Confronto Ato idrico e comuni sotto i mille abitanti: gestione autonoma della risorsa idrica?

Su invito dell’Ato drico 3 di Messina si sono riuniti presso la Provincia regionale i sindaci dei comuni al di sotto dei 1.000 abitanti presenti per trattare l’applicazione dell’art.148 del D. Lgs. 152/2006, che al comma 5 recita “Ferma restando la partecipazione obbligatoria all’autorità d’ambito di tutti gli enti locali ai sensi del comma 1, l’adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato è facoltativa per i Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti inclusi nel territorio delle comunità montane, a condizione che gestiscano l’intero servizio idrico integrato e previo consenso della Autorità d’Ambito competente”.

Alla riunione erano presenti i sindaci o loro delegati dei Comuni di: Antillo; Basicò; Frazzanò; Malfa; Mandanici; Mojo Alcantara; Reitano; Roccella Valdemone e Tripi. Il dirigente responsabile della Segreteria Tecnica Operativa, Giuseppe Santalco ed il dirigente della Pianificazione e Controllo, Santi Trovato, hanno relazionato sui recenti pareri dell’ANEA (Associazione Nazionale Enti d’Ambito) e del CONVIRI (Comitato per la Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche) e sulla normativa vigente rispondendo ai quesiti dei presenti.

In particolare, si è discusso dei requisiti necessari per avvalersi della possibilità di gestire autonomamente il servizio idrico integrato (acquedotto-depurazione-fognatura), senza far parte della società in house provinciale e dei vincoli imposti sia dalla attuale normativa che dal Conviri per garantire l’efficacia e l’efficienza del SII. I comuni dovranno investire i rispettivi Consigli per trasmettere una adesione formale alla nuova Società in house pubblica o avviare in economia il servizio dopo un esame tecnico-amministrativo ed una relazione che dovrà essere sottoposta per l’approvazione all’Assemblea dei sindaci e che dimostri la marginalità della gestione del servizio idrico e l’applicazione della tariffa con il metodo normalizzato.