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Allarme Coronavirus, eroe anche chi lavora nei supermercati

Reggio Calabria, 13 marzo – Le disposizioni in materia di prevenzione della diffusione del Corona virus poste dal dpcm del 9 marzo oramai sono pienamente operative. Sono pochissime le attività commerciali che hanno l’autorizzazione a stare aperte. Tra queste, una tra le più importanti è quella degli ipermercati e dei supermarket.

Garantire un coretto accesso alle scorte alimentari è stata fissata come una delle basi di questo provvedimento a tutela della salute. L’accesso a queste attività commerciali deve essere fatto seguendo le norme di non affollamento e di rispetto della distanza dalle altre persone.

Tutti coloro che si siano recati in questi giorni a fare la spesa si saranno resi conto che comunque non ci sono in effetti grossi problemi circolando dentro i larghi ambienti delle attività commerciali. La cosa cambia invece quando ci si accinge ad andare alla cassa, gli spazi si riducono e in tanti casi la fatidica distanza di sicurezza non viene propriamente rispettata. In particolare quando, ci si trova a cospetto dell’impiegato in cassa.

Sono proprio loro che hanno il maggior contatto con i clienti, e, in media, vista la distanza tra cassa e cassa, la larghezza dei tappeti che permettono al cibo di scrorrere, si trovano a una distanza veramente piccolissima. Oltretutto in molti casi, l’impiegato sta seduto, quindi di fatto la sua bocca è ancora più vicina alla teorica traiettoria che le goccioline di saliva del cliente potrebbe fare. Tra acquirente e operatore di cassa, nessuna barriera “meccanica” nessun dispositivo che possa tutelare sia la salute del dipendente che la salute del clienti. in qualche caso, chi sta alla cassa ha guanti e mascherina: ma per la maggior parte dei casi si tratta di mascherine che non garantiscono un corretto isolamento e di guanti che, nonostante siano mono uso, praticamente non vengono mai cambiati. Anche l’ausilio di detergenti a base alcolica non apre sia una prassi ordinata e seguita. Purtroppo, nonostante l’estrema esposizione che gli operatori del settore hanno, non è stata prevista alcuna misura per tutelare sia la propria salute e soprattutto non gli è stata riconosciuta alcuna indennità di servizio e premio “presenza”, quando il loro ruolo è fondamentale per la riuscita del piano previsto dal decreto del presidente.