Edipower: le associazioni ambientaliste chiedono chiarezza

NON c’è ancora chiarezza sul futuro della centrale termoelettrica EDIPOWER/A2A di San Filippo del Mela.
L’ amministrazione comunale di San Pier niceto ha convocato Una conferenza dei Sindaci e dei Presidenti dei Consigli Comunali con la partecipazione delle Associazioni per capire quale sarà il destino della centrale Edipower/A2A di Archi, consentendo così un confronto fra istituzioni ed associazioni di cittadini su un tema così importante.
Hanno partecipato alla conferenza l’ Associazione Zero Waste Sicilia, l’ Adadc, la Parrocchia Madonna della Catena Archi, la Parrocchia Santa Maria della Visitazione Pace del Mela, il Coordinamento Ambientale Milazzo Valle del Mela,l’Associazione Passo Badia, la T.S.C. Tutela della Salute dei Cittadini, il Comitato Cittadini Pacesi per la Vita, il Comitato Cittadino Respiriamo Monforte, la Tu.Dir.Da.I, l’ Associazione C.T.A. Archi e la T.A.T. Associazione Tutela Ambiente e Territorio.
Le associazioni hanno innanzitutto espresso il proprio rammarico per la diffusa assenza delle amministrazioni comunali del comprensorio.
“A discutere-affermano le associazioni- un argomento così importante per tutti i cittadini, con rilevanti conseguenze sulla salute pubblica e l’occupazione, erano presenti soltanto i comuni di S. Filippo del Mela (presente con il sindaco Aliprandi, il presidente del consiglio comunale Paulesu ed i consiglieri comunali Bartolone e Italiano) quali componenti dell’Osservatorio Comunale deliberato dal Consiglio Comunale di San Filippo del Mela , il Vice presidente del Consiglio Comunale di Monforte San Giorgio Nastasi, oltre che il Sindaco Calderone l’assessore alle Politiche Ambientali Maimone, il presidente del consiglio comunale Nastasi e i Capigruppo Consiliari di S. Pier Niceto”.
Le associazioni ribadiscono l’assoluta contrarietà alla trasformazione di una linea della centrale per l’utilizzo del CSS. “A nostro avviso -continuano le associazioni- si tratta solo di una forma scellerata di incenerimento di potenziali risorse, che consiste nella trasformazione irreversibile (combustione) in ceneri, emissioni inquinanti e veleni di potenziali risorse. Infatti la parte secca indifferenziata dei materiali scartati è ancora quasi interamente recuperabile per ricavare materie prime seconde da reinserire nel ciclo produzione-consumo. Quest’ultima sarebbe una maniera ecosostenibile per la creazione di posti di lavoro, mentre la minima quantità di energia ottenibile dall’incenerimento del CSS non potrà essere garanzia di lavoro per le maestranze ma appare sempre più come una exit strategy di Edipower/A2A dall’area senza gli oneri di risanamento”.
Le associazioni non bocciano interamente il piano aziendale Edipower ed infatti di dicono favorevoli alla parte del progetto che riguarda solare termodinamico, fotovoltaico a concentrazione, impianto di digestione anaerobica, con la riserva comunque di valutare attentamente i processi ed i piani di gestione degli impianti, ma altresì il grande rincrescimento per non poter visionare interamente il progetto stesso. Le associazioni chiedono poi di poter visionare in todo il progetto in modo da valutare attentamente tutto così da “poter evitare che decisioni su temi di così vasta importanza in materia ambientale, economica e occupazionale non siano assunti in luoghi e sedi lontani e, soprattutto, senza interpellare le comunità interessate”.