L’Ars mette una “crocetta” sulle Province

L’abolizione delle province è sempre più vicina, manca solo l’ultimo passaggio. Quando erano da poco passate le 20, l’Assemblea regionale ha approvato -con 53 voti a favore, 28 contrari e 1 astenuto – il maxi-emendamento proposto dalla maggioranza e concordato col governo. L’Ars tornerà a riunirsi domani alle 16 per le dichiarazioni di voto ed il voto finale al disegno di legge.

Se tutto filerà liscio e la maggioranza dovesse tenere come è successo oggi, le Province saranno definitivamente cancellate e con essa anche tutte le poltrone politiche. In questo caso, dunque, salterebbero le elezioni di fine maggio.

La Riforma prevede la sostituzione delle Province con liberi Consorzi ed il passaggio dovrà avvenire entro e non oltre il 31 dicembre. Per la scelta degli organi dei liberi consorzi si procederà con una elezione “di secondo grado”, e cioè non attraverso il voto dei cittadini, ma tramite quello dei rappresentanti dei Comuni che comporranno il Consorzio. Nella fase di passaggio dalle Province ai Consorzi ,gli enti provinciali verranno commissariati.

LE REAZIONI POST – VOTO

Brinda il partito democratico. “Una svolta per la Sicilia e per il Paese, una riforma che parte da qui e porta la nostra isola ad essere un punto di riferimento a livello nazionale per modernità e innovazione istituzionale. Il Pd all’Ars ha lavorato a lungo per questo risultato: è una vittoria di tutta la coalizione che sostiene il governo Crocetta. Avevamo preso un impegno e lo abbiamo mantenuto ” . Lo dicono Baldo Gucciardi, presidente del gruppo PD all’Ars e Giuseppe Lupo, segretario regionale del PD, a proposito del voto con il quale l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato l’articolato del disegno di legge che prevede che entro il prossimo 31 dicembre sia approvata una legge che definisce il modello di Consorzi di comuni in sostituzione delle Province, con elezioni di secondo livello.

“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto: in Sicilia non si voterà più per eleggere presidenti e consiglieri provinciali. Le Province da oggi sono organi di secondo livello. Adesso inizia il percorso di profonda riforma della Regione”. Lo dice Antonello Cracolici, deputato del gruppo PD all’Ars.

Commenti entusiasti anche dal Movimento Cinque Stelle. “Siamo un modello per l'Italia”, commenta a caldo il capogruppo, Giancarlo Cancelleri. “La Sicilia è la prima regione che cancella le province. Siamo passati da ultimi della classe a pionieri nella lotta contro gli sprechi e agli enti inutili”. Il deputato Giorgio Ciaccio sottolinea un altro aspetto positivo della bocciatura delle Province: “E' la prima vera applicazione – dice – dello Statuto siciliano nella sua forma più pura”.

“Se questo è il massimo che il partito delle Province e degli sprechi può mostrare, attraverso l'ostruzionismo in Aula – commenta Francesco Cappello – i siciliani possono dormire sonni tranquilli”.

“Questo risultato – afferma Salvatore Siragusa – è l'ennesima dimostrazione che il Movimento 5 Stelle è tutt'altro che protesta, ma proposta concreta e serissima”.

Malumori nel centro-destra. In Aula, durante il dibattito per la riforma del sistema delle Province, il vicecapogruppo del Pdl, Marco Falcone, ha fatto un serio richiamo al regolamento e alla sua mancata attuazione nel caso specifico. “È grave che il ddl in discussione arrivi in Aula addirittura senza il parere della commissione di merito e, per questo, salti dunque anche il passaggio in commissione Bilancio – ha sottolineato Falcone – Il ragionamento è semplice: stiamo istituendo di fatto le aree metropolitane che non potranno essere di certo a costo zero. Per una legge come quella che dovremmo fare in Aula c’è l’obbligatorietà di quantificazione della spesa. Quindi, questa legge deve completare l’iter nelle commissioni e uscirne con i loro pareri”.