cronaca

Al via processo alla mafia dei Nebrodi, Antoci in aula

Ha preso il via stamane il processo “Nebrodi” alla mafia dei pascoli, con oltre 100 imputati alla sbarra tra vecchi boss e nuove leve dei clan di Tortorici, familiari, soci e colletti bianchi coinvolti nel business delle truffe all’Unione Europea attraverso le pratiche agricole.

All’udienza che si tiene all’aula bunker del carcere di Gazzi stamane c’era anche il presidente della Fondazione Caponnetto, Giuseppe Antoci, e alcuni componenti delle Commissioni Antimafia, regionale e nazionale.

“E’ una vittoria dello Stato – ha detto Antoci, promotore del protocollo che porta il suo nome, diventato legge, nato dall’esperienza alla presidenza del Parco dei Nebrodi e voluto proprio per stoppare l’infiltrazione criminale nella gestione fondi destinati ad agricoltura ed allevamento.

“Abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni – dice Antoci – ricca, potente e violenta, ed è per questo che quella notte volevano fermarmi. Volevano bloccare l’idea di una legge nazionale e dunque tutto quello che sta accadendo oggi. Io sarò presente domani all’Aula Bunker e li guarderò dritti negli occhi, uno per uno, senza paura, senza indugi e con l’unica forza che ho: quella dello Stato” – ha concluso Antoci.

Questo processo è il frutto di un importante lavoro dello Stato e di Giuseppe Antoci – ha detto il senatore Giuseppe Giarrusso (ex M5S) dell’Antimafia nazionale – e di due coraggiosi poliziotti che purtroppo non ci sono più“, ha spiegato ricordando l’opera di Tiziano Granata e Rino Todaro, gli agenti del Commissariato di Sant’Agata che facevano parte della scorta di Antoci e che hanno lavorato a diverse indagini sui Nebrodi. Presenti anche i deputati nazionale Piera Aiello e regionale Nello Di Pasquale.

Al processo il Parco dei Nebrodi, oggi presieduto da Domenico Barbuzza, è parte civile insieme a molte sigle anti racket e imprenditori.