L’Amam chiede gli arretrati a cinquemila utenti morosi. C’è anche il Cimitero di Pace

Da piccole famiglie fino a grandi imprese, dai condomìni agli enti pubblici. E, tra quest’ultimi, c’è anche il Comune, nello specifico il Cimitero di Pace. Così l’Amam, che ha per socio unico il Comune, chiede conto a un’altra struttura comunale, risultata morosa per il pagamento dell’acqua, come tanti altri messinesi, fino ad arrivare ad un importo complessivo di circa 60 milioni di euro.

L’Azienda Meridionale Acque Messina ha già inviato ben cinquemila raccomandate ad altrettanti utenti morosi ed altre diecimila sono in procinto di essere spedite prima che possa soggiungere la prescrizione dei cinque anni. Entro 15 giorni dall’arrivo della lettera bisogna pagare tutti gli arretrati o almeno concordare un piano di rientro, viceversa si passerà alla riduzione dell’erogazione idrica e, successivamente, al distacco. Passaggio, quest’ultimo, non sempre facile, visto che spesso i contatori si trovano all’interno delle abitazioni e le operazioni devono essere svolte col supporto della forza pubblica. Stavolta, però, sembra che l’Amam faccia più che mai sul serio.

La vicenda, dicevamo, riguarda anche il Cimitero di Pace. “Abbiamo dato un preavviso di distacco dell’utenza perché il contatore non risulta censito – afferma il direttore generale dell’Amam, Luigi La Rosa -. E’ vero che l’acqua è stata chiusa ma solo per mettere a conoscenza il fruitore dell’iter in corso. Nel momento in cui è venuta a mancare l’acqua, il custode è andato a controllare il contatore e ha visto l’avviso nel quale è stato scritto che, una volta letto, era possibile riaprire l’acqua. Bastava girare nuovamente la manovella in senso opposto”.

Di fatto, l’acqua al Cimitero è mancata per pochissimo tempo. Ma perché si è creato quest’inconveniente? “Probabilmente quando sono cambiate le partizioni – spiega La Rosa – questo dato anagrafico è andato smarrito. La lettura veniva svolta regolarmente ma la bolletta tornava indietro a causa dell’intestazione errata. Un errore amministrativo al quale adesso si porrà rimedio. Abbiamo parlato col dirigente Manna e la questione è stata chiarita. Inizialmente eravamo convinti che si trattasse di un altro utente, ma una volta chiuso il contatore è risultato che era proprio il Cimitero. Il Comune dovrà mettersi in regola aprendo un nuovo contratto oppure ne verrà aperto uno d’ufficio con numero di partizione intestato al Comune”.

Ora palazzo Zanca dovrà pagare gli arretrati degli ultimi anni. “Così come dovranno pagarli tutti gli utenti ai quali abbiamo inviato la raccomandata – conclude La Rosa – prima del limite dei cinque anni. Viceversa molti crediti sarebbero andati in prescrizione”.

L’allarme sul Cimitero di Pace era stato lanciato dal Partito Comunista, tramite il segretario cittadino Francesco Napoli: “Questi sono i frutti del piano industriale dell’azienda e del piano di riequilibrio voluto dall’amministrazione attuale – afferma -. Il bisogno di far cassa sovrasta su ogni altra cosa e poco importa se questo mette in serio pericolo la pubblica salute. Come può un’azienda che ha per socio unico il Comune tagliare l’acqua al Comune stesso, creando disservizi all’utenza e agli operatori? Stiamo parlando di un dipartimento comunale che rende un servizio prettamente pubblico soggetto a regolamenti di igiene sanitaria e di aziende che operano all’interno dei cimiteri per tumulazioni. Se l’Amam è stata capace di tanto – conclude Napoli – figuriamoci cosa farà con i bisognosi che risulteranno morosi”.

(Marco Ipsale)