Taormina. E’ nato il movimento “Quo Vadis”

Quo Vadis è l’ultimo movimento in ordine di tempo nato a Taormina in vista delle elezioni di primavera. Il fondatore è Giuseppe Manuli, ex presidente del consorzio di rete fognante taorminese. “Dove vai, Taormina?”, è dunque il leitmotiv che si respira nell’aria del manifesto politico di quello che per ora è solo un movimento, ma che potrebbe diventare uno degli attori protagonisti del cast aperto delle elezioni comunali. Dove vai o, meglio ancora, con chi vai. Per gli elettori del centro jonico c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma per Manuli sono proprio i cittadini che devono rendersi partecipi e registi del nuovo clima politico che si respirerà a Taormina a inizio giugno.

Taormina è gettata nel baratro di un devastante dissesto finanziario che inciderà sulla società: da questo disastro nasce l’opportunità di costruire una Taormina più moderna e più competitiva – ha dichiarato Manuli -. Occorre dar vita a un patto di cittadinanza, quale fondamento per ricreare la fiducia nelle istituzioni comunali e le basi per una convivenza civile”.

Il recente movimento è in verità la concretizzazione di una proposta che affonda le sue radici nel maggio scorso, in tempi meno sospetti, quando già il suo fondatore aveva ricercato le basi della situazione decadente di Taormina e le aveva trovate nella crescente speculazione edilizia a sfavore delle bellezze paesaggistiche che tanto hanno fatto grande Taormina, di recente sempre più selvaggia, caratterizzata da un turismo di massa “mordi e fuggi” che ha fatto pagare alla perla jonica l’incanto di un tempo: “Taormina così come la conosciamo, non sopravvive, se si ferma il turismo, se ha soluzioni vecchie per nuovi problemi, se non crede in un futuro diverso”. Le parole di Manuli sono velate da una nostalgia antica, quella che l’ex presidente del consorzio fognante fa coincidere con il “mito di Taormina” fermo agli anni ’60, mentre il tempo scorre inesorabilmente sotto gli occhi dei cittadini inermi e delle istituzioni voraci, che hanno posto i propri interessi personali e economici davanti al resto. Per Manuli è tempo di iniziare una nuova fase, quella della riqualificazione intesa come recupero ambientale, culturale, civico: “una nuova etica pubblica, una nuova cultura economica, rispetto del territorio, valorizzazione dei siti archeologici, sviluppo compatibile, fermo delle concessioni edilizie, investimenti per il futuro”.

I concittadini facciano sentire la propria voce nella definizione di un progetto per il futuro del paese, che partecipino – esorta Manuli -, possano e vogliano scegliersi gli amministratori all’altezza del compito, arduo, che li attende”. (Giusy Briguglio)