Camera di Commercio, Picciotto: “Angoscia il metodo”, Picciolo: “Golpe bianco”

Il rischio dell’ennesimo scippo, con l’accorpamento della Camera di Commercio di Messina, sta alimentando il dibattito in città. Oggi si registra l’intervento del presidente Confcommercio Messina Carmelo Picciotto e del deputato regionale del Pdr Beppe Picciolo. Entrambi lanciano l’allarme sulla progressiva marginalizzazione della città che sta finendo con il diventare periferia della periferia.

“Leggo con soddisfazione che le riflessioni effettuate giorni addietro con qualche politico messinese hanno finalmente innescato una reazione sinergica che mi auspico possa aumentare a vista d'occhio- scrive Picciotto- La centralità dell'argomento: azzeriamo Messina; sovrasta la specifica problematica della Camera di Commercio che ne diventa una ulteriore sacrificio "plausibile" nell'interesse dei soliti noti che si sentono autorizzati a Commissariare una Provincia che non ha più "diritti ma dovere di soccombenza", magari a favore di Provincie che fino ad ieri aspiravano di somigliare alla nostra. Ciò che mi angoscia non è il fatto, ma il metodo! Metodo ormai noto e collaudato: che muoia chi non si difende! Spero che stavolta i nostri politici mostrino muscoli e carattere per trattenere quel poco di futuro che resta di Messina. A giorni mi farò promotore di un coordinamento di agitazione a cui spero possano aderire di diritto tutte le Associazioni di categoria. Concludo domandandomi: ma se al posto del Commissario della Cciaa di Messina ci fosse stato un Presidente scelto con il diritto di scelta cosa sarebbe cambiato nell'ambito della delibera di Union camere Sicilia che ha decretato il brutale accorpamento a tre delle attuali Cciaa siciliane? Ed ancora: è stata chiesta indicazione alle Associazioni di Categoria, di cui lo scrivente rappresenta la più numerosa, su quali interessi produttivi andavano garantiti al tavolo?”

A rincarare la dose ci pensa il deputato regionale del Pdr Beppe Picciolo : “ Siamo in presenza di un golpe bianco visto che si sta perorando un’idea accentratrice di quelle rappresentanze d’imprese produttrici di beni e servizi, con il fine esclusivo di favorire una "crescente volontà” di gestire con più facilità a livello nazionale un corpo associazionistico che, nei numeri, è molto più forte in alcune realtà dell’Isola piuttosto che in altre, dove è invece maggiormente trainante il settore industriale. I costi del personale della Camera di Commercio di Messina, eventualmente accorpata a quella di Catania o Palermo, non diminuirebbero di un euro visto che tutto il bilancio camerale è a carico dell’organo provinciale, che si andrebbe ad assommare a quello degli altri enti accorpati. Un mero artifizio contabile che non può essere giustificato dalla semplice riduzione dei costi di gestione dei consigli di amministrazione che passerebbero da 9 a 3; si pensi piuttosto a rendere non oneroso l’incarico di rappresentanza nelle Camere di Commercio, valutando la possibilità di procedere ad un semplice rimborso spese per presidenti e consiglieri, togliendo così armi a chi vuole minare l'autonomia degli Organismi e delle piccole e medie imprese. Se poi si pensa a Messina di volersi proiettare nell'area integrata della stretto perdendo la titolarità di una degli Enti maggiormente titolati a rappresentare le esigenze di sviluppo economico del territorio a mio sommesso avviso, si rischia di farsi ridere addosso! E non si parli sempre di voler realizzare una logica di spending rewiew, di cui tutti amano parlare ma la cui attualizzazione appare una chimera… di cui sempre altri devono farsi carico e guarda caso sempre a pagare sarebbe la Città “micropolitana” di Messina”.

R.Br.