Commissioni mediche accentrate a Palermo. Per la Cisl è inaccettabile

Commissioni mediche accentrate a Palermo. Per la Cisl è inaccettabile

Commissioni mediche accentrate a Palermo. Per la Cisl è inaccettabile

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giovedì 11 Febbraio 2016 - 23:04

Il sindacato chiede di riconsiderare la decisione e di prevedere il decentramento in sede territoriale. Con lo smantellamento degli uffici periferici, peraltro, oltre al disagio, si registrano atteggiamenti scarsamente collaborativi da parte della sede regionale con riferimento a richieste di notizie ed informazioni nonché una pesante dilatazione dei tempi di definizione delle pratiche

Per sostenere una visita davanti alla Commissione Medica, i dipendenti pubblici interessati al mutamento delle mansioni o al collocamento a riposo sono costretti a recarsi nella sede regionale di Palermo. «L’accentramento delle funzioni è assolutamente inaccettabile», è la considerazione della segretaria provinciale della Cisl Fp, Paola Zito, che in questi giorni ha raccolto numerose lamentele da parte di lavoratori dipendenti che registrano ritardi in merito alla richiesta di verifica delle condizioni di salute da parte della Commissione Medica.

La Cisl di Messina, già nel 2011, lanciò l’allarme sulla dismissione delle Direzioni Territoriali del Ministero dell’Economia e Finanze e delle commissioni Mediche periferiche di verifica evidenziando il sicuro disagio che si sarebbe procurato alla vasta utenza territoriale.

Con lo smantellamento degli uffici periferici, peraltro, oltre al disagio, si registrano atteggiamenti scarsamente collaborativi da parte della sede regionale con riferimento a richieste di notizie ed informazioni nonché una pesante dilatazione dei tempi di definizione delle pratiche.

«La scelta di accentrare tutto sulla sede di Palermo, unica per tutte le nove provincie siciliane, – dichiarano il segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese e il segretario generale della Cisl Fp Calogero Emanuele – si è rivelata devastante per i pensionati e per i lavoratori che per un cambio mansioni, per la richiesta di inabilità e per il collocamento a riposo, oltre a dover registrare una lista di attesa che va oltre i sei mesi, sono costretti ad affrontare costi e viaggi il cui percorso di andata e ritorno, in taluni casi, supera oltre 550 Km. È inconcepibile, altresì, che l’utenza interessata costretta ad assentarsi dal lavoro per motivi di salute, debba aspettare oltre sei mesi prima di essere convocata a visita, con il serio rischio di dover subire decurtazioni o sospensioni della retribuzione, oltre che procedimenti disciplinari per violazione della normativa vigente in materia di congedi straordinari che possono sfociare anche nel licenziamento».

La Cisl e la Federazione della Funzione Pubblica ritengono che è assolutamente necessario una riconsiderazione della problematica, prefigurando un decentramento della Commissione sul territorio provinciale anche attraverso rapporti di collaborazione per l’utilizzo di strutture militari e sanitarie.

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