Papardo: per la revisione del bilancio andranno 58 mila euro alla Deloitte & Touche

Non sono bastati, a quanto pare, gli oltre 18 mila euro pagati a fine estate dal Papardo alla “Deloitte & Touche” per la revisione del bilancio dell’azienda, alla luce delle criticità evidenziate in relazione allo strumento contabile il 30 giugno scorso. La relazione finale consegnata dalla società che opera nel settore a livello internazionale, ha fatto emergere la necessità di un nuovo affidamento diretto a distanza di pochi mesi dal primo, dal momento che sarebbero emerse limitazioni tali dal non poter ritenersi concluso il lavoro. Detto fatto, dopo una prima delibera, la 103 del 7 agosto con la quale il direttore generale del Papardo, Michele Vullo, dava in affidamento diretto alla Deloitte & Touche per oltre 18 mila euro inclusa Iva, la revisione del bilancio, quattro mesi dopo, il 17 dicembre, arriva il secondo incarico, con delibera n°366, questa volta di “28 mila euro oltre Iva e il rimborso spese per la permanenza fuori sede ed i trasferimenti stimati nella misura approssimativa del 15% e le spese accessorie per comunicazione segreteria e riproduzione nella misura forfettaria del 5%”.

La nuova delibera comporta un esborso complessivo di circa 39. 760 euro sfiorando il tetto massimo consentito per gli affidamenti diretti negli Enti pubblici di 40 mila euro e sta suscitando non poche perplessità tra i sindacati, anche alla luce del fatto che nel giro di pochissimi mesi, da agosto a dicembre, a conti fatti alla Deloitte & Touche son stati destinati complessivamente 58 mila euro cifra questa che se data in un’unica tranche avrebbe reso necessario il ricorso ad una procedura diversa, con una gara d’appalto. Va da sé che non si comprende come la necessità di “completare il lavoro” costi addirittura il doppio del primo accertamento.

Ad agosto il direttore generale Vullo avendo aderito alla Federsanità-Anci anche per usufruire del network di professionalità delle quali la Confederazione è dotata per l’assistenza tecnico-giuridica degli associati, quando si rese conto delle criticità emerse dal bilancio 2013, decise di affidare l’incarico della revisione alla Deloitte & Touche, società indicata dalla stessa Federsanità perché rispondente alle esigenze ed impegnata nel processo di collaborazione ed assistenza all’attuazione dei percorsi di certificabilità dei bilanci delle aziende sanitarie.

Nella relazione finale però, la Deloitte & Touche (società leader a livello mondiale e negli anni scorsi coinvolta nell’inchiesta sulla Parmalat di Callisto Tanzi), ha evidenziato che nello svolgimento delle procedure ci sono state alcune limitazioni “dovute al fatto- si legge nella delibera del 17 dicembre- che non è stato possibile ottenere la documentazione di supporto necessaria alla verifica del valore netto contabile iscritto in bilancio”. Da qui la nuova proposta della società all’azienda sanitaria, per consentire di “valutare l’esistenza fisica e la corretta contabilizzazione delle immobilizzazioni materiali e immateriali iscritte nel bilancio chiuso al 31.12.2013 e nelle registrazioni contabili al 31.10.2014”.

Morale della favola, dai 18 mila euro di agosto la cifra si raddoppia in quattro mesi per consentire di finire il lavoro e verificare eventuali buchi e problemi nel bilancio 2013. Alla fine alla Deloitte & Touche andranno 58 mila euro, attraverso due affidamenti diretti, quindi evitando una gara d’appalto e soprattutto in tempi di “magra”, quando l’obiettivo di tutti, compreso Vullo, è quello di tirare la cinghia ed evitare sprechi. I rapporti con Cisl e Uil non sono affatto sereni ed anche questo sassolino finirà nel percorso non del tutto sereno tra il Dg e le due organizzazioni sindacali.

Rosaria Brancato