La Daf scrive all’assessore regionale Stancheris

“L’essere operatori professionali del teatro ci porta a condividere le ansie e le preoccupazioni di un settore in crisi drammatica da un punto di vista economico, ma anche e forse soprattutto da un punto di vista istituzionale e organizzativo”. A scriverlo, in una lettera inviata all’assessore regionale Michela Stancheris, è il presidente dell’associazione culturale Daf, Giuseppe Ministeri.

“Seguiamo con crescente preoccupazione – prosegue – le vicende del Teatro di Messina, la principale istituzione culturale della nostra città, che da troppo tempo non riesce più a garantire quella proposta produttiva, quell’offerta culturale e quella serenità per gli operatori e le maestranze che dovrebbero costituire un fattore di normalità. Sappiamo benissimo che il problema non potrà essere risolto con uno sforzo finanziario in più per quest’anno, laddove le risorse sono inevitabilmente destinate a ridursi con il rischio assai grave di garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti. Riteniamo pertanto necessario oltre che inevitabile un processo di riorganizzazione degli enti e delle istituzioni siciliani che operano con il contributo regionale nei campi della cultura e dello spettacolo”.

Una città e una provincia come Messina, secondo Ministeri, devono garantire una offerta adeguata per i residenti ma anche per il ruolo turistico che gravita in un comprensorio che include Taormina e le Eolie. “E le eccellenze e le professionalità artistiche che qui sono cresciute e si sono sviluppate – scrive Ministeri – devono poter operare. Non ci spaventa pertanto un processo di riorganizzazione istituzionale che investa anche il Teatro di Messina e Taormina Arte, purché si salvaguardi l’offerta culturale per questa comunità, la produzione artistica in loco e la valorizzazione delle professionalità messinesi”.

“Tutte le esperienze d’avanguardia – conclude la lettera inviata all’assessore Stancheris – vedono lievitare il ruolo degli operatori privati. Per questo riteniamo di mettere le nostre esperienze e competenze, la nostra voglia di spenderci e scommetterci, a disposizione di questo processo di riorganizzazione complessiva”.