Dipendenti Aicon cassintegrati: “Ci stanno ipotecando anche l’anima”

Non ci sono buone notizie per i dipendenti della società Aicon Yacht Spa. La cassa integrazione è il futuro che li attende e in cui sono stati catapultati senza sapere come. Questo quello che sostengono i dipendenti della società messinese di imbarcazioni di lusso. A luglio 2012 il tribunale fallimentare di Barcellona Pozzo di Gotto aveva dichiarato lo stato di insolvenza per la società e aveva nominato un commissario giudiziale, Mauro Romano, professore di economia aziendale all’Università di Foggia.

Compito del commissario era quello di redigere una relazione da consegnare al tribunale sulle condizioni della società. Trenta giorni a disposizione per verificare lo stato delle cose: se l’Aicons fosse stata in grado di riprendere le attività si sarebbe proceduti all’amministrazione straordinaria.
Della relazione che il professore Romano ha consegnato al tribunale non se ne sa niente. Queste le parole che il sindacato ha riferito ai dipendenti che l’unica notizia che hanno ricevuto è quella della cassa integrazione: “Siamo stanchi di essere all’oscuro sul nostro futuro lavorativo, stanchi di vivere con ottocento euro mensili (se l’INPS paga la cassa integrazione regolarmente, cosa mai avvenuta), stanchi di queste istituzioni che ci dovrebbero tutelare, stanchi di questa omertà e soprattutto stanchi di fare i parassiti dello Stato”.

“Vogliamo lavorare” è il loro grido. “Vogliamo sapere di questa ormai famigerata relazione – incalzano i lavoratori -. Qualcuno ci dia informazioni serie, non parole ma fatti concreti, perché la stanchezza psicologica porta a eventi poco rassicuranti, addirittura alla follia, può sfociare a danni irreparabili. Siamo disperati e come tali non abbiamo più nulla da perdere, ci stanno ipotecando anche l’anima e nessuno fa niente. Questo non è vivere in uno stato democratico ma in uno stato dove i furbi restano impuniti perché hanno protezioni dall’alto e certo non ci riferiamo alla religione”.