Politica

Amam Messina: lo strano caso della banca dati gestita da 20 anni da un privato

In sintesi era come essere capofamiglia ma non sapere quanta gente veniva ospitata in casa a pranzo, cena e nelle feste.

Da 20 anni un ricco appalto

E’ quanto accaduto all’Amam relativamente al servizio di fatturazione, bollettazione e gestione della banca dati utenti, che dal 2001, quindi quasi da 20 anni, era affidata ad una società privata. Il costo del servizio era di 144 mila euro, somma alla quale andavano aggiunti 9 millesimi per ogni fattura inviata, superando quindi altri 70 mila euro l’anno.

I 25 mln di crediti prescritti

I nodi sono venuti al pettine quando i vertici dell’Amam si son trovati davanti 25 milioni di crediti di fatto prescritti e migliaia di crediti che si apprestavano ad avere la stessa sorte per mancanza di invio di atti interruttivi. “Credevamo di avere a che fare con un’azienda sana- ha dichiarato il sindaco De Luca in conferenza stampa- Invece ci siamo trovati alle prese con decreti ingiuntivi da un lato e soprattutto mancati incassi dall’altro”.

La password ballerina…

Ma il peggio doveva ancora venire, perché, come spiegato dal presidente Amam Salvo Puccio, quando è stato chiuso il rapporto con la società che gestiva la bollettazione, l’impresa è stata riuscire recuperare i dati degli utenti. Già, perché il proprietario dei dati è l’azienda acquedotto e fisicamente il server era in sede, ma a gestire la password era la società titolare dell’appalto ventennale. E’ così accaduto che dal momento in cui l’ex Dg Cipollini prima e Puccio poi, hanno chiuso i rapporti con la società, le password diventavano ballerine. Quella fornita il giorno prima improvvisamente non era più valida e la banca dati si trasformava in un “bunker” informativo. Frattanto le cifre non quadravano e l’esercito dei morosi dormiva sonni tranquilli.

La chiave del “bunker”

“Abbiamo dovuto chiamare in Cda un esperto informatico del calibro di Roberto Cicala per venirne fuori- ha commentato De Luca– Grazie a lui siamo riusciti a gestire non solo la delicatissima fase del passaggio dei dati ma anche l’avvio di un nuovo sistema di gestione” (ndr.vedi articolo in homepage) Proprio a causa dell’impossibilità di aver immediato accesso ai “propri dati” ed alla “propria banca dati”, le bollette dell’Amam per sei mesi non sono state recapitate.

Un danno incalcolabile

Il danno causato dalla perdita dei crediti per prescrizione o per mancato avvio di un atto interruttivo è incalcolabile- ha specificato Salvo Puccio– Nel frattempo abbiamo avviato la transazione con la società, ma abbiamo anche trasmesso gli atti alle autorità competenti, comprese quelle giudiziarie. Da oggi si racconta tutta un’altra storia, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti in questa fase”.

Spedite 11 mila diffide

Trovata la chiave del “bunker” e trasferiti i dati è stata infatti avviata la fase di recupero ed infatti più di 11 mila diffide per gli anni 2014 e 2015 sono state spedite ai morosi come atto interruttivo sia per mettersi in regola che per non contare sulla prescrizione e sulle “distrazioni” di un sistema che in passato ha fatto acqua da tutte le parti.

Pronte le squadre anti-morosi

Con la bollettazione Amam 2.0, molto più moderna, agevole e “vigile”, ci sarà tempo fino al 30 giugno per mettersi in regola. Meno diplomatico il sindaco incalza il Cda dell’Amam a preparare le “squadre anti-morosi” per mettere i sigilli ai contatori di furbetti o utenti in ritardo o del tutto fuori regola, fa un passo indietro nel tempo “avete capito adesso perché dicevo che all’Amam c’era il sistema del compari-scumpari? Mi riferivo alle diffide e alle bollette….”.

Il sistema del mago Zurlì.