I 700mila euro della discordia. Bloccata la finanziaria regionale

Un emendamento per i vigili urbani di Messina, sostenuto dai deputati messinesi Rinaldi, Greco, Laccoto e Panarello, tutti nella squadra di governo, ha inceppato la scorsa notte all’Ars il cammino della finanziaria. In un clima rovente, con accuse del presidente della Regione Rosario Crocetta alla sua maggioranza, il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone ha sospeso i lavori e ha aggiornato la seduta alle 10 di stamattina. Restano da esaminare e votare ventuno articoli della manovra, che dev’essere varata entro la mezzanotte di oggi. L’emendamento per Messina stanziava inizialmente un milione e 200 mila euro per la polizia municipale della citta’, poi ridotti a 700 mila euro con un subemendamento del movimento 5 stelle, associatosi all’iniziativa in favore dei vigili messinesi.

Ad innescare la polemica, l’intervento del deputato catanese Udc Nicola D’Agostino. Il parlamentare si scaglia contro l’emendamento affermando che in un momento di tagli “non si possono favorire singole realta’ territoriali”, poi e’ stata un escalation di tensione tra deputati. E in coda una decina di emendamenti, tutti di tipo localistico che avrebbero messo a serio rischio l’intera manovra. A quel punto interviene in aula il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta che rintuzza Pd e Udc accusando i partiti di non sapere “gestire i propri deputati” e ha parlato di norme che in realta’ sono veri e propri ”aiuti di Stato’. In aula e’ il caos e il Presidente dell’Ars, poco dopo l’una di notte e’ costretto a sospendere l’aula e a rinviarla a questa mattina alle 10 per riprendere con la maratona. Secondo il presidente della Regione, l’emendamento pro polizia municipale di Messina non rientrava nel patto tra maggioranza e opposizione sancito per spianare la strada alla legge di stabilita’ entro oggi, ultimo giorno utile per varare la manovra (scade l’esercizio provvisorio). L’accordo, spiega Crocetta, era quello di evitare la presentazione in aula di emendamenti ”pro-deputato”, norme che rappresentassero interessi di parte legati a bacini elettorali dei singoli parlamentari. ”Tutto questo e’ inammissibile, non lo consento”, ha urlato in aula il governatore. ”Siamo in Parlamento per approvare norme di carattere generale che riguardano i siciliani e non provvedimenti su misura di bacini elettorali dei singoli deputati – dice Crocetta all’Ansa fuori dall’aula – A questo punto penso proprio che presentero’ una apposito disegno di legge per mettere un po’ d’ordine a questo andazzo”.

Probabilmente Crocetta prima di tornare in Assemblea pretendera’ un chiarimento dalla sua maggioranza. Quando lascia Palazzo dei Normanni, il governatore e’ furioso e scuro in volto. Per la prima volta dall’inizio della legislatura s’e’ scontrato con le dinamiche che contraddistinguono l’Ars soprattutto quando c’e’ da approvare la finanziaria, dove le risorse sono poche e gli appetiti tanti. La Regione ha pochi soldi in cassa, nel fondo globale per finanziarie leggi di spesa da qui alla fine dell’anno non ci saranno piu’ di 10-15 milioni di euro. E la finanziaria, allora, rappresenta una delle poche chance per i deputati di dare risposte ai territori. Di fronte ci sono due metodi contrapposti: da un lato la ‘rivoluzione’ di Crocetta che pensa a misure generaliste, dall’altro la legittima aspirazione dei parlamentari di rispondere alle aspettative che giungono dalle realta’ locali. ”Anch’io avrei potuto presentare emendamenti per Gela o per Ribera – tuona il presidente della Regione – ma non e’ questo l’obiettivo del mio governo. Deve essere chiaro a tutti”.

Questa mattina si riparte proprio dall’articolo della ‘discordia’. Sono 21 gli articoli ancora tutti da approvare che ieri sono stati ‘accantonati’ dal Presidente dell’Ars per essere esaminati con calma. Tra gli articoli piu’ difficili quelli che riguardano i tremila precari ex Pip che da giorni presidiano Palazzo dei Normanni. Ieri tra le norme approvate della Finanziaria spicca quella che da’ il via libera al recupero di 140 milioni di euro incassati illegittimamente dai laboratori di analisi tra il 2007 e l’anno scorso. I laboratori dovrebbe rimborsare alle Regione il maggiore valore dei rimborsi ottenuti. Ok anche alle norma che permette la moratoria dei debiti maturati dalle imprese con Riscossione Sicilia. Si tratta di un fondo di 20 milioni di euro che consente alla Regione Sicilia di anticipare sei mesi di rate alleggerendo cosi’ le aziende in crisi.