accorpamento tra Piemonte e IRCCS Fondazione Bonino Pulejo sia praticabile, come d'altro canto è avvenuto laddove sindaci e direttori di istituti, concordi, hanno avanzato per tempo le opportune richieste. Bisogna però stringere molto i tempi e coinvolgere l’assessore Borsellino, che rimane comunque l’organo decisore. Il Ministero della Salute farà certamente la sua parte, il neurolesi Bonino Pulejo deve però garantire prestazioni di qualità e assorbimento del personale e la Regione acconsentire garantendo una soluzione per le prestazioni fornite nel plesso del Piemonte”.

Rosaria Brancato