Quegli atti “nascosti” e quella promozione “repentina”: nuovi guai giudiziari per Ruggeri

Omissivo da una parte ed eccessivamente, o forse abusivamente, “generoso” dall’altra. L’ex presidente dell’Ato 3, Antonio Ruggeri, incappa in un nuovo guaio giudiziario. Sulla sua testa pende già un’accusa di peculato per esseri intascato una liquidazione d’oro di 136 mila euro e adesso il pubblico Ministero, Ada Merrino, procuratore aggiunto presso il tribunale di Messina, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dell’ex presidente della società d’ambito, nonché ex capo di gabinetto durante l’amministrazione Buzzanca, per un’altra indagine, scaturita dalle denunce degli ex consiglieri comunali Nello Pergolizzi e Giuseppe Melazzo, del sindacalista dell’Orsa Mariano Massaro e dall’acquisizione degli atti da parte della Polizia di Stato.

Al centro dell’inchiesta la ritrosia di Ruggeri nel fornire atti pubblici relativi alla gestione ed al personale dell’Ato3 ma soprattutto un presunto abuso d’ufficio, per la carriera fulminea di Giovanna Restuccia, dipendente della società d’ambito passata in poco tempo dal 4° all’8° livello, con conseguenti vantaggi economici. Ovviamente a carico della partecipata del Comune.

In merito al primo capo di accusa, secondo il pm Merrino, Ruggeri "ripetutamente, in tempi diversi, a fronte delle richiese di accesso agli atti… presentate in forma scritta da alcuni consiglieri comunali (tra i quali Giuseppe Melazzo e Sebastiano Pergolizzi) ometteva di fornirli con argomentazioni pretestuose”. Ma è soprattutto sulla veloce scalata professionale della Restuccia che la richiesta di rinvio a giudizio trae le sue motivazioni più “corpose”.

Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso– si legge testualmente nelle richiesta di rinvio a giudizio – dapprima quale amministratore delegato e poi quale presidente del Consiglio d’amministrazione dell’ATO ME 2 Spa …abusando dei poteri inerenti l’ufficio ricoperto, nel periodo 10 settembre 2008 – 25 febbraio 2010, autonomamente e arbitrariamente (in mancanza di qualsivoglia delibera o mandato del consiglio d’amministrazione, senza indire un concorso interno , senza effettuare previa pubblicità né valutazione comparativa di altri dipendenti aventi qualifica a analoga o superiore …

In base a quanto scrive ancora il pm Merrino, Ruggeri “dapprima assegnava asserite mansioni superiori alla dipendente Giovanna Restuccia , impiegata inquadrata nel 4° livello dal 5 maggio 2008, le riconosceva poi l’inquadramento nell’ 8° livello del CCNL Federambiente e le attribuiva infine la qualifica di dirigente dell’area amministrativa, così intenzionalmente procurando alla medesima un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nella corresponsione di aumenti retributivi non dovuti, con corrispondente danno alla società”.

Accuse precise e circostanziate che il procuratore aggiunto supporta elencando una serie di atti emanati da Ruggeri. “In particolare, con ordine di servizio por. N.8151 del 10 settembre 2008, nella qualità di amministratore dell’ATO ME 3, disponeva la costituzione di una propria segreteria, non prevista in pianta organica, assegnandone il coordinamento alla dipendente Restuccia”.

Ed ancora, “con ordine di servizio prot. n. 13316 del 24 dicembre 2008, nella medesima qualità, disponeva assegnazione alla medesima Restuccia del compito di coordinamento del neo istituito Ufficio di collegamento con l’Ufficio di gabinetto del sindaco del Comune di Messina, del quale egli era titolare , ufficio composto da due sorveglianti oltre alla coordinatrice”.

Tra i provvedimenti finiti sotto la lente di ingrandimento della magistratura anche quello con numero di protocollo 1444 del 10 febbraio 2009, con cui Ruggeri “ in qualità di presidente dell’ATO ME 3, ad integrazione del precedente ordine di servizio, disponeva l’accorpamento della segreteria dell’amministratore delegato a quella del presidente , confermando l’attribuzione del coordinamento alla dipendente Restuccia, alla quale venivano delegate funzioni non rientranti nella qualifica dalla medesima ricoperta (assegnazione della posta in entrata, autorizzazione dei permessi a tutto il personale dipendente, la firma di atti urgenti, il visto della posta in uscita , autorizzazione dei pagamenti , attuazione e controllo delle procedure amministrative”.

Solo due mesi dopo, la fortunata e dipendente della società d’ambito si è guadagna anche la promozione: “con provvedimento prot. n. 3151 de14 aprile 2009, nella qualità di presidente del Consiglio d’amministrazione dell’ATO ME 3 spiega il Pubblico ministero – attribuiva alla dipendete Restuccia l’ 8° livello, con i conseguenti adeguamenti contrattuale a decorrere dal 1 maggio 2009”.

Nel 2010, Ruggeri ha pensato anche ad un cadeau mensile. “Con provvedimento prot. n. 1888 del 25 febbraio 2010 – scrive il pm Merrinodisponeva l’attribuzione alla dipendente Restuccia di un assegno ad personam dell’importo mensile di 500 euro, a decorrere dal mese di febbraio 2009”.

Insomma, la carne al fuoco è tanta e secondo il procuratore aggiunto va adeguatamente “cucinata” in un processo. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio, già accordata dal Gip Monica Marino, che ha fissato l'udienza per il 16 gennaio prossimo. (Danila La Torre)