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Accusato di concussione a commerciante, brigadiere della Gdf assolto dopo 10 anni

MESSINA – Sono serviti dieci anni ad un ex brigadiere della Guardia di Finanza per recuperare serenità e dignità, dopo l’ingiusta incolpazione. E’ successo a Porzio Aniello, assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di concussione dalla Corte d’Appello di Messina. Era stato accusato di aver fatto pressioni su un commerciante di Capo d’Orlando. Lui, però, quel giorno era a lavoro, con i suoi superiori, a parecchi chilometri di distanza. Non sono bastate le annotazioni di servizio e le testimonianze però, per scagionarlo in primo grado. Così il brigadiere e il suo legale, l’avvocato Massimo Nicola Marchese, non si sono accontentati della sentenza di prescrizione del Tribunale di Patti e hanno chiesto ai giudici di secondo grado di riesaminare la vicenda.

Aniello era finito in una inchiesta insieme ad altri colleghi e nel 2012 era per lui cominciata la gogna mediatica. Il processo, un anno fa, dopo una lungaggine di udienze rinviate, si è chiuso con una sentenza di non doversi procedere per prescrizione. Ma il brigadiere, certo della sua innocenza, fiducioso della magistratura, ha voluto confrontarsi nuovamente con i giudici, ed ha scelto di definire la sua posizione in secondo grado.

Il suo difensore ha dimostrato che, all’ora e nel giorno in cui secondo l’Accusa era a “stringere” il commerciante orlandino, in realtà si trovava in servizio a Floresta, insieme ai suoi colleghi ed al diretto superiore. “Circostanza ampiamente documentata sin dal primo grado di giudizio – spiega l’avvocato Marchese – È stato però necessario giungere in Corte d’Appello per ottenere, finalmente, verità e giustizia per una persona per bene. Nulla e nessuno può riparare anni di sofferenze morali per un uomo che ha fatto dell’onestà e del rigore morale il segno distintivo della sua esperienza nel corpo della Guardia di Finanza. Per lui non ci sarà nessun risarcimento e nessuna riparazione, se non quella costituita dalla restituzione della verità e della onorabilità.”

Quando è stato incriminato Aniello era ad un passo dal pensionamento, dopo 30 anni di servizio senza una macchia.