cronaca

Accusato di abusi sul figlio ma era un’infamia, padre assolto a Messina. L’allarme di Codici

MESSINA – Un fenomeno in preoccupante aumento: è quello delle accuse infondate ai padri separati. Come se non bastassero le crescenti difficoltà economiche che spingono tanti papà verso una condizione di povertà, la fase drammatica e dolorosa della separazione a volte ha code velenose.

L’ultimo caso arriva dalla provincia di Messina e l’associazione Codici, impegnata da anni in una campagna di assistenza per i padri separati, ha deciso di rilanciarlo per invitare anche ad una riflessione.

“La Corte di Appello – dichiara Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, un papà che era stato condannato in primo grado a 3 anni ed 8 mesi di reclusione per maltrattamenti ed atti persecutori nei confronti della ex moglie. La Corte ha ritenuto che le denunce della donna sono inattendibili e legate alla separazione”.

Si tratta di un caso meno frequente di quanto si possa immaginare, segnala la sigla. A volte la separazione si trasforma in una resa dei conti e a pagarne le spese spesso sono i papà, che vengono fatti passare per l’orco di turno.

“Occorre uno sforzo da parte di tutti, a partire dai giudici, per affrontare e trattare in maniera corretta e senza pregiudizi situazioni simili. Bisogna evitare che i padri separati finiscano per essere il capro espiatorio – è l’appello di Giacomelli – È necessario riequilibrare un rapporto al momento a senso unico, che vede l’ago della bilancia pendere in maniera netta da parte delle donne nei casi di separazione. La realtà è un’altra, come dimostra la vicenda che arriva dalla provincia di Messina. Come associazione continueremo a monitorare la situazione, pronti a fornire assistenza legale ai padri separati ingiustamente accusati”.