E il killer disse: “L’abbiamo ucciso ma è ancora vivo”

Alla fine l’impresa titanica di perdere le elezioni è riuscita. A dicembre sembrava impossibile ma il Pd ha studiato attentamente i dettagli dell’operazione, ha trovato le giuste strategie e ce l’ha fatta anche stavolta. Ha perso. Come ha detto Bersani: “Siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto”, un ossimoro migliore di qualsiasi battuta di Crozza ma talmente reale da superare qualsiasi fantasia.

Il guaio è che il Pd ha confuso le primarie dell’apparato di partito, con le primarie del centro-sinistra, impedendo in ogni modo il voto (vi ricordate la vicenda del regolamento ed i divieti per votare al ballottaggio?) agli elettori non in possesso di tessera o di tonnellate di buona volontà e tolleranza. L’apparato del partito non ha capito dove stava andando il suo elettorato,ma non è una novità perché succede ad ogni primaria, vedi Genova, Napoli, Puglia, e lo scorso anno al Comune di Palermo, confondendo i desideri delle segreterie con quelli dell’elettorato di sinistra. Poi non ha fatto campagna elettorale e adesso, complice il porcellum che ha dato il premio di maggioranza alla Camera al Pd ci troviamo nel pasticciaccio dell’ingovernabilità. E da giorni è toto-governo con ipotesi ai limiti della fantapolitica. Eccone alcune:

1)Il governo di minoranza- detto anche “qui comando io”

Solo in Italia può accadere che si va alle elezioni con il solo scopo di avere una maggioranza che ci governi e poi, grazie al porcellum rischiamo di ritrovarci un governo di minoranza che di volta in volta si gioca la sopravvivenza o deve barattarsi i voti. In nessun Paese del mondo si fanno le elezioni per essere governati da chi ha perso. E’ una forma di finto governo ben nota nelle famiglie matriarcali dove il gentil sesso ( tra moglie, figlie,sorelle, suocera) detiene saldamente il potere numerico a scapito dell’unico rappresentante maschile. L’abilità sta nel far credere al malcapitato che è lui “l’uomo di casa”, quello che prende le decisioni. E’ risaputo però che in tali casi NESSUNA decisione è presa dal tapino. Lui dice “qui comando io” ma basta guardarlo camminare in casa con le pattine o mentre sul divano col telecomando in mano (estremo simbolo di un potere che non ha) mette C’è posta per te che ha appena barattato per potere vedere la sera dopo il derby Milan-Inter al pub sotto casa. E a letto alle 23 dopo il fischio finale. Il governo di minoranza è così, una sorta di “io speriamo che me la cavo” in salsa politica

2)Il governo dei Terzi- detto anche “il governo vintage”

Nell’idea di chi lo ha partorito è il “governo dei saggi” di figure alte ed esterne al Parlamento che potrebbero portare avanti una sorta di governo finto-tecnico senza i rigori di Monti per traghettarlo fino alla prossima elezione. Di tale formazione non può far parte, ad occhio, il 92% degli attuali eletti, quindi si va a cercare fuori. Tra i nomi spunta Giuliano Amato, buono per tutte le stagioni ma che dimostra come anche queste elezioni non hanno fatto capire un…fico secco. Giuliano Amato, insigne giurista e personalità di grande spessore, è stato Presidente del Consiglio 2 volte, (nel ’92-’93 e nel 2000-2001), due volte ministro, 4 volte deputato ed una senatore (per un totale di 5 mandati). Invece che cercare un nome nuovo ripescano sempre nella stessa cesta, come se non vi fosse alcuna alternativa agli anni’20 e ‘30, unica annata che, secondo chi ci governa, ha partorito menti geniali. Ma perché non riusciamo a guardare avanti ma solo indietro? Cosa è questa allergia verso il nuovo? Pare che sia già stata contattata un’equipe di mummologi del Cairo per cercare di riportare in vita qualche Padre nobile della Costituzione, qualche partigiano coriaceo della Resistenza o spirito libero del Risorgimento. E’ il classico governo vintage: in caso di crisi che t’impedisce di farti il guardaroba nuovo saccheggi la cassapanca della nonna e vai in giro col vestito a fiori tarlato ma che fa tanto “moda”.

3)Il governo “dell’armonia universale”-detto anche del bunga-bunga

E’il governo che vedrebbe insieme Pd-Pdl in chiave anti-grillina all’insegna del “volemose bene”, per il bene del Paese ci mancherebbe…. Come la bicamerale di dalemiana memoria l’obiettivo dichiarato è fare le riforme che il Paese aspetta e che non farebbero neanche questa volta. Una sorta di bunga-bunga politico alla luce del sole rispetto alla finta opposizione fatta negli ultimi 20 anni e che avrebbe risvolti anche positivi: una serie di nuove posizioni da inserire nel kamasutra delle alchimie elettorali con leggi a dir poco interessanti (ad esempio la norma sul conflitto d’interessi alla missionaria affidata allo spirito di solidarietà di Berlusconi) e gli elettori finirebbero di illudersi sul ruolo reale della sinistra. E’ la soluzione preferita da Grillo, al quale basterà mettersi con le gambe a cavallo e fumarsi una sigaretta in attesa delle prossime elezioni che gli consegneranno il Paese al 97%.

4)Il governo della soluzione finale- detto anche “della Signora in giallo”

Vi ricordate quando l’ABC (Alfano, Bersani, Casini) s’incontravano di notte nei sotterranei dei Palazzi per inciuciare? Bene, l’alleanza notturna continua, si sono aggiunti anche Monti e Berlusconi e ogni tanto si vedono nei sotterranei di Arcore che sono più confortevoli. A quanto pare hanno capito che il vero ostacolo in questo momento è quell’arzillo vecchietto che va in giro a difendere a Costituzione, bacia i bambini e rimprovera i politici tedeschi quando c’insultano (applausi). Il Presidente Napolitano è nel semestre bianco e fino all’elezione del nuovo Capo dello Stato sarà impossibile sciogliere le Camere e tornare alle urne. Quindi scatta il Piano G, quello della Signora in Giallo, la signora coi capelli cotonati che quando arriva in un posto porta sfiga e muore qualcuno. Immancabilmente. Se al buon Napolitano venisse un coccolone, in sintesi, si risparmierebbero i sei mesi in “bianco” e si tornerebbe alle urne molto prima. Da qui il diabolico piano per farlo in modo indolore, tanto in Italia non c’è Csi, Criminal Mind e affini e la media di risoluzione di un delitto è 30 anni a meno che l’assassino non confessi. Ancora non sappiamo che fine ha fatto Denise Pipitone piuttosto che Emanuela Orlandi per non parlare degli autori di stragi e delitti eccellenti….. Quindi è allo studio l’operazione 5 maggio, in onore della poesia dedicata a Napoleone, morto il 5 maggio 1821 (è fatto apposta, le prime sillabe Napol…sono uguali) da Alessandro Manzoni. La banda però ha una paura e non vuole affidare l’ingrato compito a Bersani, anche se è stato lui a combinare questo pasticcio con la solfa del “tre milioni d’italiani delle primarie sono con me”, scordandosi gli altri 47 milioni che erano altrove. Il timore fondato è che alla fine Bersani fallisca pure questa missione e si ritrovano al punto di partenza ma con un Napolitano vivissimo ed un tantino irritato nei loro confronti. Colto con le mani nel sacco e con lo smacchiatore nella tasca Bersani direbbe: “Scusateci, l’abbiamo ucciso, ma è ancora vivo”.

Rosaria Brancato