Marano: “Il centrosinistra siamo noi, non il Pd. Prioritario ridurre i costi della politica”

“Scusate il ritardo ma lo stato delle autostrade siciliane e della mobilità è sotto gli occhi di tutti”: arrivata con quasi un’ora di ritardo all’appuntamento con la stampa messinese a causa dei problemi ormai quotidiani lungo l’A/20 Giovanna Marano si scusa con i cronisti. La candidata di Libera Sicilia alla Presidenza della Regione per FdS, Verdi, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista sta cercando di bruciare i tempi ed ha un’agenda fitta di incontri tra città e provincia. “Il centro-sinistra siamo noi- va dritta al cuore del problema- non certo il Pd che ha fatto scelte che vanno in tutt’altra direzione e che sono anche contestate. Noi siamo diversi e lo dimostrano le nostre battaglie per l’acqua pubblica”.
Giovanna Marano punta all’elettorato di sinistra ed a quei Pd rimasti delusi dall’alleanza con l’Udc, una formula che secondo la candidata sta spingendo in tanti a cambiar rotta. Tra la Marano e Crocetta nei giorni scorsi non sono mancate le scintille e le polemiche, anche dure, anche in virtù dell’immagine di una sinistra che ancora una volta non riesce a presentarsi unita alle regionali, offrendo il fianco agli avversari.
“A me non piace lo scontro mediatico- continua Giovanna Marano – sono certa che agli elettori interessano i programmi e non le schermaglie tra candidati. Quanto alle polemiche con Crocetta è stato lui a contestarmi, evidentemente gli brucia l’aver sbagliato alleanze, ormai è evidente che l’aver deciso di allearsi con l’Udc è stato un errore e lo dimostrano le dichiarazioni di quanti si dissociano dalla formula scelta”.
Per la sindacalista della Fiom Cgil non ci sono dubbi, a rappresentare la sinistra “vera” il 28 ottobre è Libera Sicilia, ed il tandem (o ticket) con Claudio Fava, “Io non sono l’alternativa a Fava, siamo una coppia forte”.
In campo porta la sua esperienza di anni di lotte sindacali in una Sicilia dove a far da padrone è stato il clientelismo ed il ricatto occupazionale. Al primo posto c’è però il taglio alle spese e la lotta alla corruzione.
“Il primo provvedimento sarà la riduzione dei costi della politica, iniziando dalle indennità parlamentari, non quei ritocchi che ha fatto Lombardo alla fine. Ma non
basta ancora, dovremo tagliare i costi della Pubblica amministrazione, quindi tagli veri alle consulenze e ai gettoni ed indennità nei Cda degli enti e delle partecipate e di tutti quei carrozzoni che sono serviti solo per favorire i loro amici”.
(Rosaria Brancato)