Basta cementificare, esistono le alternative

Spett.le TEMPOSTRETTO.
L’elemento motore che fa desistere chiunque dall’intraprendere iniziative in qualsivoglia campo è quello che va a toccare la “tasca”.Voglio essere più chiaro con un esempio.
Se i tossicodipendenti, tutti insieme, non comprassero più stupefacenti dagli spacciatori, nel giro di ventiquattro ore il commercio di droghe non esisterebbe più.
Se a causa della crisi economica, stante il fatto che le banche hanno ridotto la concessione dei mutui, considerato che il mercato immobiliare è saturo, tenuto conto che nelle tasche dei cittadini ci sono meno soldi per l‘aumento dei prezzi al consumo e dalla imposizione fiscale, non è improbabile che i cementificatori degli ex molini Gazzi, abbiano alla fine un consistente “invenduto” il che porterebbe (gioia grande) al fallimento dell’impresa costruttrice.Per lo sviluppo economico è necessario non cementificare, ma dare corso ad iniziative che creino sviluppo a cominciare dall’agricoltura, dando la possibilità ai contadini di vendere direttamente i loro prodotti con un prezzo all’origine che sia almeno quadruplicato rispetto a quello attuale: ciò darebbe opportunità di lavoro ai giovani.
Un altro settore sarebbe quello della piscicoltura, poi il turismo. La creazione di un approdo per natanti da diporto e di campeggi turistici che siano aperti tutto l’anno.
La zona ex Sanderson potrebbe essere impiegata per industrie di trasformazione conserviere, utilizzando i fondi europei.Altre attività si potrebbero creare con la raccolta differenziata, riciclando i vari materiali e l’umido per produrre metano e fertilizzanti nonché energia elettrica con i termovalorizzatori. La differenziata è compito del Comune attuarla, troppi rifiuti di valore: carta, cartone, vetro alluminio, plastica vanno a finire nella “indifferenziata”.Evidentemente il nostro beneamato Sindaco (quando si leva di mezzo ai piedi è sempre troppo tardi) è troppo affaccendato a tagliare nastri e a curare la propria immagine.
Cordialissimi saluti.
Carmelo