Incendio alla Raffineria,2 mesi dopo. La lettera di Padre Trifirò

Padre Peppe Trifirò non molla la presa sulla questione inquinamento; dopo l’incendio della notte del 27 settembre alla raffineria di Milazzo, aveva organizzato un corteo con quasi 5000 persone e, un mese dopo, una fiaccolata e la deposizione di una lapide per non dimenticare quella notte.

Diverse le lettere scritte al Governo regionale e nazionale, diverse le richieste di maggiore tutela: ora padre Peppe, insieme alle associazioni ambientaliste del comprensorio, ha deciso di scrivere una lettera aperta indirizzata al Presidente del consiglio dei Ministri, ai ministri della Repubblica, al Presidente della Regione Sicilia, al Prefetto di Messina, agli assessori regionali, ai deputati, ai sindaci del comprensorio.

Nella lettera Padre Peppe Trifirò lamenta come, a distanza di due mesi dall’incendio, tutto è tornato alla normalità: in fase iniziale tutti i politici erano pronti a fare dichiarazioni e promettere aiuti, ora si è passati al silenzio assoluto.

Padre Peppe si rivolge quindi a tutti i politici chiedendo di cambiare alcune leggi dello stato che hanno portato al disastro ecologico: cambiare le leggi che regolano le emissioni di inquinanti, cambiare la legge che regola la produzione e il trasporto di energia elettrica e far si che non sia concentrato tutto su un unico territorio, cambiare le leggi che portano agli schemi di convenzione come sta avvenendo con Terna. Padre Peppe chiede quindi maggiore attenzione all’ambiente, non dimenticando di ringraziare i sindaci e gli amministratori del Comprensorio che hanno preso a cuore il problema della salute dei cittadini.
Padre Peppe termina la lettera ricordando che in quasi quaranta anni di lotta contro l‘inquinamento, la risposta che ha sempre ricevuto è stata “ noi lavoriamo in conformità ala legge e per il bene dei cittadini”: chiede quindi ai politici di cambiare e di iniziare a stare attenti alle esigenze del popolo.