EMERGENZA MALTEMPO: è stato l’ennesimo evento alluvionale. Il territorio è ormai al collasso e continua a piovere sempre di più

Dopo 4 mesi dai fenomeni estremi di settembre e ottobre 2010, il maltempo torna a colpire lo Stretto di Messina con piogge di carattere alluvionale.

Nella scorsa notte, infatti, violenti temporali hanno risalito la Sicilia da sud, dal Canale che separa l’isola da quel nord Africa oggi in subbuglio per le sommosse popolari contro gli opprimenti regimi dittatoriali.

Proprio da lì, dal cuore del deserto del Sahara, tra Algeria, Tunisia e Libia, si sono mosse masse d’aria calde e instabili che hanno raggiunto il mar Jonio determinando, sull’Italia del sud, un netto aumento delle temperature dopo il gelo dei giorni scorsi. Questi sbalzi termici hanno creato dei contrasti tali da alimentare violenti temporali.

Una perturbazione presente sul mar Tirreno ha fatto il resto, pompando aria umida e perturbata da nord/ovest verso il Canale di Sicilia, dove ha preso vita il sistema temporalesco che ha colpito lo Stretto e adesso sta risalendo la Calabria.

Proprio sul Messinese, nella Sicilia nord/orientale, s’è creata quella particolare convergenza meteorologica che ha alimentato fenomeni meteo estremi: su gran parte della Sicilia aveva piovuto in modo intenso nella notte, con piogge comunque moderate o forti ma non pericolose, tanto che gli accumuli sono stati ovunque contenuti tra 30 e 60mm.

Nel Messinese, però, i fenomeni si sono intensificati in modo estremo, e tra le 04:00 della notte e le 10:00 del mattino ha piovuto tantissimo: sui Peloritani sono caduti fino a 180mm di pioggia, e sulla costa del Messinese Jonico quasi 150mm. A Messina città gli accumuli oscillano, di zona in zona, dai 105 ai 130mm. Più tranquilla, invece la situazione nelle zone Tirreniche, con appena 25mm a Milazzo e 16mm a Capo d’Orlando.

I temporali, da qui, ci hanno messo poco ad attraversare lo Stretto e a colpire in modo violento il Reggino. A Reggio città sono caduti tra gli 80 e i 90mm di pioggia, ma in Aspromonte sono stati superati i 150mm di accumulo. Ha piovuto in modo molto forte in tutta la Provincia e nel Vibonese, da dove poi i fenomeni temporaleschi hanno iniziato a risalire la Calabria verso le altre Regioni dell’Italia meridionale, dove colpiranno nelle prossime ore.

Le immagini satellitari di queste ore sono didattiche e spettacolari: il vortice ciclonico si trova sul mar Tirreno e da lì, intorno al nucleo di bassa pressione, si muovono nubi in modo circolare, come se fosse un uragano.

Il sistema temporalesco, una squall line che risale il territorio Calabrese verso nord/est e che nel pomeriggio/sera si abbatterà sulla Puglia (specie sul Salento), ha la tipica forma a -V- dei MCS (Sistemi Convettivi a Mesoscala) più estremi.

Si tratta di un’ondata di maltempo eccezionale, che nelle prossime ore colpirà gran parte d’Italia: infatti, come previsto nell’allerta diramata da MeteoWeb nella giornata di ieri, nel pomeriggio/sera tutte le Regioni dell’Italia Adriatica saranno colpite da piogge torrenziali, e sull’Appennino cadranno metri di neve fin dalle basse quote. Inoltre nella giornata di domani, mercoledì 2 marzo, nevicherà tantissimo fino a quote bassissime e in alcuni casi anche in pianura, su gran parte del centro/nord, tra Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche.

Proprio in queste ore, inoltre, un eccezionale vento di bora con raffiche fino a 150km/h (!!!) sta sferzando Trieste e il Friuli Venezia Giulia, creando non pochi disagi.

Insomma, viviamo una situazione meteorologica estrema per tutt’Italia, con forte maltempo anche in Sardegna e al nord/ovest. Ma tra Calabria e Sicilia, questa situazione già di per sè estremamente -cattiva-, è stata ulteriormente accentuata da alcuni elementi specifici da non sottovalutare.

Innanzitutto il -caldo-. Rispetto alle altre zone d’Italia, dove nevica copiosamente fin dalle basse quote, tra Sicilia e Calabria l’aria calda proveniente dal nord Africa ha fatto schizzare la quota neve a oltre 2.000 metri di quota. Praticamente nevica solo sulle cime più alte del Pollino e sull’Etna.

Ciò significa che alle quote più basse, la pioggia intensa sta sciogliendo rapidamente la tantissima neve caduta nei giorni scorsi, e così il volume d’acqua che si riversa su valli e fiumare è triplicato in quantità e forza.

Inoltre i forti venti di scirocco e le grandinate, localmente intense, hanno alimentato le precipitazioni violente.

Per lo Stretto di Messina, che è stata la zona maggiormente colpita dai fenomeni alluvionali, si tratta dell’ennesimo evento drammatico degli ultimi anni, in cui sta piovendo sempre di più.

Piogge così intense, con accumuli intorno o addirittura superiori ai 100mm in poche ore, erano inimmaginabili fino a qualche anno fa. Ma il clima sta cambiando, e nell’Italia del sud piove sempre di più, e sempre più spesso con intensità prima impensabili.

Sta all’uomo, adesso, adattarsi e adeguare le proprie strutture a un nuovo tipo di clima, molto più estremo, piovoso e violento del tipico clima mite del Mediterraneo. Ma, innanzitutto, bisogna prenderne atto. Finchè gli pseudo-esperti e scienziati continueranno a diffondere allarmismi assolutamente infondati, e anzi addirittura opposti a quelli reali, su -grandi siccità-, -desertificazioni-, -global warming-, -innalzamento del livello marino- ecc. ecc., le varie azioni di governi e amministrazioni saranno indirizzate a inutili spese per falsi problemi in realtà inesistenti.

I veri problemi ambientali e naturalistici del terzo millennio, per l’Italia del sud e per il Mediterraneo in genere, sono le grandi piogge, i violenti temporali, i venti furiosi e le conseguenti mareggiate, le possibili nevicate e gelate fin a bassissima quota. Ed è questo che bisogna fronteggiare, innanzitutto con la prevenzione. Costruendo in modo adeguato e rispettoso, ripristinando strumenti come le cunette nelle strade o i sistemi di monitoraggio via radar che in casi come questo possono salvare la vita delle persone, e smetterla di vivere in modo fatalista tacciando per -esagerati- gli allarmi delle previsioni del tempo.

Tutto si può dire, infatti, meno che questi fenomeni estremi non fossero stati previsti con largo anticipo. Oggi come a settembre o come il 1° ottobre 2009 a Giampilieri.