Lavoratori stakanovisti all’Atm, tra responsabili e amministrativi c’è chi non va in ferie da 7 anni

All’Atm si lavora tanto. Alcuni evidentemente troppo. E così, nell’azienda che molto spesso è stata etichettata come un mero stipendificio con un numero esagerato di personale, si scopre che invece ci sono dipendenti morbosamente affezionati alla propria scrivania e agli uffici di via La Farina. Così tanto da non andare in ferie praticamente da anni.

E’ quanto emerge da uno dei consueti report aziendali sui residui delle ferie non godute dai dipendenti, un report in cui appaiono numeri che fanno letteralmente sobbalzare dalla sedia. Ad attirare l’attenzione sono i dati relativi al personale tecnico e amministrativo. Perché a quanto pare l’anomalia è proprio in questo settore, riguarda cioè i ruoli apicali che operano negli uffici. È nei corridoi dei piani alti di via La Farina che si aggirano, infatti, i dipendenti più attaccati al lavoro.

Scorrendo la tabella che raccoglie 60 dipendenti tra responsabili amministrativi, coordinatori, collaboratori e operatori d’ufficio, i numeri più significativi riguardano una decina di impiegati Atm. Prima di analizzare le cifre è fondamentale una premessa: ai dipendenti dell’azienda trasporti ogni anno spettano 34 giorni di ferie. Qualcuno in più, si arriva ad una quarantina, sono i giorni che toccano invece all’area quadri, grazie ad un accordo integrativo che risale al 1999 probabilmente oggi sepolto negli armadi di via La Farina. In pratica, 17 anni fa, dirigenti e funzionari decisero di concedersi "ad personam" più giornate di ferie e così si firmò un accordo valido ancora oggi. Quindi allo stato attuale i lavoratori Atm hanno diritto a 34 giorni di ferie annui per contratto che diventano una quarantina man mano che si scala la gerarchia aziendale. Ed è proprio salendo quei gradini che si scopre che in via La Farina ci sono dei veri e propri stakanovisti, lavoratori che al 31 dicembre 2015 hanno accumulato così tanti giorni di ferie che, stando a qualche breve calcolo, non andrebbero in ferie da anni.

A vincere la palma del lavoratore più stakanovista è un responsabile amministrativo che ha totalizzato 289 giornate di ferie non godute, che in pratica si tradurrebbero in circa 7 anni senza mai fermarsi neanche per un giorno, con tanto di rinuncia anche alle vacanze estive. Lo seguono sul podio un coordinatore e un collaboratore d’ufficio che hanno collezionato rispettivamente 259 e 192 giorni di ferie. Poi nella top ten ci sono altri dipendenti che vanno dalle 168 alle 50 giornate non godute. Insomma, bene che vada, all’Atm ci sono lavoratori che devono scontare da un minimo di un anno di ferie fino ad arrivare addirittura a sette.

Una situazione a dir poco anomala che andrebbe urgentemente attenzionata dai vertici aziendali. Numeri che sembrano essere un paradosso se si considera che si tratta di dipendenti amministrativi e non di figure che operano negli ambiti in cui si registrano carenze di personale che costringono a ricorrere agli straordinari, come accade per gli autisti. E’ difficile credere che chi oggi si ritrova con anni di ferie non godute sia stato così indispensabile tanto da non poter mancare mai dal proprio ufficio. Sempre ammesso che sia davvero stato così. Questo è ciò che emerge sulla carta, ma bisogna considerare anche che si tratta appunto di figure apicali, tra cui spuntano anche alcuni rappresentanti sindacali, che negli anni sono stati allo stesso tempo controllori e controllati. Evidentemente neanche il nuovo corso del direttore Giovanni Foti è finora riuscito ad incidere su questo modus operandi chiaramente radicato nell’organizzazione Atm. L’ultimo controllo tocca, infatti, al direttore amministrativo e al direttore generale che a questo punto dovrebbero prendere provvedimenti drastici e obbligare, come sia contratto che legge prevedono, tutti i dipendenti con residui ferie evidentemente anomali a smaltire tutte le giornate non godute. Decisioni che mirerebbero a tutelare solo l’azienda che, stando ai numeri, potrebbe ritrovarsi a dover pagare queste ferie con interessi e contributi o peggio ad affrontare nuovi contenziosi legali tanto diffusi in casa Atm.

A pensar male si fa peccato, ma se gli stakanovisti di Atm con i requisiti contributivi sufficienti decidessero di andare in pensione senza aver usufruito delle ferie residue, potrebbero pretendere diverse migliaia di euro dalle casse dell’azienda trasporti a saldo di centinaia di giornate di ferie non godute e l’Atm rischiare un vero danno economico, e con essa le casse pubbliche, per una cronica e forse non sempre casuale cattiva gestione organizzativa della partecipata del Comune.

Francesca Stornante